Capitolo 22 Maledetta me

814 93 10
                                    

Mi avvicinai al vestito che avevo scelto: una tuta grigia a sfumature ora più chiare e ora più scure, che terminava con un paio di pantaloncini, sotto ai quali indossai delle calze velate color carne e degli anfibi neri lucidi. Mi affrettai ad andare in bagno per cambiarmi e, una volta indossati i vestiti, compii delle piroette su me stessa, davanti allo specchio. Apparivo come un grande ammasso di nuvole grigie apportatrici di pioggia. Guardavo, e riguardavo, il mio riflesso allo specchio, ma non ero convinta del mio outfit, anzi, più mi fissavo e più sembravo impresentabile. Distorsi le labbra in una smorfia di disapprovazione mista a disgusto.

« Ehm.... A me non piace tantissimo, a te? »

Chiesi ad Arianna, che intanto mi aveva raggiunto in bagno e si era appoggiata allo stipite della porte, mentre mi osservava.

« Già te l'ho detto! Uffa, sei semplicemente divina »

Mi ripeté annoiata.

« Sì, lo so cosa pensi tu, ma io non sono convinta. C'è qualcosa che non va... ma non capisco cosa. L'ho sempre indossato questo completo »

Mi rigirai verso lo specchio, accarezzandomi le pieghe del vestito. Arianna si staccò dalla porta e mi venne vicino.

« Te lo dico io cos'è che non va.
È questo che non va! »

Mi disse, indicandomi la tempia. Risi, mentre lei si sedeva sul bordo della vasca.

« No, non va bene affatto! È orribile »

Al mio ennesimo lamento, Arianna alzò gli occhi al cielo. Mi tolsi la maglietta di scatto, e la lanciai via senza preoccupazioni. "Fortuna che sotto avevi la canottiera, altrimenti sai che bello spettacolo?", protestò la mia coscienza. Afferrai Arianna per un braccio e la tirai su.

« Vieni. Andiamo immediatamente al negozio di vestiti più bello e fornito che ci sia a Roma, perché tra poco viene Mirko a prendermi ed io non ho la più pallida idea di come combinare quegli stracci che ho in valigia »

« Aspetta, cosa? Viene Mirko a prenderti? E quando me lo volevi dire? Quando lui sarebbe stato praticamente già sotto casa? E poi tu, signorinella, - mi indicò con l'indice con aria ammonitrice - non avevi intenzione di allontanarti da lui? »

Non potevo biasimarla, ma, in ogni caso, mi sentii in dovere di argomentare la mia asserzione.

« Allora, per prima cosa, si è offerto lui ed io ho accettato ancora prima di decidere di allontanarmi da lui. Seconda cosa, sarebbe cattiva educazione non rispettare gli impegni presi. Mi rammarica non averti avvertita prima, ma a causa del disordine che ho in testa non riesco più a distinguere le informazioni »

Le spiegai, contando sulle punta delle dita, mentre pensavo dentro di me che non era solo colpa del disordine che avevo in testa, bensì del completo soqquadro che aleggiava nel mio cuore.

« Ora, però, andiamo o non ce la faremo mai »

Le feci l'occhiolino, prendendola per il braccio, e lei sbuffò palesemente, alzando nuovamente gli occhi al cielo.

Quando fummo fuori casa, mi resi conto che non conoscevo nemmeno la strada per giungere al negozio di abiti più vicino.

« Ehm, dov'è il negozio? Sono partita in quarta e non conosco neanche la strada »

Risi imbarazzata, mordendomi non troppo gentilmente il labbro inferiore. Rise anche lei e poi mi prese per mano.

« Seguimi. Si va per di qua »

Oltre la distanza-Cameron Dallas #Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora