25.

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Qualcuno aveva fatto la spia e mi ero guadagnata un pomeriggio di punizione, cazzo.
Avevo deciso di tornare a casa a piedi, gli altri erano già tornati alla villa insieme a Bea. Stavo camminando su una delle tante spiaggie di Los Angeles, il sole era alto e di nuvole nessuna traccia.

Vidi un gruppo di ragazzi tutti ammucchiati, con gli sterei accesi e la musica ad alto volume. Mi avvicinai a vedere meglio: una pista da skate illuminò i miei occhi.

C'erano alcuni ragazzi che provavano, mentre altri che facevano vere gare con alte somme di scommesse.

Mi piaceva andare in skate. Era un po' come la ginnastica, sei in aria ti senti libera, non sarei riuscita a spiegarlo.

Avevo smesso dopo quella notte, la mia vita si era fermata dopo quella fottuta notte. Avevo smesso di mangiare. Avevo smesso di essere felice.

< E tipo che sto di merda ma nessuno se ne accorge >

Andai verso un ragazzo seduto su una sedia davanti a un banchetto in legno

"Posso avere uno skate?"

"Bellezza unica, sicura?"

"Si, voglio fare l'ultima"

C'era una rampa che mi attirava particolarmente, era nera e io amavo il nero.

"Okey bellezza, ma poi non venire da me a piangere, ti ho avvertito"

Presi lo skate azzurro con fantasie nere, mi posizionai in partenza. Un profondo respiro e mi lasciai andare.

Finì, sentì dei fischi.

Alcuni ragazzi vennero verso di me.

"Io te chiesa, ora."

"Sei da sposare"

"Ti prego sposami"

Dopo una buona mezzoreta di ragazzi immensamente fighi, andai in un luogo più appartato visto che il cellulare continuava a suonare interrottamente: Logan

Credevo fosse Matt

"Pronto?"

"Amy v-vieni a casa..." stava piangendo

"Logan, che è successo?" stavo piangendo

"Matt è..."

No no no. Non poteva finire così. Non doveva finire così

il mio miglior incuboDove le storie prendono vita. Scoprilo ora