Capitolo 31 - Inaspettato

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Dal 21 giugno erano ormai passati cinque giorni, nonostante l'apparente calma Pervinca, Aster, Derek e Scarlet non riuscivano a rilassarsi e continuavano a tenere costantemente la guardia alta.

"È possibile che dopo così tanti secoli di progetti e piani, di esercizio e sotterfugi il Nemico avesse deciso di arrendersi?", questo era l'unico pensiero che echeggiava nelle loro menti.

Quella mattina, su richiesta della Banda del Capitano, i ragazzi decisero di andare a divertirsi in spiaggia. Stava andando tutto a gonfie vele, finché non sentirono le campane che suonavano l'allarme.

Senza pensarci due volte, si diressero tutti nella piazza, già stracolma di cittadini.

«CHE COSA STA SUCCEDENDO?» urlò Derek per sovrastare il vociare degli altri cittadini.

«LE MURA STANNO CEDENDO» urlò in risposta Duff Burdock.

«NON È POSSIBILE» esordì Scarlet. Scambiatosi uno sguardo d'intesa con Aster, Antony si alzò in volo per controllare dall'alto la situazione. Il ragazzo rimase paralizzato davanti al finimondo che iniziava a scatenarsi: il portone delle mura est, quello che confinava con i boschi, era stato abbattuto e numerosi maghi oscuri e creature demoniache avanzavano liberamente.

«Non abbiamo scampo! Siamo circondati» esordì il ragazzo una volta tornato a terra. A quel punto Aster sfoderò la sua spada, imitato immediatamente da Derek, Scarlet e Pervinca.

Con la certezza di aver ben poche possibilità di riuscire a difendersi, ogni cittadino sfoderò un'arma, pronto a combattere come meglio poteva.

Aster non riusciva a capacitarsi di come fosse stato raggirato ma nonostante questo studiava ogni minimo movimento dei suoi avversari, sfruttando una loro minima debolezza per avvantaggiarsi.

Derek combatteva a spalla a spalla con Scarlet e ogni demone che abbattevano non poteva impedirsi di pensare che l'unico punto di forza del nemico era il loro numero poiché i demoni erano molto deboli e i maghi oscuri che li cavalcavano non facevano uso di armi ma solo incantesimi, neanche essi forti. Perché non si difendevano dai loro colpi? Si comportavano come se stessero andando a morire e ne erano anche consapevoli.

A quel punto il mago dai capelli castani capì: era solo una messa in scena per distrarli. Approfittando di un attimo di tregua, lanciò un fischio acuto tipico di quelli che usava per attirare l'attenzione dei compagni durante gli allenamenti; esaudendo la muta preghiera di Derek, gli altri tre ragazzi corsero al fianco dell'amico.

«Che succede Der?» chiese Vì scoccando una freccia che trafisse il cuore di un demone facendo precipitare al suolo.

«Ragazzi è una trappola! Non ho idea di cosa abbia in mente ma non abbassate la guardia per nessun motivo» disse il mago in risposta alla domanda di Pervinca.

«Lo immaginavo – disse Scarlet – a questo punto potrebbe accadere qualsiasi cosa. Torniamo in campo» finì nella speranza che queste non fossero le ultime parole che potesse scambiarsi con i suoi amici.

Era passata forse un'ora dall'inizio dell'attacco e i cittadini di Fairy Oak sembravano avere la meglio sul Nemico. La maggior parte dei demoni erano stati ormai abbattuti mentre i cittadini iniziavano a esultare per la vittoria. Quando finalmente anche l'ultimo demone cadde al suolo si susseguirono diversi minuti di silenzio, un silenzio più difficile da sopportare di mille tuoni.

Pareva che il tempo si fosse fermato e ognuno dei presenti aveva come la sensazione che stesse per accadere qualcosa di spaventoso.

Successe tutto molto velocemente: una fitta nube nera si estese a macchia d'olio tra le strade di Fairy Oak, travolgendo tutto ciò che era sul suo cammino e lasciando dietro di se devastazione e un'inquietante sensazione di freddo. La nube si muoveva velocemente alzandosi sempre di più finché non fu così alta da impedire a chiunque di vedere oltre il proprio naso.

Tra la gente si stava scatenando il panico tra chi urlava il nome dei propri cari e chi, invece, correva alla deriva, disperato.

D'un tratto la nube si condensò in un solo punto circondando da capo a piedi Pervinca, Scarlet, Derek e Aster. I quattro magici erano immersi nelle tenebre e, nonostante fosse un loro potere vedere oltre le oscurità, non vedevano a un palmo dal loro naso. Mentre alcuni dei saggi, tra cui Duff e Tomelilla, insieme a Flora e Chris provavano inutilmente a raggiungere i quattro ragazzi, una voce tanto melodiosa quanto terrificante rimbombò nelle orecchie di tutti i presenti recitando un antico incantesimo oscuro in una lingua ancora più antica di cui si erano perse ormai le tracce. Dopo aver udito quelle parole che mettevano paura senza bisogno di conoscerne il significato, i quattro ragazzi intrappolati nella nube iniziarono a urlare e dimenarsi per un dolore acuto che li stava colpendo dall'interno, quasi all'altezza del cuore. Ridestati da quelle urla i loro familiari cominciarono a urlare i nomi dei propri figli tentando ancora di oltrepassare la nube. Nessuno seppe dire quanto tempo passò prima che la nube iniziò a dissolversi nell'aria e con lei i ragazzi sparirono senza lasciare traccia.

La nube di fumo era ormai sparita ma al suo posto era rimasta una larga pozza di sangue scuro. A quella vista per molti fu come tornare indietro nel tempo, a quel lontano giorno di quasi otto anni prima.



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