Capitolo 26 - Worth it

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Dopo aver finito di mangiare, usciamo dalla camera e ci andiamo a sedere sul divano in soggiorno.
Piano piano ci raggiungono tutti, e, man mano che si sedevano Andrew me li ha presentati, apparte Josh che lo avevo già conosciuto.
Stessa cosa è stata fatta per Aleeah.

"Quando siamo venuti a liberarvi, eravamo convinti che ci sarebbero state anche tutte le bambine." Ci spiega Andrew. "Ma tutte le celle erano vuote, completamente. Com'è possibile?"

"Quando sono tornata già non c'erano più. Aleeah mi ha detto che Tom le aveva portate via il giorno prima che arrivassi." Racconto a testa bassa. Fa male pensare a quel ricordo. All'ansia che mi ha inondata quando ho scoperto che mia sorella e tutte le altre povere bambine erano state portate chissà dove. E non avere questa certezza mi distrugge dentro, giorno dopo giorno. Non potrò resistere per molto, me lo sento. Sento che più vado avanti, più una parte di me si spezza, si rompe, si distrugge, si dissolve nel vuoto, per sempre. E non posso fare niente per riprendermela.

"Io non so niente, ho visto solo che Tom le ha fatte uscire tutte, una alla volta, senza dare loro una spiegazione. Le diceva che sarebbero andate in un posto più comodo, che sarebbero state bene... e in quanto a me, si è limitato a dirmi che non era necessario che io andassi con loro. Ovviamente senza motivarlo." Cala il silenzio in tutta la stanza. Le parole di Aleeah rimbombano nelle orecchie di ognuno, tutti intenti a pensare, a riflette, a cercare una soluzione, per quanto introvabile sia.

"Andrew, Tom non ti aveva accennato a nulla di simile quando lavoravi ancora per lui?" Gli chiede Tyler.

"No, assolutamente." Afferma deciso, mentre si porta le dita sul mento. "Io... non capisco. Perchè lasciare voi lì, e le bambine no? Non riesco a trovare una risposta."

"Non c'è una risposta. Come puoi trovare una giustificazione per tutto ciò che ha fatto?" Interviene Kyle. "Dobbiamo trovarle, pensiamo a questo, non al motivo."

"Esatto, anche io la penso così." Conferma Aleeah.

"Avete ragione, ma non so... c'è qualcosa che non mi torna. Tom non è un pazzo senza cervello come credete voi, lui anche se non sembra, è intelligente. E questa è una mossa azzardata, molto. Insomma, far uscire allo scoperto quindici bambine non è una cosa da poco! Ha rischiato, e sinceramente non so come ci sia riuscito senza che nessuno se ne sia accorto. Insomma sono abbastanza sicuro che ci sia una motivazione contorta e malata, ma c'è. Ora dobbiamo attrezzarci per scoprire dove le ha nascoste."

"Scusate, ho bisogno di una boccata d'aria." Non aspetto neanche che mi rispondano e immediatamente mi alzo dal divano, sento gli sguardi addosso a me di tutti, ma non oso guardare nessuno. Più velocemente che posso, mi allontano e mi dirigo verso la cucina. Apro il finestrone e mi ritrovo in terrazza, ad osservare il panorama inglese. Subito mi pento di essere uscita senza neanche pensare di portarmi una giacca che possa tenermi caldo quanto basta. Il gelo si incastra nei meandri del mio cuore, mi rende fragile, debole. Mi destabilizza, più di quanto già non lo sia. Ma almeno mi lascia pensare in pace, in tranquillità, in solitudine. Ho bisogno di capire cosa sia più giusto da fare in questo momento della mia vita. Devo decidere se sia opportuno affidarsi completamente a queste persone o se sia meglio intraprendere un'altra strada, differente. Ma credo che i mezzi e i modi non siano importanti più di tanto, quando poi l'obiettivo che si vuole raggiungere è lo stesso.

Avverto dei passi alle mie spalle, a quanto pare qualcuno non deve aver afferrato il concetto che voglio stare da sola. Non ho voglia di voltarmi e scoprire chi è, né tantomeno iniziare io a parlare, aspetto che faccia lui la prima mossa.

"Jess," Aleeah mi raggiunge appoggiando le braccia sulla ringhiera del terrazzo come me. "capisco come ti senti. So che in questo momento vorresti soltanto abbracciare Rach, ma fidati, accadrà presto. Dobbiamo essere bravi, non possiamo permetterci di sbagliare. Ci sono ben sei ragazzi, pronti a rischiare tutto, per aiutarci, per aiutarti. Dobbiamo fidarci di loro Jess... ci hanno già fatte uscire da quel posto e ora siamo al sicuro. Il minimo che possiamo fare è acconsentire a tutto ciò che decideranno, perchè lo faranno per il nostro bene, e lo sai anche tu."

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