3.

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Vidi Matt con lo stesso gruppo di amici, che mi fecero cadere in corridoio a scuola, aprire la porta in vetro del piccolo bar. Guardarono velocemente i tavoli vuoti e ne scelsero uno nell'area fumatori.

Presi coraggio e mi diressi verso di loro per prendere le ordinazioni: quattro birre. Mi guardavano come si guarda una cameriera, indifferenti.

Non mi avevano riconosciuta.

Tutti, tranne lui. 

< E se ti ammassi? >

< Ti direi io di più, perché saresti mia, ti proteggerei da tutto e ti bacerei a perdi fiato >

Ci conoscevamo da qualche giorno, ma quei occhi smeraldo mi avevano rapito, avevano lasciato un segno indelebile e nessuno avrebbe potuto cancellarlo.

Continuavo a pensare a quello che era successo a scuola, chi cazzo si credeva per entrare così violentemente nella mia vita?

Evitai il suo sguardo accusatorio per tutto il tempo.

Andai al bancone e presi le birre dal piccolo freezer.

Pochi minuti dopo tornai al loro tavolo con le ordinazioni e il conto. Mi risposero con un 'grazie' veloce e tornarono al loro discorso.

Mi girai, pronta verso nuovi clienti.

Il tempo si bloccò, tipo come in un video musicale, quando si ferma tutto torna in silenzio e quei tre minuti di euforia si spengono.

Guardai quello che mi stava attorno.

Il bancone in legno ben lucidato, Suzy alla cassa, i tavoli pieni di ragazzi con davanti a loro dei frappe preparati da David, e le vetrate limpide pulite da Bob. Per la prima volta, mi sono resa conto che io ero lì, tutto quello che mi stava accadendo non era un brutto sogno da cui potersi svegliare, non potevo accedere la luce e cacciare via i demoni, loro esistevano davvero.

Entrai nei servizi per lo staff.

Ginocchia al petto e cuore rotto.

Incominciai a piangere, mi odiavo perché mi odiavo, mi odiavo perché sembravo una cazzo di bambina.
Le lacrime erano piene di frustazione e di rabbia che mi mangiavano viva.
Mi morsi un labbro per non urlare, la gola mi bruciava tantissimo e facevo fatica a respirare.

La porta si aprì e comparve la sua figura. Prontamente venne verso di me e mi abbracciò

"Tranquilla" sussurrò

"Matt è colpa mia, è sempre colpa mia"

"Non è colpa tua Amy" disse calmo

"Che cazzo ne sai te?! Eh?!"
"Non sai un cazzo della mia vita!"

"Io so del incidente...so di Sasha, dei tuoi genitori e di tuo fratello"
"Andrà tutto bene..." mi lasciò un bacio sulla guancia e dopo una leggera pressione alla spalla, buio.

><

< Sasha non mi piace questo posto...>

< Bevi e rilassati Amy >

Ripresi conoscenza, non ero nella mia camera. Mi alzai e apposto di una gonna consumata blu, vidi le mie gambe nude, non avevo più i miei vestiti, avevo una maglia bordeaux che mi arrivava a metà coscia.

E avevo la gola secca.

Aprì la porta, scesi piano le scale al buio, per poco caddi. Entrai in un sala enorme ben illuminata, tipo open-space e trovai quattro ragazzi giocare tranquillamente ai videogiochi.

Non si accorsero nemmeno che ero nella stanza. Silenziosamente raggiunsi la cucina per prendere un bicchiere, ma mi cadde.

Cogliona

Si girarono di scatto e le mie guance si colorarono di rosso facendo pan-dan con la maglia.

"S-scusami per il b-bicchiere...i-io..."

"Tranquilla" disse Matt, poi continuò "Finalmente ti sei svegliata"

"Quanto ho dormito?"

"Solo 48 ore"

"Cosa?!" 

Un moro prese parola. "Buongiorno Amy! Sono Logan"

"Ciao Amy, Luke"

"Hey, James"

"Io non vi conosco...come fate a sapere di me?"

"È una lunga storia...magari te la raccontiamo un'altra volta eh" disse Luke sviando l'argomento

"Come mai hai tutti quei tagli e lividi?" chiese Logan. A quella domanda mi irrigidì.

Non sapevo cosa e come rispondere.

"Sono caduta... "

Matt per fortuna intervenì, salvandomi il culo.

"Hai fame?" mi chiese

"Si"

No

"Okay, allora seguimi" continuò "Bro torniamo subito"

Rientrammo nella zona cucina.

"Perché non ho più i miei vestiti?"

Sul suo volto comparve un sorrisino malizioso che avrei voluto togliere a forza di schiaffi.

"Sono stato io a cambiarti"

"Corri, ora ti uccido" divenni improvvisamente seria. Ascoltò il mio consiglio, e scappò via.

"Ragazzi aiutatemiiii" urlò  nascondendosi dietro al divano in pelle nera, sembrava una checca isterica aw.

Gli saltai addosso, e per quale motivo a me remoto, mi ritrovai seduta sopra di lui, aveva le mani sulle mie cosce "Mi piace particolarmente questa posizione..." ammiccò facendomi impazzire

"Ragazzi ora aiutate me...?"

><

"Amy è pronto" mi chiamò Matt facendomi uscire dai miei pensieri. Guardai il piatto di pasta all'olio di fronte a me.

Non potevo mangiare.

Una principessa in ginocchio

Non dovevo mangiare.

Le belle ragazze non mangiano

"Non mangi?"

"Dove sono i miei vestiti?"

"Perché? E poi stai così bene..." riconparve quel sorriso

"Ah ah ah fai poco il simpatico, e poi devo tornare a casa"

"No" disse freddo

"Cosa?"

"No, tu non tornerai a casa"

"Si invece, non torno a casa da due giorni"

"No! Tu non tornerai a casa, resterai da me"

"Uno non dirmi quello che devo fare; due non starò da te"

"Perché?"

il mio miglior incuboDove le storie prendono vita. Scoprilo ora