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Era sera tardi ed ero appena tornata a casa da una festa in discoteca con la mia migliore amica Sasha.

Hei Amy, che fai?! Su idiota vieni

Sasha no! Sai, che non mi piacciono queste feste, finiscono sempre male

Amy vieni, ci divertiremo, fidati di me

Mi svegliai di soprassalto tutta sudata, con le lacrime agli occhi dopo un brutto sogno. Guardai la sveglia elettronica posta sul comò di fianco al mio letto, 6.30 a.m. "Buongiorno" sussurrai.


Dopo essermi fatta una doccia calda e rilassante, iniziai a prepararmi per il mio primo giorno di scuola.

Mi chiamavo Amy Robert. Avevo solo 17 anni ed ero già stanca di vivere. I lunghi capelli biondi con gli occhi verdi con qualche pagliuzza azzurra ci stavano benissimo. Rispetto alle mie coetanee che ogni giorno costruivano una torre e componevano un puzzle per il loro futuro, io lo rompevo.

Hai presente? È un po come quando ti guardi allo specchio e dici il tuo nome. E arrivi a un punto in cui niente ti sembra più reale

Dovete immaginarvi una ragazza insicura, chiusa, acida e particolarmente stronza a tutti.

Mi posizionai davanti al mio piccolo armadio per decidere cosa indossare;
Feci una sola passata di mascara nero, indossai il mio miglior sorriso e lasciai i miei capelli biondi sciolti, dopo un'ultima occhiata allo specchio, scesi.

Saltai la colazione e mi diressi direttamente alla porta di casa.

Con gli auricolari e la voce dei Coldpaly andai a scuola a piedi, dato che non era molto distante da casa mia e di mio fratello.
Una volta davanti ai cancelli del entrata mi accorsi che era davvero gigante. Superai in fretta gli sguardi attenti dei studenti aspettando solo che facessi un errore.

Mi incamminai all'entrata e dopo essere passata in segreteria per recuperare il nuovo orario e il numero della mia nuova classe, entrai nella stanza in cui avrei passato i miei futuri quattro anni.

Presi posto nei ultimi banchi vicino alla finestra, poco dopo entrarono anche i miei nuovi compagni seguiti dalla professoressa, mi chiese di presentarmi parlando di me stessa, e così feci.

L'ora passò velocemente e la campanella della ricreazione suonò, seguì la massa per trovare le macchinette per prendermi un buon caffè macchiato con zucchero standard, nella speranza che mi potesse aiutare a reggere per altre due ore di lezione straziante.

Qualcuno mi diede una spintone facendomi cadere atterra, per istinto misi le mani davanti per attutire la caduta "Ehi! coglione guarda dove vai!!" sbottai, ma sentì delle risate amare.

Solo dopo essermi alzata mi trovai davanti alcuni ragazzi: quello con gli occhi più verdi prese parola.

"Oh! guardate la pivellina è caduta" disse scatenando la risata di tutti i ragazzi presenti in corridoio, ossia mezzo istituto.

Sentivo gli occhi pizziccarmi e la gola farsi sempre più secca, ma non potevo mettermi a piangere davanti a loro, non dovevo sembrare la ragazzina indifesa, mi avrebbero perseguitata senza lasciarmi respirare un minuto, quel dolore mi avrebbe consumata fino allo sfinimento. Rubai del the di una ragazza che stava passando, prima che lei potesse parlare versai la bevanda calda adosso al ragazzo davanti a me.

"Oh! la pivellina ha appena versato del the sopra al coglione, mi spiace" scatenai le risate dei presenti attorno a noi, l'attenzione ormai era su di loro, ne approfittai scappando via; aprii la prima porta che trovai e mi ci rifugiai dentro, ogni giorno che passava per me era come un peso aggiunto alle mie caviglie facendomi sprofondare in me stessa.

Non saprei dirti cosa c'è che non va, ma inizio ad avere paura

La campanella suonò e corsi letteralmente a casa.

Mi cambiai con vestiti comidi e chiusi gli occhi.

< Sasha questo vestito è troppo corto >

< Fidati che ti sta benissimo! >

Un tonfo mi strappó via dalle braccia di Morfeo, guardai l'ora ed erano le 6.45 p.m.

Mi alzai velocemente e andai all'ingresso, trovai mio fratello Collin che puzzava di alcool e in mano una bottiglia di vodka alla pesca a tre quarti.

"Oh ma che carina si è appena svegliata..."

Venne verso di me e un ceffone colpì la mia guancia.

"SEI SOLO UNA PUTTANELLA DI STRDA, NON MERITI DI ESSERE FELICE, È COLPA TUA SE MAMMA E PAPÀ NON SONO QUI!!!"

Aveva ragione.

Era colpa mia se mamma e papà non erano più lì, erano venuti a prendermi da una festa con Sasha, facemmo un incidente, loro morirono nel colpo ma io riuscì a sopravvivere con solo qualche lesione.

Non riuscii a dirgli addio

Prima Collin non era così, era dolce e gentile, era il mio fratellone che mi proteggeva dai ragazzi del quartiere, si prendeva cura di me.
Era diventato un alcolista per colpa mia.

Per colpa mia

Dopo un colpo davvero forte iniziai a vedere sempre più sfocato.

< Questa festa sarà epica!! >

< Se lo dici tu... >

Quando aprì gli occhi ero ancora a terra, Collin non c'era, andai in camera mia ed ogni passo il corpo faceva malissimo, nuovi lividi, nuove cicatrici. Raggiunsi il bagno con la vista appannata dalle lacrime, presi la lametta nascosta in una scatolina posta in un armadietto sul muro, in quel periodo era l'unica speranza di sopravvivenza.

Era una punizione, non era mai abbastanza e ormai lo spazio stava terminando, abbassai i pantaloni scoprendo le cosce.

il mio miglior incuboDove le storie prendono vita. Scoprilo ora