12.

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Appena scesi non avrei potuto credere a quello che vidi: c'era il grandissimo tavolo in salotto pieno zeppo di armi e pistole con ai lati delle gambe, altri borsoni. Non avevo mai visto così tante armi, in realtà non avevo mai visto neanche una pistola vera dal vivo.

Tutti si girarono a guardarmi. Ma tenevo lo sguardo fisso sulle armi,
era una cosa davvero seria.

Un un uomo sui trenta, ma ancora muscoloso venne verso di me.

Mi squadro da capo a piedi:"Amy Roberts! Ma come sei cresciuta l'ultima volta che ti ho visto eri uno scricciolo!" esordì dopo

L'ultima volta che mi aveva vista?

Che cosa voleva intendere?

"I-io non so chi sei..."

"Bè vero, è passato un po' di tempo..."
Un rumoroso tonfo lo fece interrompere, proveniva dal piano di sopra.

Tutti presero delle armi, anche Bea?

Matt mi prese e mi nascose dietro di lui. Io stavo morendo di paura.

Si fecero tutti dei segni con la testa per poi scomparire nelle varie stanze.
Matt, io nascosta dietro di lui e quel tizio strano ci dirigemmo molto lentamente verso la fonte del rumore. Quando arrivammo dopo interminabili attimi, trovammo una finestra rotta e tra tutte le schegge del vetro, un biglietto spiegazzato tutto in sé stesso.

Caro Hood è inutile che la nascondi
La troveremo e riprenderemo ciò che è nostro - The Crokedman

Appena lessi il biglietto sentì gli occhi pizzicarmi, le gambe avevano ceduto quindi ero appoggiata un po' alla parete

Chi poteva mai essere?

L'uomo nero?

E poi la questione delle armi?

Avevo bisogno di risposte

"CAZZO MARK!!! "urlò il moro verso quel tizio"CE L'HANNO FATTA CAZZO!! SONO ARRIVATI A LEI" continuò

Non potevo sopportare tutto quello era, semplicemente, troppo.

il mio miglior incuboDove le storie prendono vita. Scoprilo ora