Bastò un solo secondo per farmi andare completamente nel panico. Il mio cervello non riusciva più a ragionare, mentre la confusione totale aleggiava nella mia testa. Una confusione provocata dalla sua comparsa inaspettata, quanto attesa. Volevo con tutta me stessa che venisse, ma non in quel momento, non mentre un tizio qualsiasi cercava di baciarmi su un palco, davanti a centinaia di persone. Inutile rammentare ancora quanto tempo fa la fortuna mi aveva abbandonata, perché, se volete saperla tutta, ancora ero nella culla, quando quella fece i bagagli e sparì dalla mia vita. Sapevo perfettamente che avrei dovuto escogitare qualcosa, e anche alla svelta, per tirarmi fuori da quella situazione imbarazzante, ma il mio cervello era in cortocircuito. Dovevo agire, tuttavia nessuno dei miei arti rispondeva ai miei comandi. Avevo ancora gli occhi puntati su Mirko, che si guardava intorno alla ricerca dei suoi amici, quando, il nervo del mio piede si svegliò e pestò quello di Alex, appena in tempo prima che mi baciasse. Lui imprecò a denti stretti, strizzando gli occhi e lasciando la presa. Ne approfittai, immediatamente, per scappare dietro il palcoscenico,
mentre dalla folla si sollevavano battiti di mani e lunghi fischi. Alex non mi rincorse, così mi autorizzai ad un sospiro di sollievo. Sembrava che Mirko non mi avesse visto lì sopra, tra le braccia di un ragazzo che non era lui, però, temevo ugualmente che qualcuno, e per qualcuno intendo Elena, gli spifferasse la cruda verità. Ammetto che, sebbene non volessi stringere un rapporto intenso con lui, per me contava moltissimo l'opinione che lui aveva di me. Tutto ciò era un punto a sfavore del mio patetico piano chiamato: "Allontanati da Mirko Parisi".
Mi passai nervosa una mano tra i capelli, tirando un bel respiro profondo. Quando sentii nuovamente la musica suonare a tutto volume, mi rassicurai mentalmente e uscii da lì per raggiungere Arianna. Stavo cercando di farmi strada tra la folla, assestando gomitate qua e là e urlando a squarciagola il permesso di passare, finché, arrivata a un punto che mi permetteva una visione piuttosto ampia del locale, mi fermai. I miei occhi si erano posati su Mirko, mentre stava salutando Davide in quel modo strano in cui fanno i ragazzi. Sfoggiava un gran sorriso a trentadue denti, e i suoi occhi erano scintillanti di felicità. Lui era il perfetto ritratto dell'amore, del mio concetto dell'amore. Ma perché doveva esserlo proprio lui? Mi avevano condannata, poiché lui non sarebbe mai potuto essere mio veramente, ed io non mi sarei mai potuta dimenticare di lui. Potevo ripeterlo miliardi di volte, potevo scriverlo su ogni parete, potevo inculcarmi l'idea che lui non faceva per me fino allo svenimento. Potevo davvero fare molto per dimenticarmelo, ma il problema è che non ci riuscivo, o che forse non volevo. Non potevo nemmeno osare di immaginarmi innamorata di un'altra persona che non fosse lui. Ma io non lo amavo, io non sapevo cosa provavo per lui. Anzi, lo sapevo fin troppo bene, per questa ragione scappavo da lui, e sapere tutto ciò mi spaventava troppo, ma, allo stesso tempo, mi piaceva da morire. Ero confusa e sentivo un disperato bisogno di tempo, che mai sarebbe arrivato. Quando mi risvegliai dai miei pensieri, mi accorsi che gli occhi di Mirko erano puntati nei miei, probabilmente già da molto tempo. Percepii una scossa percorrermi l'intera colonna vertebrale, e le gambe cedere per un istante. Fu come svenire, ma senza cadere e far rumore. Non seppi mai da quanto tempo ci stavamo guardando così, da lontano. Lontano... lontano... lontano... Questa parola mi riecheggiava nella mente, intimorendomi ancor di più. Io odiavo la distanza. Le persone sono troppo abituate ad abbandonare le altre. Non ti restano vicino quando abitate nella stessa città, figuriamoci quando siete distanti cinquecento chilometri. La verità è che le persone cattive godono ad abbandonare quelle più deboli. Si divertono ad assistere al loro crollo morale, perché, così facendo, comprendono quanto può essere necessaria la loro presenza. Si sentono importanti, quando non lo sono affatto. Sono solo dei poveri falliti. Che bisogno c'è di fingere affetto verso qualcuno, e quando quel qualcuno si affeziona, abbandonarlo a se stesso? Che bisogno c'è di far soffrire le persone? Che bisogno c'è di prendersi gioco degli altri? Lo fanno per vendetta? No, loro sfruttano quelle persone che non gli hanno mai fatto niente di male. Perché lo fanno? Non lo so, non l'ho mai capito, ma vorrei. Ti dicono tutte quelle belle cose che hai sempre voluto sentirti dire. Ti trattano come hai sempre desiderato. Ti fanno sognare, fanno avverare tutte quelle scene da film che ti sei sempre immaginata. E poi si stancano, e se ne vanno. Finisce tutto così, su due piedi, con un fottutissimo addio su WhatsApp, dopo mesi di messaggi chilometrici. E questo è il migliore dei casi. Talvolta scompaiono solo, senza nemmeno avvertirti. E tu, nel frattempo, ti sei affezionata, ti sei aggrappata a lui solo perché ti ha mostrato un briciolo d'affetto. E allora sei lì che aspetti speranzosa che torni, esattamente dove ti ha lasciata, perché non sai quando lo farà, se lo farà. L'addio non detto è straziante. Sei avvolta nel baratro, non sai che diamine fare. Lasciare perdere, o aspettare? E se non tornerà mai più? L'amore dovrebbe essere il sentimento più bello al mondo, quello che ti riempie di gioia, che ti dà un motivo per cui alzarti la mattina dal letto. Dovrebbe renderti felice, eppure ha ucciso più persone di quanto non faccia il cancro. L'amore è il cancro del cuore. Ma allora perché ci innamoriamo se siamo consci che soffriremo? Siamo masochisti, non c'è altra spiegazione. Perché ci illudiamo di essere davvero speciali, per qualcuno che noi riteniamo importante, se sappiamo perfettamente che non è così? È per essere felice almeno solo per qualche giorno? Però, poi, soffriremo per settimane, mesi, anni. E tutto questo, solo per degli stramaledettissimi giorni, giorni che non dimenticheremo mai, perché ci hanno reso felici. No, così non va, non può andare. Io so per certo che l'amore non si può eliminare dai cuori umani, ma almeno si può scegliere se soffrire o meno, e per quale persona soffrire. Io so che con Mirko soffrirò soltanto e, per ora, ne ho già vista abbastanza di sofferenza. La mia migliore amica ha dovuto patire atroci dolori e sopportarli, convivere con il suo cuore spezzato per ben un anno. Giuro, che quell'anno non lo dimenticherò mai. Lei sorrideva, mi rassicurava che andava tutto bene, ma, dietro al suo sorriso si celava un disperato urlo d'aiuto. Le stavo vicina, sempre, e pian piano l'ha superato. Le ferite si sono rimarginate, tuttavia, le cicatrici sul suo cuore sono rimaste, e difficilmente si potranno cancellare.
Eravamo ancora intenti a fissarci, come se non ci vedessimo da anni. Io ero ancora lì, in mezzo a quelle persone che ballavano, cullata dai pensieri e dai suoi occhi magnetici. Lui era ancora lì, in piedi, tra Davide, Arianna ed Elena, che argomentavano tra loro. Tutto intorno a noi si muoveva, senza curarsi di noi. La gente intorno a me ballava, ma era gente senza volto, gente di cui non conoscevo la storia, anime che non avrei mai più incontrato nella mia vita, cuori che non avrei mai esplorato. È stranamente pazzesco come, durante la nostra esistenza, veniamo a contatto con altre mille persone, ma senza saper nulla di loro. Basti pensare a quando passeggiamo. Con quante migliaia di persone ci sfioriamo, quante ne guardiamo, con quante scambiamo un sorriso, senza saper nulla della loro vita? Sfioriamo le loro vite, ma senza conoscerle, senza avere la possibilità di conoscere la loro storia, i loro sentimenti, le loro ragioni. E in quella confusione di gente, quando i miei occhi avrebbero potuto guardare chiunque, avevano scelto proprio lui. Ci guardammo per un tempo infinitamente lungo, finché non lo vidi scambiare qualche parola veloce con Davide e, poi, iniziare a camminare nella mia direzione, mentre il mio battito cardiaco si faceva sempre più veloce.
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Oltre la distanza-Cameron Dallas #Wattys2018
RomanceTalvolta la vita è proprio strana. Nel giro di pochi giorni può ribaltare la nostra esistenza, spedendoci dritti al settimo cielo, o purtroppo negli abissi. In un secondo può diventare perfetta, e in quello successivo può distruggere tutto, diventan...