Capitolo 25 - Foresta - seconda parte

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«Secondo me ci hanno preso in giro sulla storia degli animali. Sono più di venti minuti che camminiamo e non è ancora successo nulla» esordì Morus.

«Io con cvedo che ci pvendevebbevo in givo. Non su questo» lo contraddisse Acanti.

«Vedete il lato positivo: ci sono capitate le due più tranquille» disse Cecilia.

«Su questo hai ragione» la appoggiò Lucas.

«Secondo me siamo fin troppo buoni» disse Christopher.

«Hai ragione. Ho la sensazione che sia arrivato il momento di farsi vedere» concordò Ast.

Detto questo, i due maghi scesero al suolo proprio alle spalle della squadra rossa e con passo felpato iniziarono a seguirli. Intenzionalmente, Aster spezzò un ramo e il suono non sfuggì all'orecchio di Flox.

«Avete sentito?» chiese proprio la ragazza.

«Che cosa?» chiese Sofie.

«Un ramo si è spezzato» rispose guardandosi attorno insistentemente.

«Sarà stato qualche animale» disse Tommy.

«E non ti preoccupa?» chiese con sguardo furente. Il mago luminoso non ebbe il tempo di rispondere che numerose piccole esplosioni iniziarono a manifestarsi intorno al gruppo, accerchiandoli, mentre due figure umane si muovevano veloci tra gli alberi.

Quando le esplosioni cessarono, delle strane creature simili ai gatti selvatici uscirono dai cespugli e iniziarono ad avvicinarsi al gruppo.

«Che diavolo sono quelli?» chiese George.

«Sono Bakeneko, gatti antropomorfi della cultura giapponese - rispose Flox cercando di mantenere la calma - era nella lista delle creature magiche oscure su cui ci hanno fare quelle ricerche» continuò.

«Non muovetevi e mantenete la calma. La paura li rende più forti» spiegò Camelia.

Senza farsi notare Thomas e Camelia formularono degli incantesimi di luce per poi scagliarli sulle bestie che, a contatto con la fonte luminosa, iniziarono a urlare di dolore e poi a dissolversi nell'aria. I due ragazzi avendo creato solo due sfere luminose, distrussero solo due delle cinque bestie costringendo le altre alla fuga.

«Peter, prendi la bussola nella borsa e riprendiamo il cammino» disse Thomas senza nessuna emozione nella voce.

Mentre la squadra rossa aveva appena superato la prima difficoltà, la squadra gialla era appena all'inizio del percorso.

«Jim da che parte andiamo?» chiese Salvia che consultava la bussola.

«Andiamo vero est e inoltriamoci nella foresta» rispose. La squadra gialla aveva trascorso i minuti precedenti percorrendo la loro strada a ridosso del muro di recinzione.

«Come ci è venuto in mente di dare accettare le loro condizioni? Potremmo rischiare più qui dentro che per la guerra» esordì Martin, non magico e fratello di George.

«Sciocchezze; se dicono che ce la possiamo fare allora è vero» disse Shirley prima che Billie potesse rispondere male a Martin.

Continuarono a camminare per un po' finché non si trovarono a pochi metri di distanza da una creatura ibrida metà orso e metà lupo, dal manto nero come la notte più buia.

Il gruppo rimase immobilizzato finché non videro l'animale alzare il muso a fiutare l'aria e si voltò verso di loro. I ragazzi ancora non accennavano a muoversi e la creatura s'issò sulle zampe posteriori e ruggì facendo tremare di paura i sei.

«Shirley, Salvia, voi andate via, noi proviamo a fermarlo»

«Non vi lasciamo qui da soli» rispose Salvia mentre con Shirley prendeva la mira con l'arco.

Intuendo che discutere con le ragazze sarebbe stato inutile, i ragazzi si misero davanti a loro con le spade tratte, mentre l'animale iniziò ad avvicinarsi.

Tutti i ragazzi erano terrorizzati e questo si poteva ben notare dal loro costante tremolio, ma nonostante questo non si mossero. Quando la bestia fu a pochi metri di distanza, si prepararono a difendersi quando furono bloccati da Salvia.

«Non attaccatelo» disse la ragazza.

«Sei impazzita? Dobbiamo pur difenderci» rispose Billie mantenendo il contatto visivo con l'animale ormai vicino.

«Lo so, ma ricordate cosa ci ha detto Antony alle lezioni sulle creature evocate?! Le evocazioni create da maghi del buio temono la luce. Proviamo a creare un po' di luce» disse. Con l'aiuto di Shirley, la ragazza creò un potente lampo che illuminò la zona a giorno. Purtroppo questa azione invece di spaventare la creatura, la fece soltanto arrabbiare e così cominciò a correre verso il gruppo. A loro volta i ragazzi cominciarono a scappare al massimo delle loro possibilità.

«Qualcuno ha qualche altra idea?» chiese Martin.

«Io sì» Billie si fermò e con un incantesimo diede fuoco alla siepe che avevano appena superato. Imitando l'amico, anche gli altri diedero alle fiamme dei cespugli e altri rami nella speranza di fermare la corsa dell'animale. Esaudendo le loro preghiere, il lupo appena si trovò di fronte alle fiamme, rimase accecato dalla luminosità e dal calore e tornò indietro velocemente.

Erano ormai passata un'ora dall'ingresso nel "campo" e la squadra blu si era ormai inoltrata nel centro del bosco quando scorse in lontananza una nube di fumo.

«Di solito... dove c'è il fumo c'è il fuoco. Secondo voi è successo qualcosa?» chiese Ginestra.

«Non credo, se fosse successo qualcosa, gli altri sarebbero intervenuti» rispose Vaniglia.

Non molto lontano dai ragazzi, nascoste nell'ombra tra le fronde degli alberi, Pervinca e Scarlet seguivano con interesse la conversazione.

«Però è strano» esordì Billy.

«Che cosa?» chiese Grisam incuriosito dall'uscita dell'amico.

«Ci sono capitate le avversarie più abili e ancora non abbiamo incontrato neanche un'evocazione» spiegò il mago luminoso.

«Ahahaha Hai ragione amico» commentò il Capitano ridendo di gusto.

Dopo diversi minuti di silenzio, la terra iniziò a tremare sotto i loro piedi accompagnata da forti ruggiti e altri frastuoni.

«Che cos'è?» chiese Nepeta spaventata.

Nessuno ebbe il tempo di rispondere poiché gli alberi davanti a loro furono spezzati lasciando aperto il passaggio a un gigantesco mostro di pietra e legno che avanzava indisturbato verso il gruppo.

«SALITE SUGLI ALBERI VELOCI» urlò Grisam. Il gruppo non se lo fece ripetere chi volando chi arrampicandosi arrivò abbastanza in alto da mettersi al sicuro.

Il troll, rallentato dalla sua massa, raggiunse gli alberi dove erano i ragazzi e, continuando a ruggire paurosamente, vi si scagliò sopra per sradicarli.

«AIUTOOO. STO SCIVOLANDO» urlò Nepeta cercando di mantenere la presa sulla corteccia.



Non ci si può nascondere dal proprio destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora