Scesi giù e trovai tutti mentre guardavano un programma in televisione. Matt non c'era, perché? Non mi aveva nemmeno salutata. Mi diressi verso la porta principale. Stavo per aprirla quando Logan "Amy tu non vai da nessuna parte""Io voglio fare un giro"
"No" rispose lui
"Hei io faccio quel cazzo che mi pare e se voglio uscire, esco!"
"Amy no"
"Logan ho diciassette anni, non puoi dirmi quello che devo o non devo fare! E poi abbiamo solo due mesi di differenza!"
"Dai su, vieni qui" disse James indicando il posto di fianco a lui, si spostò e mi dovetti sedere tra James e Logan. Ad un certo punto, James stava allungando troppo le mani "James no" disse Logan "Ma dai!" sbuffò il moro e tutti scoppiammo a ridere. Mi girai verso Logan. Stavo bene con lui era davvero un ottimo amico, nonostante alcune volte mi facesse impazzire. Insomma, era quel di amico a cui avresti potuto dire tutto, tipo la tua spalla destra. Quel tipo di amico a cui si comunica subito l'enorme cazzata che hai appena fatto, quello a cui avresti sempre potuto trovare un posto per la notte, cavolo quanto mi manca.
"Logan" lo richiamai durante il programma "Mmh?"
"Matt?"
"È uscito, a sistemare delle faccende"
"Mmh okay..."
Delle faccende?
Era il momento di fare domande e di avere delle risposte. Avevo paura di quello che avrei potuto scoprire, ma era la cosa giusta da fare: non potevo continuare a scappare da una persona che non conoscevo."Chi è lui?" chiesi di punto in bianco. Tutti si girarono verso di me "Chi è?" richiesi "Lui chi?"
Luke che in quel momento aveva il telecomando, spense la televisione
"L'uomo nero, chi è?"
"Bè è tuo zio" disse insicuro il biondo
"Che cosa c'entro io?"
"In realtà i tuoi genitori e Sasha non sono morti in un incidente, ma in un omicidio...volevano arrivare a te" quella volta a rispondere fu Logan
Che cosa?
Stavano proteggendo me. Avevo rovinato la mia famiglia.
"Ho b-bisogno d'aria..." dissi con voce incrinata. Mi alzai, corsi su in camera e mi chiusi in bagno. Incominciai a piangere disperatamente. Avevo ucciso le persone che amavo di più al mondo.
Vedi? Te l'ho sempre detto, sei un mostro.
Presi la lametta, nascosta accuratamente tra alcuni vestiti.
Tracciai nuovi graffi sui miei polsi, sempre più profondi: dovevo punirmi per tutto il male che avevo provocato. Stavo crollando piano piano. Avevo davvero bisogno di un abbraccio.
Era un dolore sopportabile, credo. O forse ero solo abituata a sopportarlo.
Cercai di calmarmi, ma le lacrime non volevano sapere di smettere.
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il mio miglior incubo
Romance( IN FASE DI CORREZIONE ) "Ora come farò? Se starò male e non potrò più chiamarti? Ora che nessuno si accorgerà se avrò una cicatrice in più o in meno? Ora che hai infranto la promessa di restare?" Sono presenti scene di autolesionismo e depression...