Capitolo 39 - La fine

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Che fare? Persino i quattro spiriti si erano pietrificati davanti alle guardie che tenevano in ostaggio i bambini, anche se per James e i suoi parevano essere invisibili.

«Ve lo ripeto un'ultima volta. Datemi la sfera o i mocciosi muoiono» ripeté James.

«Non dategliela. Non li lascerà vivere comunque» esordì Duffus confermando le loro ipotesi: i maghi oscuri non potevano né vederli né sentirli.

«È proprio dietro di te. Prendila. Oppure non sai più come si fa?!» lo schernì Pervinca, sperando che Menta riuscisse a far germogliare delle piante rampicanti ai piedi dei soldati in modo da bloccarli il più in fretta possibile.

«Credi di essere divertente, Guardiana?» sbottò uno dei soldati incappucciati alla guardia della cripta di Violet.

«Credo che la nostra piccola Guardiana del buio abbia voglia di scherzare, Humulus, ma non sappiamo come farla collaborare» rispose James con un sorrisetto. Alzò lo sguardo rivolto al soldato che teneva un coltello puntato alla gola di Ryan e gli fece un cenno.

«NOOO» l'urlo di Pervinca fu sovrastato solo dalle grida di dolore di suo fratello mentre lei sue lacrime si mischiavano al sangue che sgorgava dal taglio sulla guancia destra.

«ASPETTA! Ti diremo tutto quello che vuoi ma non far loro del male» intervenne Scarlet.

«Sto ascoltando» disse glaciale James.

«Io e Pervinca conosciamo il contro incantesimo. Siamo state noi a porre il sigillo e solo noi possiamo toglierlo» spiegò con voce spezzata.

«Bene. Che aspettate allora» rispose James.

«Prima liberate i bambini. Loro non c'entrano niente» disse Pervinca.

«E sia. A un condannato a morte viene sempre concesso l'ultimo desiderio» con un altro cenno della mano ordinò di liberare i bambini, che subito corsero tra le braccia dei loro parenti.

«Ryan ascoltami bene – iniziò Pervinca – adesso devi correre da mamma e devi rimanere lì con loro. Non allontanarti e non far allontanare nessuno per nessuna ragione al mondo. Hai capito bene fratellino?» gli occhi di Pervinca traboccavano di lacrime ma si costrinse a non farne scendere nemmeno una.

«I-io voglio restare con te» provò a controbattere il bambino.

«Non è possibile Ryan. Fai come ti ho detto. I-io vi raggiungerò dopo con gli altri» sapeva di mentire e lo sapeva anche suo fratello, ma nonostante ciò Ryan si asciugò le lacrime e insieme agli altri, a cui i erano state fatte le stesse raccomandazioni, si misero a correre nella direzione indicata.

Il contro incantesimo si rivelò molto più difficile di quanto immaginassero a causa della voce tremante di Pervinca e dei singhiozzi di Scarlet, ma alla fine funzionò.

***

Erano di nuovo incatenati. Questa volta in una cella sotterranea e sorvegliati a vista. I palmi delle loro mani rivolti verso l'alto e il Meiton pulsava di energia che veniva immediatamente risucchiata dalla luna ormai alta nel cielo. Era la fine, e non sarebbe neanche arrivata velocemente, al contrario sarebbe stata atrocemente lenta. L'energia veniva rilasciata con una lentezza estenuante, la sensazione era simile a quando viene fermata la circolazione per poter tirare il sangue, era esattamente la stessa cosa: la punta delle dita formicolavano ma percepivano benissimo il loro potere che veniva tirato via dalle loro vene. Erano così deboli da riuscire a mala pena a tenere gli occhi aperti.

«Sapete, vi preferisco molto di più quando fate silenzio. Ma non temete, entro l'alba tutta la vostra energia sarà risucchiata. In compenso io sto diventando sempre più forte» James era seduto sui gradini che portavano al piano di sopra, immerso in una fitta nebbia rossa che, però, non impediva di vedere il ghigno che gli si era stampato in faccia. Continuava a passarsi tra le mani quella sfera di vetro in cui adesso era imprigionata uno spesso nastro di luce azzurrina che si contorceva su se stesso, annodandosi e sciogliendosi.

Non ci si può nascondere dal proprio destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora