Capitolo 28 Buongiorno piccolo raggio di sole

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Narra Jessica

Quella mattinata non fu come tutte le altre. Un buongiorno così ancora non l'avevo mai vissuto, e fu semplicemente meraviglioso.
La luce tenue di prima mattina era diffusa per la camera e infondeva un piacevole calore sulla pelle. Un fascio di luce filtrava dai vetri puliti della finestra, fino a raggiungermi il viso delicatamente e facendomi naufragare dal sonno profondo della notte precedente. Iniziai a percepire lentamente il peso del mio corpo sul letto, le lenzuola bianche e calde che mi proteggevano dal freddo, il cuscino morbido sul quale era posato il mio capo. A fatica sollevai le palpebre, mentre i raggi solari mi ferivano debolmente gli occhi. Aprii e chiusi le mani più volte, imprigionando le coperte ancora calde e assaporando attraverso il tatto la loro consistenza soffice. Dopodiché, mi strofinai gli occhi con i palmi delle mani, e tirai un profondo respiro. L'aria era leggera e fresca, nonostante fuori ci fosse stato il sole. Sorrisi inconsapevolmente, e mi voltai a guardare fuori dalla finestra. Il cielo era di un bellissimo azzurro pastello a sfumature ora più chiare e ora più scure. Non vi erano grandi ammassi di vapore acqueo nel cielo, salvo qualche piccola nuvoletta sparsa di qua e di là, il che rendeva tutto molto più pittoresco. Il sole splendeva senza riserve, illuminando quella mattina stupenda. Tutto sembrava dire che, quel giorno, sarebbe successo qualcosa di davvero importante e magnifico, qualcosa che non mi sarei mai dimenticata. Quando sentii sollevarsi il canto debole, ma piacevole, di un usignolo, richiusi nuovamente gli occhi, cercando di visualizzare con la mente quell'uccellino sul ramo dell'albero più verde e possente che abbia mai potuto vedere. Quando riuscii a vederlo chiaramente nella mia testa, le labbra mi si incurvarono in un sorriso leggero, ma carico di emozione. Dopo aver tirato dei respiri liberi a pieni polmoni, riaprii gli occhi con lentezza e, questa volta, mi voltai verso Arianna, la quale era ancora avvolta nel sonno. La chiamai a bassa voce, e le scossi flebilmente il braccio.

« Buongiorno, dormigliona »

Le dissi con un debole filo di voce, sorridendole.

« Buongiorno anche a te, pazza »

Mi rispose con riluttanza, girandosi dall'altro lato e nascondendosi il volto con un braccio. Risi in sordina, pensando che forse mi considerasse folle perché ero l'unica persona che si stava svegliando di buon umore e con tanta energia. La rigirai verso di me, e lei mi fece una smorfia mista di rabbia e disappunto. Risi ancora.

« Guarda fuori, - dissi, indicando la finestra - c'è il sole. È una bellissima giornata. Non hai voglia di uscire? »

« No, categoricamente. Preferisco stare sotto il piumone, è qui sotto che si trova la felicità »

Mi rispose con grande teatralità, rigirandosi nuovamente sull'altro fianco. Sorrisi. A quanto pareva, se avessi voluto uscire quella mattinata, l'avrei dovuto fare da sola. Sgusciai con disinvoltura fuori dal piumone caldo che, nonostante il mio buon umore, abbandonai con nostalgia, e infilai i piedi nelle pantofole. Dalla cucina proveniva un odore squisito di cornetti al cioccolato, così decisi di andare subito a fare colazione.

« Buongiorno, nonna »

« Buongiorno, piccola »

Mi avvicinai a mia nonna, alle prese con i fornelli, e le stampai un bacio veloce sulla guancia.

« Stai facendo i cornetti?»

Le chiesi, sebbene già conoscessi la risposta. Lei annuì con vigore ed io mi fiondai ad abbracciarla. Ridemmo tantissimo, finché lei non si fermò e mi iniziò ad accarezzare i capelli con affetto.

Oltre la distanza-Cameron Dallas #Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora