Capitolo 30 Sei solo una bambina immatura

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Narra Jessica

Mirko mi aveva promesso che, questa volta, mi avrebbe baciata più lentamente, e fu così. Almeno all'inizio, perché, inevitabilmente,
il bacio, da lento, si trasformò in un vortice di passione irrefrenabile. Ci baciammo con avidità ancora una volta, finché non iniziai a boccheggiare. Sussurravo il suo nome tra un bacio e l'altro sulle sue labbra. La sua mano si insinuò ancora sotto la mia maglia, iniziando a esplorare ogni centimetro del mio corpo con accuratezza, senza preoccuparsi degli sguardi curiosi di coloro che da lontano ci osservavano. Mi morse il labbro inferiore tante di quelle volte che persi il conto e, ad ogni morso, io gli tiravo più forte i capelli, ai quali mi ero aggrappata per sostenere quello spirale di emozioni che mi stava devastando. Erano emozioni troppo grandi concentrate in una volta sola, ed io non sapevo minimamente gestirle. Non potevo manco avere lontanamente l'idea che si potessero provare così tante sensazioni in una volta sola. Fu snervante, ma spettacolare. Ci baciammo come se fosse l'ultima volta che potessimo farlo, benché fosse appena la seconda. Nessuno mi aveva mai baciata con tale intensità. Entrambi non avevamo più fiato nei polmoni, ma a nessuno dei due sembrava importare un granché. Le labbra iniziarono a farmi male, ma lui non si fermò. Entrambi eravamo bollenti, come il fuoco. Temevo che avessimo veramente potuto incendiare tutto. Il cuore mi batteva all'impazzata nel petto, come una furia, e non aveva la minima intenzione di fermarsi. Per un momento pensai che potesse esplodermi. Senza alcun preavviso, la sua lingua penetrò nella mia bocca, lasciandomi spiazzata qualche istante, finché l'istinto non prese il sopravvento. Allora, le nostre lingue si unirono in una danza di capriole, intrecci e scocchi. Tutto sembrava troppo bello per essere vero, ma così reale per essere un sogno. Avevo dimenticato, o forse mai saputo, quanto un bacio potesse essere appassionato e accenderti ogni terminazione nervosa. Lo allontanai, quando, capii che le mie gambe non sarebbero più state in grado di resistere e avrebbero ceduto da un momento all'altro per l'emozione. Ci guardammo negli occhi per lunghi istanti, mentre lui mi disegnava con le dita dei cerchietti immaginari sui palmi delle mani. In quel momento, mi sentivo in dovere di dirgli qualcosa, qualsiasi cosa, ma sarebbe stato meglio confessargli ciò che provavo per lui. Non parlo solo dell'amore che serbavo nei suoi confronti, ma anche di tutti quei problemi a cui sarei andata incontro nel caso che mi fossi ufficialmente fidanzata con lui. Sentivo la necessità di rivelargli ogni mia paura, perché lui mi potesse aiutare ad acquietarla. Tuttavia, quelle stesse paure mi frenavano, ed io non ero abbastanza forte e determinata per sconfiggerle da sola. Avevo bisogno di lui, ma non sapevo come dirglielo. Fu in quel momento che lui mi diede prova del suo amore per me, perché, quando qualcuno ti ama veramente, non ha bisogno di sentire delle futili parole per capire cosa stai provando, e lui in quel momento lo comprese da solo, senza che io glielo dicessi apertamente.

« Che ti succede, Jess? »

Mi chiese con tono basso, ma carico di preoccupazione. Aggrottò le sopracciglia e la sua mano indugiò sulla mia guancia. Tirai un profondo respiro, e la mia vocina interiore mi spinse bruscamente a parlare, come quando qualcuno ti spinge giù dal trampolino senza preavviso, e tu cadi, cadi inesorabilmente nelle braccia fredde dell'acqua. Il gelo ti investe, ti avvolge, e ti raggiunge le ossa, mentre nelle tue vene scorre la paura, che raggiunge lentamente il cuore. E quella lentezza è ancora più dolorosa.

« Ti amo Mirko, ti amo forse come non ho mai amato nessuno, forse solo con te ho conosciuto davvero cosa sia l'amore, e forse siamo persino fatti l'uno per l'altra, però... Non voglio mentirti, sarebbe l'ultima delle cose che vorrei, ma io non potrò mai essere tua. Mai... »

Si incupì di colpo alle mie parole, e un profondo senso di colpa si schiantò su di me. Incassai il colpo, rafforzando la mia corazza, mentre aspettavo ansimante la risposta di Mirko. Il cuore mi martellava nel petto forte, spietato, incessante. Cosa avevo fatto? Mirko non mi rispose, si limitò a guardarmi intensamente negli occhi, e poi mi attirò a sé. Di nuovo, le curve del nostro corpo si allinearono, e mai, come in quella volta, avrei voluto che lui fosse lontano da me per poter parlargli lucidamente e dirgli la verità.

Oltre la distanza-Cameron Dallas #Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora