16. It's My life

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Non chiedetemi dove trovi la forza Marco, ma io sto cercando di concentrarmi su altro per non pensare alle mie gambe ormai irrecuperabili. In più lui ha questo zaino dietro e mi ha chiesto di prendere un asciugamano da mare. Non avendolo, ho preso un lenzuolo che non serve e abbiamo iniziato a correre.
<< quanto manca? >> chiedo affannata. Credo di averglielo chiesto un paio di volte e mi ripete sempre 'poco' e io mi ripeto sempre ' c'è la posso fare', ma non credo valga anche per questa volta.
<< dai dai >> urla correndo. Ride e si ferma per tornare indietro da me che mi piego appoggiata alle ginocchia.
<< sai, ci sono cose che non ti ho detto di me. Tipo che non sono una grande atleta >> mormoro mentre lui mi appoggia una mano sulla spalla.
<< non me vuoi morì adesso spero >> scherza e io rido alzandomi.
<< acqua >> mormoro ancora e mi appoggio a lui.
<< avrai acqua a volontà dove andremo >> caccia la bottiglia e me la porge iniziando a trascinarmi con se. Sono le sette e mezza, stiamo camminando e io vorrei tanto avere un letto con le rotelle dove Marco mi spinga dove vuole, basta che mi faccia dormire una mezz'oretta.
<< prometto che ti piacerà >> dice dolcemente guardando la mia faccia esausta. Spero di non risultare tanto brutta in questo momento.
<< ok, ok >> sussurro mentre chiudo gli occhi e mi lascio guidare da lui
<< quanto si piccola >> dice divertito e io faccio finta di rimanere offesa mentre dentro di me ballo sotto la pioggia. Amerei un po' di pioggia in questo momento. Solo una goccia.
<< sei tu che sei alto >> ribatto e sorrido quando apro un occhio per vedere la sua espressione compiaciuta. Lui è  abbastanza alto da farmi sembrare davvero piccola.
Ogni tanto sbricio per vedere dove siamo, ma non posso dire che riconosco la strada. Siamo in una stradina senza asfalto, è  buio a dire il vero, anche se si vede abbastanza bene.
<< dilla la verità >> mormoro mentre cerco di non ridere
<< che? >> non so cosa stia pensando, ma il suo sorriso mi fa intendere che i suoi pensieri sono in sincronia con i miei.
<< che hai scoperto questo posto perché ti sei perso >> dico e lui inizia a ridere.
<< che intuito >> urlo e rido insieme a lui.
<< corri >> urla prendendomi la mano. Riesco a starli dietro e quando vedo l'acqua che brilla di tutte le luci mi meraviglio. Non è che vivo da assai a Milano, ma ci ho girato parecchio e non mi sono accorta di questo posto. Amo Milano e la sua confusione, ma amo anche di più la tranquillità e il mare, o comunque qualcosa che ci si avvicini.
<< wow, Marco è splendido. Non pensavo Milano avesse del verde in se >> scherzo mentre mi avvicino al laghetto o quello che è. Importante che sia acqua.
<< Milano è la città più verde che c'è >> ribatte divertito e inizia ad aprire il lenzuolo.
<< dovresti perderti più spesso >> dico e lo guardo compiaciuto di se stesso.
<< hai visto? Io quando mi perdo lo faccio bene >> ride e mi fa segno di sedermi con lui. Ci copre con il lenzuolo, fortuna che sia abbastanza grande, ma stiamo vicini lo stesso.
<< facciamo campeggio? >> chiedo divertita e mi appoggio a lui.
<< campeggio senza tenda. Originale >> concorda con il suo solito sorriso.
<< magari un giorno veniamo quando farà più caldo >> dico scherzando, in parte.
<< certo >> annuisce e inizia a canticchiare sotto voce.
<< oh, devo concludere la lista delle canzoni >> dico guardandolo facendo la mia faccina da occhioni dolci. Lui si gira di scatto e mi guarda mentre il suo sorriso si allarga ancora di più.
<< giusto >> caccia il telefono dalla tasca e inizia a scorrere e premere sullo schermo.
Il procedimento è sempre uguale, ma questa volta mentre le ascolto mi fermo un po' di più anche se non mi piacciono, ricordandomi le sue parole.
Mentre cerco di non sorridere troppo a certe canzoni, inizio a sentirmi prudere la schiena dato che sono tutta sudata. È questo l'effetto che ha una corsetta su di me. Patetico.
