L'autrice di questa storia è LiveLifeInTheRain; questa è solo la traduzione fatta da me, tamafune.
Quando Lex si svegliò la portai al piano di sotto e scaldai qualcosa che Mari aveva già preparato e le diedi il succo nel bicchiere salvagocce e una dose di medicina adatta ai bambini visto che la febbre si stava di nuovo alzando. Misi un cartone e la coprì con una coperta e si sdraiò con la testa sulle mie gambe.
Decisi di lasciar dormire Mari perchè ultimamente sembrava esausta.
"Anche mamma sta male?" Chiese Lex.
"No, è solo stanca." Strinse forte il suo bicchiere. So che non è una bella cosa quando un bambino sta male, ma Lex è ancora più tenera in queste condizioni.
"Non mi sento bene." Si lamentò.
"Devi vomitare?" Chiesi esitante e sospirai per il sollievo quando scosse la testa. Non ho molta esperienza con i bambini, solo con i bambini di un mio amico quando uscivo con loro.
"Mi piaci." Mi guardò curiosa.
"Anche tu mi piaci." Le sorrisi.
"Rendi la mamma felice." Mi disse e la guardai attentamente.
"Davvero?" Probabilmente non dovrei chiederglielo, non è giusto ricavare delle informazioni da una bambina di sette anni.
"Sorride di più e canta anche."
"Sono sicuro che sorrideva molto anche prima."
"Si ma non quanto ora, è più felice." Mi disse ed io annuii e la smisi, non sarebbe giusto continuare a fare domande su sua madre.
Però continuai a domandarmi se ciò che mi avesse detto corrispondesse alla realtà, lo spero.
Restai da loro fino a mercoledì quando Lex tornò finalmente a scuola anche se Mari non era sicura se Lex fosse pronta ad affrontare tutta la giornata, ma la bambina voleva provare.
Portai Mari a prendere la macchina e poi andai a fare fisioterapia. Fa schifo andarci, mi fanno fare stretching ai muscoli che la pallottola ha strappato ma è quasi arrivato il momento di iniziare a fare degli allenamenti seri. Mi sento molto più minuto rispetto a come ero prima e non lo sopporto.
Dopo la fisioterapia andai dal dottore così che si assicurasse che tutto stesse andando bene e poi andai da quella sottospecie di psicologo, fottutamente fantastico. Odio quel posto.
"Come sono andate le cose la scorsa settimana?" Mi chiese.
"Ho trascorso molto tempo con Mari e sua figlia, questo è tutto." Feci spallucce.
"Come sta andando la vostra relazione?" Chiesi e feci nuovamente spallucce.
"Meglio, sua figlia è stata male così sono stato a casa sua negli ultimi giorni per aiutarla come potevo."
"Lo sa perchè ti trovi qui?" Chiese.
"In parte, le ho detto alcune cose della mia vita personale e lei ha fatto lo stesso."
"Allora non hai trascorso del tempo con nessun uomo dell'esercito?" Mi chiese e scossi la testa. "Perchè no?" Mi chiese.
"E' troppo difficile, non voglio avere a che fare con quei ricordi." Mi rifiuto ancora di lavorare su questo aspetto della mia vita, stare con Mari è un po' come una cura ad una malattia incurabile ma il problema è ancora lì che peggiora e che mi sta consumando da ricordi dolorosi.
"Non pensi che quei uomini si sentono allo stesso modo? Loro erano lì e forse parlare da soldato a soldato potrà aiutarvi dopo tutto." Suggerì e scossi la testa.
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At your service - Italian translation
RomanceMari Hansen scappò di casa a 15 anni non riuscendo più a sopportare la sua famiglia radicalmente religiosa e nel disperato tentativo di non essere come loro, finì per vivere per strada, abusando di droghe, alcol e si mantenne con la prostituzione, f...