La mattina dopo Pervinca si svegliò con il sorriso sulle labbra. Il suo buon umore, però, sparì nel momento in cui comprese che giorno fosse quello. A quel punto, svegliò immediatamente gli altri e si recarono nella stanza degli incantesimi per riflettere su come agire.
«Cosa ti fa essere così sicura che possa attaccare oggi?» chiese Chris ancora un po' confuso.
«Infatti non ne sono sicura, però il primo attacco, per quanto ne ho memoria, è avvenuto il 21 giugno di otto anni fa, il giorno che manifestai i poteri del buio per la prima volta, ed era il solstizio d'estate» rispose Pervinca.
«Sì, e poi il giorno della battaglia era il 21 dicembre, il solstizio d'inverno» continuò Scarlet.
«Ma cosa c'entrano i solstizi con un possibile attacco?» chiese Antony.
«I solstizi e gli equinozi sono già da se magici, poiché cambia stagione, e proprio questa magia può aumentare i poteri dei magici» rispose Scarlet cercando di mantenere un filo logico legato al paragrafo sui solstizi che aveva in precedenza letto.
«Ma non è detto che debba attaccare oggi» rifletté Derek, attirando l'attenzione dei presenti.
«Pensateci: se ci fosse un modo per imprigionare quella magia naturale e usarla quando si vuole, non sarebbe possibile?» chiese.
«Sì Der, è una cosa possibile, ma chi lo esegue dovrebbe essere talmente potente da imporre il suo volere sulle Forze Della Natura» rispose Aster riflettendo bene sulle parole da utilizzare.
«E lui può farlo?» chiese Erica con una nota di paura nella voce.
«Probabilmente sì» rispose Flora notando le espressioni perse che avevano Vì, Scar, Der e Ast.
«Probabilmente sì»
Un uomo apparentemente sui trent'anni con gli occhi azzurri fissava con espressione divertita lo specchio incantato che aveva di fronte.
"Ma guarda un po'? Gli è bastato così poco tempo per capire le mie intenzioni?!" rifletté fissando lo specchio. "Sono sicuro che lasciare liberi questi ragazzi potrebbe essere la scelta migliore che abbia fatto in questi trecento anni!" pensò sorridendo maligno.
«Mio signore...» la sua attenzione si spostò dallo specchio all'uomo vestito totalmente di nero che aveva appena fatto il suo ingresso nella sala.
«I soldati sono pronti per sferrare l'attacco» esordì una volta avuta la completa attenzione dell'uomo dagli occhi di ghiaccio.
«Bene – disse per poi voltargli le spalle – dite loro che oggi non ci sarà nessun attacco, possono tornare alle loro mansioni» continuò fissando le immagini che si muoveva nello specchio.
«M-ma Signore... oggi è il 21 giugno e v-voi avevate deciso-»
«So cosa ho deciso. Non è una tua mansione commentare le mie scelte. Adesso, prima che cambi idea e decida di tramutarti in uno scarafaggio, fa venire Humulus Belleport immediatamente qui» esordì interrompendo la patetica replica del soldato, che obbedì immediatamente all'ordine.
«Fa le tue ultime preghiere Fairy Oak, poiché quando meno te lo aspetti, ti piegherò al mio volere».
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«Perciò oggi potrebbe essere il giorno migliore per attaccare ma voi quattro avete la certezza che non accadrà oggi. Perciò la mia domanda è: quali prove vi danno queste certezze?» chiese Duff Burdock, più confuso che mai.
«Non abbiamo prove, è solo una sensazione. Sono certo che se attaccasse oggi saremmo molto agitati, ma non lo siamo, al contrario io non sono mai stato così tranquillo» spiegò Derek.
«Non possiamo basarci su delle sensazioni... ma sui fatti sì. Fate chiudere immediatamente le mura di cinta» disse il sindaco.
Il villaggio era in subbuglio, un continuo via vai di gente che correva in tutte le direzioni.
Al contrario dei loro concittadini Aster, Derek, Pervinca e Scarlet erano tranquillissimi, probabilmente come non lo erano mai stati.
«Vì che pensi di venire con me al nostro "rifugio"? Tanto qui non abbiamo nulla da fare oggi» propose Scarlet mentre sfogliava svogliatamente il vecchio libro di leggende.
