Spesso mi chiedo cosa facciano i miei genitori senza di me in casa. Mi ricordo quando tornavo da scuola e facevamo delle partite a carte tutti insieme. Anche quando ero all'università mi chiedevo sempre che facessero e li chiamavo ogni sera perché mi mancavano, ma all'epoca non avevo deciso di trasferirmi così in fretta. Quando sono tornata a casa dopo la laurea ero felice di stare di nuovo con loro, ma mi sono accorta che l'indipendenza che avevo creato in quei tre anni mi piaceva troppo. Adesso sono qui e non tornerei mai indietro. Se non avessi rotto con Luca credo che le mie decisioni sarebbero state diverse, ma anche se sembra brutto dirlo ma sono felice di non stare più con lui. Non si costruisce niente con i 'se'. Non riesco a smettere di pensare a ieri e a Marco. Non posso tornare indietro, proprio non posso.
<< allora ci sei? Pensavo di non trovarti e un bigliettino che diceva 'sono con il mio Marco' >> ride e si lancia sul divano, per fortuna che è resistente, con tutti questi lanci.
<< cosa te lo fa pensare? >> chiedo scettica sul voler sapere la risposta
<< no, niente. Che hai fatto oggi? >> mi chiede fissandomi in modo divertito.
<< beh, sono stata con Marco allo studio di registrazione >> dico guardando la tv come se fosse interessante, ma esce solo la pubblicità di quella fascia dimagrente. 'comprime, comprime e comp..' quella insomma. Lei incrocia le braccia nella sua famosa versione del 'visto?'.
<< come ti diverti con Marco eh? >> ammicca alzando le sopracciglia
<< abbastanza >> mormoro a bassa voce e lei per risposta mi fa il solletico dato che non mi crede.
<< ok, ok. Mi diverto molto >> urlo cercando di fermarla. A volte ho paura che i vicini chiamino la polizia per le nostre grida. Con gli orari di Lori stiamo poco tempo insieme, ma posso dire che le sfruttiamo al meglio.
<< e poi? >> chiede volendone sapere di più, ovviamente.
<< siamo andati in un ristorante e abbiamo mangiato >> scrollo le spalle e rido per la sua espressione scioccata. Con un gesto veloce le chiudo la bocca ma lei salta sul posto come un canguro.
<< un appuntamento >> esulta
<< no, assolutamente no >> rido ma non posso che arrossire al suo commento
<< avevamo fame e abbiamo mangiato, tutto qui >> cerco di spiegare, anche se non dovrei dare spiegazioni su qualcosa di ovvio. In fondo eravamo due amici che pranzano insieme.
<< ma forse lui..>>
<< lui niente. Niente appuntamenti. Niente fantasie stupide >> la interrompo perché una volta che inizia a fantasticare possiamo diventare anziani e con l'Alzheimer, così scorderà cosa ha detto e dovrà iniziare daccapo.
<< uffa. Ma quando avrete un appuntamento voi due? >> si lascia andare a sbuffa, ma fingo di non sentire lei che finge di non sentire me. Un classico.
<< allora cosa facciamo per il tuo compleanno? >> le chiedo ascoltando le sue interminabili idee per gli spuntini.
Lunedì verso le sei esco a comprare le cose per Ivan. Mentre rileggo le lista che mi ha dato, il telefono suona e mi affretto a rispondere
<< Sonia >> ecco la voce di Marco, un po' affaticata, ma sempre perfetta.
<< Marco, srai bene? >> chiedo curiosa di sapere perché mi ha chiamata, non che non gradisca, anzi.
<< benone. Stavo correndo e sono sotto il tuo palazzo..ho pensato..se volevi venire a fare due giri >> ha il fiatone mentre parla a scatti. Fare due giri eh? Non rifiuterei mai, anche se odio correre.
<< sarebbe bello se fossi a casa. Corri sempre a quest'ora? >> chiedo divertita. Che matto che è.
<< si..beh, no, ma è una splendida giornata e si vedono le stelle. Più o meno >> posso immaginarlo mentre guarda il cielo solo per vedere il buio della città e imbronciare il viso.
<< dove sei? >> chiede ancora con la voce più calma e mi ritrovo a pensarlo appoggiato al muro del palazzo. Forse devo smetterla di immaginarmi la sua figura.
<< non sono sicura di volertelo dire >> voglio prenderlo un po' in giro dato che la fila per la cassa è infinita. Perché aprono una sola cassa?
<< e invece sei sicura di volermelo dire, a meno che non sia qualcosa di illegale >> commenta divertito e io chiudo gli occhi cercando di non ridere.
<< mi serviva la carta igienica >> dico la prima cosa che mi viene in mente.
<< ah, beh. Tutti vanno al cesso >> lo sento dire e mi guardo in giro sperando che non l'abbiano sentito.
<< ma non tutti si puliscono >> rispondo ridendo con la mano sulla bocca. Ho sempre odiato parlare con le persone vicino, anche se estranei, non mi piace che ascoltino la conversazione anche se in piccoli pezzi.
<< è un modo di dire che tu lo fai? >> risponde ridendo a più non posso.
<< ok, la signora davanti a me si è girata a guardami male >> rispondo
<< puoi darle torto? >> ride ancora e vorrei poterlo registrare per sentirlo come la mia musica preferita. Ma cosa dico? Non posso impazzire in questo modo.
<<no, ma credo sia un segno per farci cambiare argomento. Domani è il compleanno di Lori >> dico iniziando a mettere le cose sul nastro.
<< oh, fantastico. Ventitré anni giusto? >>
<< si >>
<< dove andate? >> chiede, ma non riesco a rispondere per poter mettere le cose in busta.
<< Sonia? >> lo sento chiamarmi e guardo le cose in mani sperando che non cadano o che non cada il telefono tra la spalle e l'orecchio. La signora che stava davanti a me, che mi guardava male, mi aiuta imbustando le cose e ne approfitto per rispondere.
<< Marco, scusa un secondo >> pago la cassiera e ringrazio la signora di prima che mi sorride. Una Santa.
Metto velocemente le cuffie che tengo sempre in borsa, fortunatamente, e con le buste in mano mi dirigo all'uscita.
<< scusa, ero alla cassa. Comunque stiamo a casa domani, verranno due amiche e il fidanzato di Lori. Se sei libero puoi venire anche tu >> dico chiedendomi perché non gliel'ho chiesto prima.
<< a Lori va bene? >> chiede e posso sentirlo ansimare. Come fa a correre ancora?
<< certo che le va bene >> rispondo contenta che venga.
<< d'accordo allora >> dice e posso vederlo sorridere se chiudo gli occhi. Ho fissato la sua immagine in testa ed è difficile toglierla.
<< senti, hai idea di dove trovare un fioraio? >> chiedo mettendo le buste in macchina.
<< seee. Proprio a me chiedi? >> ride e scuoto la testa aspettandomi una risposta simile.
<< da quant'è che vivi a Milano esattamente? >> chiedo per prenderlo in giro e inizio a cercare sul telefono.
<< ho molte storie a proposito dei miei smarrimenti qui >> lo sento dire mentre guardo il fioraio a poca distanza da casa mia. Marco non è il solo che non si accorge delle cose allora.
<< so che non ci crederai, ma sto passando davanti a un fioraio adesso >> dice ridendo
<< immagino lo stesso che ho trovato su internet. Si chiama Stella? >> chiedo
<< proprio quello. Ti aspetto qui..non provare a nominà la canzone >> scherza mentre io rido
<< sei tu che l'hai nominata. Arrivo >> rido e metto in moto la macchina. Ci metto un quarto d'ora ad arrivare e quando raggiungo il negozio trovo Marco seduto su un muretto mentre traffica con il telefono che scuote la testa al ritmo di una musica immaginaria.
<< finalmente. Ho pensato ti fossi persa >> dice raggiungendomi
<< non mi chiamo Marco >> lo sfotto con una linguaccia e inizio a indietreggiare mentre lui si avvicina con uno sguardo che dovrebbe essere arrabbiato. Dovrebbe, ma riesco solo a ridere
<< fatti abbracciare >> dice aprendo le braccia, ma non ci casco
<< no, no. Sei tutto sudato allontanati >> allungo la mano per difendermi, ma lui proprio non si ferma.
<< voglio solo un po' di affetto >> dice scherzosamente, ma sono pronta a darli tutto l'affetto che chiede. Lui fa un passo e io indietreggio girando intorno. Scatto all'indietro ed inizio a correre inseguita da lui mentre ridiamo come scemi.
<< non siamo dei bambini >> dico mentre giriamo per il parcheggio con le persone che ci guardano confuse. Mi blocco mentre lui mi stringe da dietro facendomi ridere ancora per un po'.
<< presa >> urla dondolandomi da un lato all'altro senza importarsene di me che cerco di scappare. È troppo forte.
<< andiamo va >> dico iniziando a camminare con lui ancora legato a me, in modo meno forte dato che ride per qualche strana ragione. Mi piace vederlo così spensierato.
Quando passiamo la porta, salutando le persone, lui si stacca ma resta vicino al mio fianco. Inizio a guardarmi intorno aspettando che arrivi il nostro turno
<< allora cosa ci facciamo qui? >> chiede Marco facendo uno strano ticchettio con la bocca.
<< per Lori >> dico semplicemente
<< li regali dei fiori? Molto romantico >> scherza e io li do una gomitata per nascondere il mio sorriso.
<< è un segreto. Anche se lo scopriresti domani, ma te lo dico visto che sei qui >> voglio dirglielo anche perché magari mi aiuta con le commissioni per Ivan. Mi spiegate perché vuole delle biglie?
<< ok, dimmelo >> si avvicina al mio viso con fare cospiratorio
<< non è un segreto di Obama eh.. >> commento divertita e mi metto a braccetto aspettando il nostro turno.
<< il fidanzato di Lori le farà la proposta di matrimonio e le servono alcune cose e visto che io sono il loro Cupido, l'aiuto >> dico mentre osservo incantata gli oggetti di questo negozio, di cui non so l'utilità, ma sono bellissime.
<< ow, allora ti aiuto. È sempre bello vedere una coppia felice >> lo dice in modo così dolce e sorridente che mi viene voglia di abbracciarlo. È così ovvio che l'amore significa moltissimo per lui, come per molte persone. Mi piacerebbe che fosse per tutti così.
<< bene >> mi tengo stretta al suo braccio con lui che sorride soddisfatto per chissà cosa. Li starà venendo qualche idea stramba.
Non so come finiamo a mangiare un panino camminando tranquillamente per strada, ma dopo aver preso tutte le cose e averle portate in casa, Marco mi ha proposto di portarmi in posto che a lui piace molto. Che dire, ho accettato.
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Se sei come sei (Marco Mengoni)
Fanfiction// Non importa chi fingi di essere, io amerò chi sarai per me \\ - nel senso che sono tua amica solo perché sei famoso? - chiedo delusa dal fatto che pensi questo di me, ma sono pronta a capire fino in fondo questo suo pensiero. - no, questo no...