Capitolo 26 - Foresta - terza parte

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Proprio mentre era sul punto di perdere l'appiglio e cadere nel vuoto, la mano di Grisam la afferrò dal braccio e la tirò su posandola su un ramo di poco sotto di quello su cui era lui. Purtroppo in quel gesto, il suo ramo si spezzò facendolo precipitare al suolo. Proprio quando il ragazzo si rimise in piedi, la bestia, che al momento della caduta stava prendendo la rincorsa, notò la sua presenza e si pose a pochi metri dal ragazzo.

Sapendo di non poter rimanere ancora per molto vicino agli alberi dove i suoi amici si erano messi in salvo, Grisam, approfittando della lentezza del suo avversario, decise di correre nella direzione da cui era arrivato il Troll.

«EHI! PERCHÉ NON TE LA PRENDI CON ME?» urlò mentre iniziava a correre nella direzione decisa. Corse a perdi fiato finché non si trovò davanti ad una fitta boscaglia che gli impediva il passaggio. A quel punto Pervinca non riuscì più a rimanere a guardare e si lanciò nel vuoto atterrando di fianco al biondo.

«Che ci fai qui?» chiese il Capitano stupito poco prima che la bestia si lasciasse contro la boscaglia.

«Ti salvo la vita» rispose schivando un ramo che l'animale le aveva scagliato contro nell'impatto.

«Ma non dovevate ostacolarci?» chiese allora Gri.

«Questa evocazione non è nostra» rispose per poi creare una piccola esplosione sotto i suoi piedi in modo da aumentare la capacità del salto e finire proprio sulla testa del troll.

Grisam fece lo stesso e si trovò insieme alla ragazza a cercare di tenersi forte alle corna.

«Dobbiamo trovare il suo punto debole» disse Grisam alzando la voce per sovrastare i ringhi dell'animale.

«Dimostrami che non abbiamo fatto un errore a farvi fare questa prova. Studia l'animale» disse Vì mettendosi in piedi al certo della testa del troll mentre lui continuava ad agitarsi.

«Massa fisica eccessiva, occhi piccoli e orecchie fini e attente. La vista è il suo punto debole» disse il mago del buio sorprendendo positivamente la ragazza.

Con un incantesimo la ragazza arse la fronte ricoperta di corteccia del mostro facendolo gridare, non dal dolore ma per la luce e il calore che le fiamme spigionavano.

I due saltarono giù e, capendo al volo le intenzioni l'uno dell'altra, presero le liane che pendevano dagli alberi e aspettarono il momento giusto per poter imprigionare la bestia. Schivando colpi che avrebbero potuto ucciderli in un attimo e trasformandosi in ogni genere di animale in modo da far passare le funi su tutti i punti mobili dell'animale, riuscirono a immobilizzarlo completamente. Ormai le fiamme che avevano appiccato erano spente e l'animale era vulnerabile e immobilizzato mentre i due ragazzi erano posti di fronte a lui e lo scrutavano con attenzione.

«Meglio ritrasformarlo prima che si liberi e riprenda a fare danni» esordì Vì mentre dopo essersi procurata un piccolo taglio sul pollice iniziava a disegnare alcuni simboli sul muso del troll. Dopo aver formulato l'incantesimo, si alzò uno spesso strato di fumo nero che avvolse l'animale e dissolvendosi lasciò al suolo una specie di statuetta di legno che lo ritraeva.

«Che vuol dire che non è una vostra evocazione?» chiese Grisam.

«Noi abbiamo creato solo evocazioni di livello base, mentre questo è uno di terzo livello e ciò vuol dire che non sareste mai riusciti a batterlo da soli» ripose Vì incamminandosi con il ragazzo verso la zona dove avevano lasciato gli altri. Arrivati nei pressi della zona notarono strane scie sul suolo e, appena superati degli alberi sradicati, videro gli altri componenti della squadra blu che stavano eliminando dei serpenti antropomorfi con quattro zampe.

Fortunatamente non ebbero bisogno del loro aiuto e presto anche l'ultimo serpente giacque al suolo privo di vita.

«Vì» «Gri» dissero i ragazzi andandogli incontro.

Non ci si può nascondere dal proprio destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora