Capitolo 62 - Shawn

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L'autrice di questa storia è LiveLifeInTheRain; questa è solo la traduzione fatta da me, tamafune.

Dopo cena e dopo aver giocato un po' se ne andarono, in realtà sono molto felice. Quando li ho visti alla porta ero infuriato ed ero pronto a uccidere quella bellissima donna in cucina ma ora, ora comprendo perché l'ha fatto ed è stato molto dolce da parte sua.

La mattina successiva Marla venne da me  e sembrò arrabbiata.

"L'hai perdonata?" Mi chiese ed io restai a guardarla confuso.

"Che vuoi dire?" Abbiamo così tanti problemi che non so di che cosa sta parlando nello specifico.

"Per averti tradita." Disse e la mia mascella si irrigidì ed io mi tesi, è vero l'ho perdonata ma questo non significa che mi piaccia che mi venga ricordato, mi viene voglia di trascinare Mari in camera da letto per ricordarle che nessuno può soddisfarla come faccio io.

"Te l'ha detto?" Le chiesi e annuì.

"Mi ha detto che era meglio sentirmelo dire da lei prima che me ne andassi con Ed."

"Hai ancora intenzione di seguirlo?" Le chiesi e alzò le spalle.

"No." Disse e sospirai, non voglio che non parta con lui.

"Penso che dovresti andare. Hanno fatto degli errori ma lui deve andare avanti, Mari è il suo passato, tu no. Ed è il passato di Mari, io sono il suo futuro. So quello che è successo tra loro due ed è stato quel giorno che le ho raccontato di me e te." Dissi e sospirò e guardò il suo telefono che stava squillando.

"Gli ho detto che non sarei andata con lui e ora continua a chiamarmi e a mandarmi dei messaggi." Così le presi il telefono e risposi al posto suo.

"Ehi, Mari le ha detto di quello che è successo in California, lasciala state per un po' e sarà lei stessa a richiamarti, addio." Riattaccai e mi strappò il cellulare di mano.

"Coglione." Mormorò.

"Ci andrai." Dissi e aggrottò le sopracciglia, la sto infastidendo a morte ma fa lo stesso con me.

"Non puoi saperlo." Incrociò le braccia davanti alle sue tette finte.

"Si che lo so, ti calmerai e ci andrai." Le dissi e alzò gli occhi in aria e se ne andò. Ma sapete cosa? Avevo ragione io.

La mattina successiva Mari parlò con Marla e la convinse a chiamare Ed per dirgli che lo avrebbe seguito in tour e sperai ancora una volta che Ed avesse superato tutto quello che provava per Mari perché se al posto di Marla ci fosse Mari, lui non avrebbe solo chiamato centinaia di volte, avrebbe preso un aereo e sarebbe venuto a prendersela.

La seconda cosa che mi fece molto felice e che migliorò la mia giornata fu quello che avvenne quattro giorni dopo.

Ero seduto sul divano quando Mari e Lex entrarono in sala con degli scatoloni e le guardai curioso.

"A che cosa servono?" Le chiesi e mi sorrise nervosa.

"Trasferimento?" Disse e il tenero arrossamento sul suo viso mi fece sorridere.

"Dove vi trasferite?" Chiesi mentre mi alzai dal divano e mi avvicinai a lei sperando di sentire quelle parole che disperatamente volevo sentirmi dire.

"Spero che eri serio sull'argomento di andare a vivere insieme." Fu la sua risposta e le baciai le labbra.

"Sono serio. Quando?" Le chiesi.

"Beh prima dobbiamo trovare una casa e domani inizierò a impacchettare tutta la roba." Disse e non riuscii a credere a quelle parole, finalmente andremo a vivere insieme!

"Possiamo trovare un appartamento con tre camere da letto che non sia troppo costoso?" Chiese e la guardai annoiato, sta un po' iniziando ad offendermi, come se io non potessi provvedere per loro.

"Non importano i soldi Mari, quante volte dobbiamo tornare su questo argomento?" Chiesi e alzò le mani.

"Non sono abituata!" Disse e posso capirle ma è comunque fastidioso.

"Allora abituati, che ne dici di trovare un appartamento che ti piace con tutto quello che vuoi senza che ti preoccupi dei soldi?" Suggerii e sbuffò.

"Va bene." Acconsentì, non riesco a credere che sia stato così facile.

"Grazie." Non mi permette di aiutarla finanziariamente senza prima creare una discussione perché pensa sempre ad una fine orribile dove io la lascio da sola in un posto che non può pagare e posso capirla ma deve anche capire me, se le cose non andassero bene, non lascerei mai lei, Lex e Collin nei guai, finanziariamente parlando, mi assicurerei almeno di un posto in cui possano vivere senza doversi preoccupare di questo.

Per me questo è un grande passo nella giusta direzione, come se lei finalmente mi vedesse nel modo che voglio che lei mi veda. Si sta fidando di me e mi sta vedendo come qualcuno con cui passare il resto della sua vita e per me questo significa molto di più che sentirmi dire che mi ama.

La guardai e sospirò e le sorrisi e lentamente ricambiò il mio sorriso.

"Ti amo." Le dissi e mi sorrise triste e l'abbracciai. "Va tutto bene, so che provi lo stesso e sarò paziente a sentirtelo dire. Per me significhi molto di più di quello che pensi." Nascose il suo viso nel mio petto e feci scorrere le mie dita tra i suoi soffici capelli rossi.

"Non penso che dovrai essere troppo paziente." Sussurrò per poi allontanarsi e le sorrisi, potrei stuzzicarla ma non lo farò ma la seguii per iniziare a cercare sul laptop un appartamento.

Continuammo a cercare con Mari che continuava a vedere i prezzi ed io che le ripetevo di ignorarli e parlammo di quello che volevamo e di quello che non ci piaceva, sull'argomento dell'appartamento è una persona molto semplice d'accontentare, finché nell'appartamento c'è una cucina grande e tre camere da letto, sarà felice.

Iniziammo a fare una lista dei posti che inizieremo a vedere la prossima settimana; non penso che Mari sia veramente pronta, non finché ci sarà ancora Marla qui e proprio per questo decisi di trovare un appartamento con quattro camere per quando Marla torni a trovarci.

Quando mi stesi quella notte sul letto con Mari tra le braccia e con Lex affianco a me dopo aver avuto un incubo, pensai a quante cose fossero cambiate, ci ho già pensato prima ma questo è un enorme passo, andremo a vivere insieme, non io a casa sua ma noi in un nuovo posto.

Pensavo che non mi sarei mai sentito a mio agio in una situazione del genere. Quello che sto per fare con Mari è una cosa che non avrei mai pensato di fare. Dicevo che non avrei mai fatto dei figli, che non mi sarei mai sistemato, che non mi sarei mai lasciato alle spalle delle persone quando sarei andato in guerra.

Non ho mai voluto una ragione per tornare a casa ma ora ne ho trovate tre senza che lo volessi. Penso che fosse di questo che parlava Frazier, quando parlava di Steph e di avere dei figli.

Restai sveglio per tutta la notte e mi alzai la mattina presto attento a non svegliarle. Mi cambiai in bagno e tornai da loro per dare ad entrambe un bacio anche se dormivano ancora.

Lex si agitò per poi rannicchiarsi contro un cuscino facendomi sorridere e tolsi i capelli dal viso di Mari per darle un bacio in fronte. La guardai per un minuto, è davvero bellissima e in questo momento sembra molto serena e questo mi dà molto sollievo, ultimamente era molto stressata e ho provato a toglierle via tutto lo stress, io posso assorbire lo stress ma lei no, ha bisogno di rilassarsi per il bene del bambino.

Le toccai la pancia e sentii Collin scalciare, il mio modo per salutare anche lui.

"Ti amo gattina." Dissi dolcemente e sospirai, non voglio lasciarle.

"Anch'io ti amo, Shawn." Mormorò mentre mi voltai e mi gelai mentre mi voltai di nuovo verso di lei e sembrava ancora addormentata, la guardai dormire e aspettai che si svegliasse o che si tese o che iniziasse a dare di matto per quello che aveva appena detto, ma non lo fece.

Sentii una strana sensazione all'interno del mio petto, il mio cuore iniziò ad aumentare i battiti ed ora so che non sarò mai in grado di lasciarla andare. Può anche averlo detto mentre dormiva ma so che voleva dirlo. Le baciai ancora una volta le labbra e andai a lavorare con ancora meno voglia di lasciarla.

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