«Hai ragione Scar, e poi non verranno a cercarci neanche» esultò Vì saltando giù dalla panchina su cui era seduta.
«Di quale rifugio parlate?» chiese Derek curioso.
«È un'ala della città sotterranea che non avete ancora avuto modo di vedere» spiegò la bionda.
«È lì che io e la tua ragazza abbiamo deciso di mettere da parte l'odio e darci una possibilità come amiche» finì Vì.
«O beh... in questo caso, non vediamo l'ora di vederlo» disse Ast mettendosi in piedi e seguendo le due ragazze. In breve raggiunsero il fiume e scesero sotto il ponte.
Aprirono il portone di legno intarsiato ed entrarono nella stanza circolare scavata nella roccia finemente arredata con mobili essenziali. Non era cambiato nulla: le pareti di pietra fredda ma non bagnata, la grande libreria coperta dalle piante rampicanti, la scrivania di legno d'ebano e il portagioie antico, anch'esso in legno, che faceva bella mostra di sé su di essa.
«Wow» fu l'unica cosa che riuscì a dire Derek guardandosi attorno, le due ragazze, nel frattempo, avevano gli occhi lucidi e un enorme sorriso sulle labbra nel ripensare a tutti i pomeriggi passati in quelle stanze nascoste a tutti.
«Scarlet? Ti ricordi dov'era la chiave del portagioie?» chiese Vì riportando alla realtà gli amici.
«Penso sia nella libreria. Vado a cercarlo» rispose la bionda.
«Va bene, io cerco nella scrivania» disse allora Pervinca.
«Perché dovete aprire il portagioie?» chiese Ast aprendo un cassetto della scrivania.
«Lì dentro abbiamo trovato il ciondolo di cui abbiamo letto l'ultima volta» gli rispose Scar.
«Eccola Vì» disse Scar passando all'amica un libro all'apparenza molto antico.
«È ancora qui?!» chiese stupita ricevendo un sorriso dall'amica. «»
Una volta aperto in portagioie, dal meccanismo molto particolare, trovarono tutti i generi di gioielli.
Erano così brillanti che bastava che un solo spiraglio di luce li colpisse per illuminare l'intera stanza.
«Wow» fu l'unica sillaba che uscì dalle labbra di Ast e Der.
«Ed ecco qui anche il ciondolo del libro» aggiunse Vì prendendo la collana.
«È proprio lei» esordì Derek aprendo con facilità il ciondolo e leggendo l'incisione al suo interno, "James e Gemma".
Stavano per andare a perlustrare anche le altre stanze, ma furono distratti da forti boati provenienti dal fiume.
«Usciamo. Torneremo un'altra volta dal nostro passaggio segreto» disse Aster iniziando a uscire da lì.
Il livello dell'acqua era aumentato molto a causa della pioggia che ormai cadeva senza sosta, tanto che, mentre all'andata erano tutti asciutti, al ritorno ai ragazzi l'acqua arrivava alle ginocchia mentre alle ragazze a metà coscia. Velocemente, tornarono a casa e vi rimasero per tutta la giornata.
Come avevano predetto, non successe assolutamente niente, perciò i ragazzi visitarono tranquillamente una buona parte della città sotterranea.
La mattina seguente furono svegliati da continui e insistenti colpi contro la porta. Il tempo di aprire e si trovarono l'ingresso invaso da magici con indosso lunghi mantelli neri.
«Come facevate a sapere che non avrebbero attaccato?» chiese Duff Burdock, a dir poco, furioso.
«Come vi abbiamo già spiegato: sarebbe stato troppo semplice e prevedibile» rispose inviperito Derek.
«E soprattutto sfrontato da parte di qualcuno che pianifica la sua vendetta da più di mille anni» aggiunse Pervinca piccata.
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Non ci si può nascondere dal proprio destino
FantasiCosa succederebbe se durante la Battaglia qualcosa non andasse nel verso giusto? Pervinca e Vaniglia stanno per compiere l'incantesimo che riporterà l'equilibrio tra luce e buio, ma Pervinca nel mezzo dell'incantesimo manda via sua sorella. Perchè...