Epilogo

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5 ANNI DOPO.

È in piedi davanti all'altare. Attendendo ogni attimo, nella speranza di vedere la donna che ama varcare finalmente la soglia della chiesa.
L'attesa lo sta divorando letteralmente, le mani gli sudano, la vista si incrocia, riesce a malapena a tenersi in piedi e la cravatta sta iniziando a stringergli il collo, impedendogli di respirare.
Un fascio di nervi.
Deglutisce un paio di volte.
Non ha il coraggio di lanciare anche solo un accenno di sguardo con la coda dell'occhio verso i presenti, non riuscirebbe a sostenere minimamente tutti quegli sguardi rivolti su di lui.

"Tranquillo, arriverà. Sempre se non ti fai venire un attacco di panico prima." Gli sussurra all'orecchio il suo testimone, ritornando subito dopo alla sua posizione.
Il diretto interessato ruota gli occhi al cielo, reprimendo una risata di fronte al sarcasmo e alla voglia di smorzare la tensione da parte del suo migliore amico.

Poi immediatamente gli invitati si alzano in piedi all'unisono, voltandosi e ammirando la donna che sta elegantemente attraversando la chiesa.
Non osserva minimamente tutta la gente che gli sta intorno, nonostante sentisse perfettamente tutti i loro sguardi indugiare insistentemente su di lei, sicuramente senza lasciarsi sfuggire nemmeno un particolare del vestito, del velo, dell'acconciatura o del trucco.
Ma lei è troppo impegnata a raggiungere la persona che la stava aspettando impazientemente.
I suoi piedi riescono a compiere dei passi solo grazie ai suoi occhi che la ipnotizzano e come una calamita è attratta da questa forza sovrumana che la protende verso di lui.

Lui è diventato un ghiacciolo. Un pezzo di vetro rigido e duro come la pietra. E lei lo ha notato, ha notato il modo impacciato in cui si muove e quei pochi passi che li separano sembrano non finire mai, sembrano durare un'eternità.

Ma prima che entrambi se ne accorgessero, si ritrovano faccia a faccia ed è inevitabile che due sorrisi incurvino le labbra dei due futuri sposi.

"Ma che piacere rivederla, avvocato." Le sussurra lui scoccandole successivamente un occhiolino.
Lei scuote impercettibilmente la testa e quelle sue labbra dipinte di rosso lasciano spazio per pochi secondi anche ai suoi denti, in un sorriso più ampio.

"Oh il piacere è tutto mio, professore."

7 ANNI DOPO

"E fatemi passare, dannazione! C'è mia moglie lì dentro!" Sbotta Andrew, spingendosi fra la massa che affolla l'ospedale.
È l'8 luglio, il giorno più caldo mai avuto durante l'anno, e nonostante Londra fosse famosa per le sue temperature fredde, in questo caso, si era smentita.

"Andrew!" Grida Rachel, alzandosi immediatamente dalla sedia.
Contemporaneamente Victoria, Max, Aleeah e suo marito Kyle, imitano il gesto della ragazza, senza aggiungere altro.

"Dov'è?" Tutta la sua forza, tutta l'adrenalina e l'energia che lo aveva spinto ad arrivare qui il prima possibile si volatilizza in mezzo secondo di fronte agli sguardi dei loro cari.
Si limita solo a porre una domanda in un sussurro, racchiudendo con poche lettere l'unica cosa che vuole realmente sapere, l'unica cosa che in questo momento assorbe tutta la sua attenzione e devozione.

"Di là." Rachel gli indica una porta poco lontana dalla sala d'attesa in cui stanno aspettando, con l'agitazione che li divora.
Andrew annuisce e dopo un accenno di sorriso e aver passato lo sguardo su ognuno di loro, si fa coraggio e raggiunge la porta.

"Signore cosa sta facendo?" Immediatamente un'infermiera lo blocca, nel momento in cui aveva appoggiato la mano sulla maniglia.

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