Narra Jessica
Detestavo con tutta me stessa non avere ogni cosa sotto controllo, non avere il coltello dalla parte del manico. Eppure, in quella situazione il coltello non sapevo nemmeno dove cavolo fosse finito. Ero talmente disorientata e confusa, da non avere nemmeno la minima idea di dove cercare il mio telefono. La camera di Mirko era una Babilonia in versione ridotta, soprattutto dopo la mia disperata ricerca irrazionale del telefonino, che aveva contribuito ad alimentare quel soqquadro. Due o tre pile di vestiti giacevano alla rinfusa sul pavimento della stanza, una lattina di Coca-Cola vuota riposava abbandonata sotto il suo letto sfatto, un mucchietto scomposto di libri marciva sulla scrivania, alla mercé della polvere, due paia di scarpe costose erano state dimenticate da tempo ai piedi del letto, e infine, ovviamente, non poteva mancare lei: la sedia-armadio, dove Mirko abbandonava a loro stessi altri vestiti di marca.
Ma quanti capi di abbigliamento aveva? Già ero conscia che girare film ed essere un attore di professione rendeva molto bene, ma, dopo aver trascorso una notte intera tra migliaia di euro tramutati in vestiti lussuosi, non potevo non esserne più che convinta. Inoltre, ricordo anche di aver pensato che, con tutti i soldi che guadagnava, avrebbe potuto permettersi non una cameriera, bensì dieci, cosicché da non ritrovarsi una discarica d'oro come camera da letto.
Il disordine non aiutava per niente a migliorare la situazione, anzi non faceva altro che peggiorare il mio umore. Stavo dando di matto, e l'aspetto più buffo è che ne ero assolutamente consapevole. Agli occhi di Mirko sarei dovuta sembrare una forsennata, soprattutto quando gli riferii che non davo notizie di me né ad Arianna, che a mia nonna, da almeno un giorno. Letteralmente nessuno sapeva che ero lì, da lui e con lui. Ero in un mare di guai, anzi, eravamo in un mare di guai. La mia vocina interiore non si dedicava ad altro che a ripetermi come un mantra che ero una deficiente per essermi dimenticata di avvertire almeno mia cugina e, ahimè, aveva pienamente ragione. Mirko mi rassicurò che sarebbe andato tutto bene, così il mio senso di smarrimento si placò almeno quel poco da permettermi di recuperare la lucidità necessaria per ritrovare il fatidico oggetto smarrito. Insieme cercammo per tutta la casa il cellulare, finché Mirko lo trovò dietro il comodino del letto. Probabilmente doveva essere caduto durante la notte. Immediatamente digitai il numero di Arianna con le mani tremanti, e sperai che tutto potesse risolversi nel migliore dei modi, benché avessi già trovato dieci chiamate perse da mia cugina, una da mio fratello e tre da mia nonna, senza contare i messaggi di Arianna nei quali mi minacciava di morte se non l'avessi risposta subito. Il telefono iniziò a trillare acutamente nel mio orecchio, ed io cominciai a rotolare una ciocca di capelli biondi attorno all'indice e a battere ripetutamente il piede per terra, vittima del nervosismo.« Jess, respira. Non è la fine del mondo. Ne usciremo insieme, come abbiamo già fatto altre volte e come continueremo a fare per sempre »
Mi consolò con tono rassicurante e posandomi una scia di baci umidi sul collo, mentre mi accarezzava il braccio dolcemente. Mi morsi con forza il labbro inferiore, trasalendo al contatto della mia pelle con la sua bocca, ma riuscii a calmarmi e a recuperare completamente il senno.
Arianna mi rispose dopo il terzo squillo, e nella sua voce risuonava con determinazione un forte tono d'accusa, che mi fece inesorabilmente sentire piccola piccola. Tuttavia, non potevo certamente biasimarla. Il mio comportamento era stato imperdonabile e da sciocchi, ma almeno mi sarei ricordata per sempre di avvertire i miei parenti a proposito di dove passassi la notte e con chi, sebbene non avessi intenzione di riferire loro la completa verità, soprattutto se si trattava di trascorrere le ore notturne con Mirko.« Jessica Amato, dove cazzo sei? »
Doveva essere proprio paonazza in quel momento per avermi chiamato col mio nome intero.
« Ari posso spiegarti tutto »
« Bene, allora inizia pure a spiegare. Sono tutta orecchi, e non chiamarmi "Ari", quando sono incazzata con te! »
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Oltre la distanza-Cameron Dallas #Wattys2018
RomanceTalvolta la vita è proprio strana. Nel giro di pochi giorni può ribaltare la nostra esistenza, spedendoci dritti al settimo cielo, o purtroppo negli abissi. In un secondo può diventare perfetta, e in quello successivo può distruggere tutto, diventan...