L'autrice di questa storia è LiveLifeInTheRain; questa è solo la traduzione fatta da me, tamafune.
La successiva tappa era l'ufficio del numero che mi aveva dato il mio dottore ma non sono sicuro che tornerò. Non voglio che mi osservino e che vedano il marcio in me per poi allontanarmi dalla mia carriera. Amerei andare in pensione dopo aver avuto un'intera carriera nell'esercito.
Restai seduto in attesta e poi fui chiamato.
"Salve Signor Sorci, cosa posso fare per lei?" Chiese.
"Il mio dottore vuole che parli con lei. Pensa che io abbia il DPTS e dei problemi per la mia ultima missione."
"E tu pensi di non avere niente del genere?" Chiese.
"No. Penso che tutti abbiamo passato della merda e tutti noi abbiamo capito come superare i nostri problemi da soli."
"Hai dei flashback?" Mi chiese e feci spallucce.
"Tutti ci pensiamo, quello che è successo, quello che avremmo potuto fare diversamente."
"Tu a cosa pensi?" Chiese.
"Se avessi potuto fare qualcosa di diverso, se ho mancato qualcosa, se avessi potuto salvarli."
"Da quello che hai capito, tu hai salvato quasi tutti."
"Come lo sai?" Chiesi infastidito.
"Ho accesso ai tuoi documenti. Se volevi avere più privacy saresti dovuto andare da un dottore non privato."
"Non gli ho salvati per niente, ci sono tre bambini che cresceranno senza un padre, dillo alle loro mogli e ai loro figli che ho salvato quasi tutti tranne i loro padre o mariti."
"E c'è un numero di bambini che continueranno a crescere con un padre grazie a te, sei stato molto eroico."
"Non sono un eroe, ho fatto il mio lavoro." Odio quando le persone mi chiamano così. Mi sarebbe più piaciuto se gli avessi salvati tutti.
"E' stato molto eroico per-"
"Non voglio parlarne." Lo interruppi.
"Shawn."
"Ho iniziato ad andare a letto con qualcuno." Dissi cercando di cambiare argomento; non ha bisogno di sapere tutti i dettagli e non mi piace attraversare tutte queste stronzate in modo lento come piacciono a loro. Se ne vorrò parlare, ne parlerò.
"Okay."
"Oggi l'ho strozzata e ora ha paura di me e non mi vuole vedere."
"Cosa hai fatto?" Mi chiese con gli occhi spalancati.
"Mi ha tirato uno schiaffo perchè io per primo gliel'ho tirato perchè mi ha toccato il petto e non mi piace quando mi toccano lì. Sono qui perchè voglio provare a capire cosa significano tutte queste stronzate perchè non voglio ferire le persone."
"Cos'è successo dopo che l'hai ferita?"
"Ho provato a dirle che mi dispiaceva e ho cercato di aiutarla ma è scappata. Quando sono andato a casa sua per provare ancora a scusarmi mi ha minacciato di accoltellarmi." La gattina ha temperamento.
"E poi cos'è successo?" Chiese immediatamente.
"Le ho dato il mio coltello e le ho detto di fare pure."
"E lei?" Mi chiese.
"Non ha fatto fatto nulla, ha detto che avevo una pistola così le ho lanciato le pallottole e ho messo sul tavolo la pistola scarica."
"Da quanto la conosci?" Mi chiese e alzai le spalle.
"Da qualche settimana."
"E se avesse cercato di accoltellarti o di spararti?" Mi chiese e alzai gli occhi in aria.
"La pistola era vicino a me, aveva solo le pallottole e avrei amato vederla provare ad uccidermi con un coltello. Ho avuto alcuni scontri uno contro uno con un coltello e il mio avversario era quello che moriva sempre."
"L'avresti uccisa?" Mi chiese e mi strozzai.
"Certo che no; sarebbe stato semplicemente sufficiente disarmarla." Mi guardò come se stesse cercando di capirmi; odio quello sguardo.
"Come stai dormendo?" Mi chiese.
"Non molto bene, di solito finisco sempre per andare a correre."
"Tu pensi di avere un problema?" Mi chiese.
"No."
"Okay beh mi piacerebbe rivederti; hai bisogno di un pass da me per poter andare di nuovo in missione."
"Si lo so ed è una stronzata." Mi alzai e il dottore scosse la testa e me ne andai. Odio parlare dei miei sentimenti e di altre stronzate, non c'è spazio per questi sentimentalismi.
Sono andato da qualche parte e sono quasi morto. So che sarei potuto esserlo e alcuni vivono mentre altri muoiono. E' la vita e può succedere ma allo stesso tempo quegli uomini erano come fratelli per me ed è difficile perdere un fratello.
Andai a casa e bevvi un paio di birre senza preoccuparmi di restare sobrio.
Quella notte andai a fare una corsa e restai fuori fino a tardi e andai a fare un'altra corsa anche di mattina prima di andare a fare fisioterapia. Ero a casa e mangiai il resto dell'enchilada che mi aveva preparato Mari per poi lavare i piatti e mi domandai come riportarle il contenitore.
Quella sera non venne da me e non la incolpai, immagino che mi devo inventare qualcos'altro.
Non sentivo niente e ne ero grato. Mari mi faceva provare molte cose e quella sua piccola bambina mi ha fatto venire voglia di avere una famiglia un giorno e questo mi ha reso debole.
Non voglio avere dei figli e non voglio avere una moglie. Non voglio mancare a qualcuno mentre sono via e non voglio che nessuno soffra se dovessi morire. Mi sentivo molto meglio a scopare una prostituta e restare single perchè i sentimenti e le relazioni complicano le cose ed era meglio tenere lontano queste cose, non mi piacciono le complicazioni.
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At your service - Italian translation
RomanceMari Hansen scappò di casa a 15 anni non riuscendo più a sopportare la sua famiglia radicalmente religiosa e nel disperato tentativo di non essere come loro, finì per vivere per strada, abusando di droghe, alcol e si mantenne con la prostituzione, f...