Narra Mirko
Sebbene Jessica cercasse di nascondere la tensione, si notava a vista d'occhio quanto tremasse. L'agitazione le si leggeva negli occhi, e io avrei solo voluto essere in grado di fare qualcosa per migliorare la situazione. Qualsiasi cosa, ad esempio baciarla. L'avrei stretta al mio petto, fino a farle dimenticare cosa significasse avere paura. Eppure, mi stavo limitando a guardarla da lontano, come si fa con una stella bellissima, una stella che sai per certo che non potrà mai essere tua. Lei era la stella che illuminava le tenebre, le angosce e le paure del mio oscuro passato. Non sapevo se sarebbe stato giusto portarla nella mia vita piena di imperfezioni, dolori e litigi. Ferirla era l'ultima cosa che avrei voluto, e solo l'idea che avrei potuto veramente procurarle del male mi spaventava terribilmente. Lei si meritava i baci la mattina appena sveglia, le coccole la notte prima di addormentarsi, le rose tutti i giorni, le colazioni a letto, le risate che ti fanno male allo stomaco. Lei si meritava qualcuno che le migliorasse la vita, non che gliela peggiorasse, ma la verità è che ero troppo egoista per lasciarla andare via. La volevo nella mia vita, nonostante tutti i miei casini.
« Applausi per Jessica... »
Il presentatore urlò, cercando di far esplodere l'eccitazione negli animi del pubblico impaziente. Jessica si coprì immediatamente il piccolo viso con le mani, attendendo il giudizio dei giudici inesperti. Il suo esile corpo era ancora attraversato da brividi che non ne volevano sapere di lasciarla stare. Bastò quella visione, bastò vederla così vulnerabile per far scattare qualcosa dentro di me. Se non avessi affrontato con lei quel momento, non avrei mai potuto perdonarmelo.
« Aspettate »
La mia voce decisa ruppe le grida insensate del pubblico, fermando ogni cosa, perfino il mio cuore, quando Jessica scoprì i suoi magnifici occhi verdi per guardarmi nei miei vacillanti. Sebbene fosse lontana da me, l'effetto che un suo semplice sguardo mi faceva non mutò affatto. Sussultai palesemente provato.
« Devo fare una cosa prima di ascoltare il parere del pubblico »
Era un mio dovere far sentire a Jessica la mia presenza. Quella situazione era per lei un masso gigantesco di emozioni da gestire. Troppo pesante da sopportare da sola. Aveva bisogno di me, lo sentivo.
Mi alzai dalla sedia e mi feci spazio tra la folla per raggiungere il palco, mentre tutti mi squadravano come se mi fosse appena cresciuta una seconda testa da un momento all'altro. Jessica ed Elena seguirono ogni mio movimento con gli occhi. Se non fossi stato un attore, l'imbarazzo si sarebbe già impossessato di me, e non potevo permettermelo dal momento che dovevo già aiutare Verdina a superare le sue paure. Salii le scale del palcoscenico e mi fermai al suo fianco. Le presi la mano con estrema lentezza, intrecciando le mie dita alle sue in una combinazione d'armonia aspettata, e intercettando delle scintille balenare nel suo sguardo non più perso. Aveva posato quei suoi due indescrivibili smeraldi sulle nostre mani, così le presi il mento tra il pollice e l'indice e le sollevai il viso, finché i nostri sguardi si incatenarono. Le sorrisi dolcemente e lei si morse il labbro inferiore. Dovetti fare appello a ogni mio grammo di autocontrollo per non afferrarla, sbatterla a un muro e baciarla fino a far perdere il fiato ad entrambi, lì, davanti a tutti quegli sguardi inquisitori. Dunque, le accarezzai una guancia con estrema delicatezza, e subito le sue gote si colorarono di un tiepido rosso pastello.« Comunque vada, sei stata la migliore »
Le sussurrai all'orecchio, abbassando la voce di qualche ottava. La vidi fremere sotto di me e, Dio, era così perfetta. Istintivamente sorrisi e le mordicchiai delicatamente il lobo dell'orecchio. La sentii sospirare e poi iniziare a respirare convulsamente, mentre mi stringeva forte un lembo della maglia bianca. Mi ritrassi dopo una manciata di secondi, lasciandole un bacio all'angolo della bocca. I suoi occhi si erano tramutati nella tinta più scura della giada, riproducendo sfumature sempre più chiare verso la pupilla, quasi ambrate. Lanciai uno sguardo al presentatore per fargli cenno di continuare il discorso, quando vidi Elena intenta a scagliare sguardi torvi verso Jessica. Sapevo che stava tentando di avvicinarsi a me con ogni arma a sua disposizione, ma quel che non capivo era perché provasse così tanta ostilità e risentimento nei confronti di Jessica, se era evidente che non avrebbe mai potuto vincere. Credeva che non me ne fossi accorto del modo in cui la fissava, delle occhiatacce, dei falliti tentativi di allontanarla da me, e di come si metteva in mostra per fare sfoggio delle sue qualità? Nella mia carriera d'attore avevo incontrato tantissime persone che avevano cercato di avvicinarsi a me, con l'unica intenzione di diventare famosi, entrare nel mondo della televisione, conquistare agganci con gente importante o di ottenere favori d'ogni genere. Tuttavia, Elena non si limitava a ronzarmi intorno, come avevano fatto tutti gli altri, bensì cercava di ammaliarmi e di eliminare tutte le possibili distrazioni che avrebbero potuto sabotare il suo piano. Avrei fatto meglio ad allontanarla il più possibile da me e da Jessica, da noi.
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Oltre la distanza-Cameron Dallas #Wattys2018
RomanceTalvolta la vita è proprio strana. Nel giro di pochi giorni può ribaltare la nostra esistenza, spedendoci dritti al settimo cielo, o purtroppo negli abissi. In un secondo può diventare perfetta, e in quello successivo può distruggere tutto, diventan...