<< sono tutta sudata >> dico muovendomi in modo compulsivo.
<< perciò serve questa >> alza le lenzuola e le stringe ancora di più a noi.
<< davvero responsabile. Dici che si può fare un tuffo? >> scherzo alzandomi in piedi.
<< davvero? Non credo sia così pulita >> si alza anche lui e ci fermiamo su una linea immaginaria che separa l'acqua dalla terra.
<< forse verrebbe da chiedersi se non sia fredda >> ribatto abbassandomi e toccando l'acqua. Ghiacciata
<< direi proprio che non è il periodo giusto >> ride e mi giro a guardarlo con un idea in testa.
<< allora balliamo >> dico seriamente anche se inizio a ridacchiare.
<< fallo >> mi incita e si allontana come a volermi lasciare lo spazio libero.
<< un po' di musica allora >> dico e caccio il telefono cercando una musica adatta.
<< it's my life >> urlo la canzone di Bon Jovi. Chiudo il telefono e glielo lascio in mano iniziando a muovermi casualmente.
<< yee >> giro intorno e agito le mani. Rido da sola ricordandomi il modo che avevo di urlare al concerto. La stessa posa.
<< bellissima >> dice all'improvviso. Vedo solo lui che traffica con il suo telefono. Non sta dicendo a me? Non che mi ritenga la bellezza in persona, ma Marco è così gentile da poterlo dire e farmelo credere.
<< tu c'hai na foto mia, ora siamo pari >> gira il telefono verso di me e mi avvicino notando la foto. Mi ha preso alla sprovvista, un po' come ho fatto  con lui la prima volta, ma mi piace un sacco. Ho le braccia aperte e guardo il cielo
<< siamo pari si >> dico sovrappensiero mentre lo guardo soddisfatto della foto.
<< ci sediamo o vuoi ballare ancora? >> chiede divertito mentre per un braccio mi avvicina a se.
<< si dai, raccontami come ti sei perso qui >> inizio volendo ascoltare ogni dettaglio che riesce a ricordare.
La storia non è divertente o così eccezionale. Stava correndo e poi si è ritrovato qui, non sapendo dove fosse ha chiesto in giro e grazie al navigatore del telefono ha saputo ritornare a casa. Così scopro che questo piccolo paradiso inquinato dal caos è il Parco delle Cave. Dice che in estate le piante sono bellissime e gli uccelli vengono spesso a fare i nidi.
Gli racconto della volta che mi sono persa in gita con la scuola. Facevo la seconda superiore e c'era un ragazzo che mi piaceva.
<< mi ha detto che voleva parlarmi da soli e io scema come sono l'ho seguito. Ci siamo persi a Torino che è abbastanza grande per due ragazzi che vivono una cittadina. Esperienza traumatica visto che lui era più disperato di me restava dietro di me mentre chiedevo aiuto ai passanti >> rido ricordandomi quella giornata tra urla dei professori e risate dei compagni.
<< mai fidarsi di qualcuno che ti vuole portare in un posto che non conosci >> scherza ammiccando a se stesso. Quanto è stupido. Visto che oggi a quanto pare è la serata dei racconti, inizia a raccontarmi della sua prima volta al mare. Beh, quella che ricorda come prima volta. Lo racconta in modo così lento e soave, che inizio a sbadigliare come se questa fosse la favola della buonanotte.
<< ti annoio eh? Quando inizio a parlà non me fermo più >> scherza facendomi ridere.
<< no, ma quando mi sveglio presto è così e poi ho camminato tanto oggi >> dico appoggiata a lui mentre chiudo gli occhi per sentire il profumo del verde.
<< ehi..dove sei? Si, ho fatto una corsetta. Sono al parco delle cave, ci vieni a prendere? Grande..>> lo sento parlare al telefono mentre la voce dell'altro interlocutore mi arriva distorta.
<< niente corsa al ritorno >> dice stringendomi a se.
<< ma come. Ci tenevo così tanto >> dico con sarcasmo e sento il suo sguardo su di me.
<< un altra volta >> apro un occhio per vederlo se scherza o meno, ma ride data la mia espressione e non posso fare altro che chiudere gli occhi e lasciarmi trasportare dal suono.
Finiamo per parlare di sciocchezze finché il suo telefono squilla facendoci alzare per piegare il lenzuolo.
<< t'immagini veniva qualcuno e vedeva questo lenzuolo bianco muoversi? >> dico guardandomi intorno per notare che in fin dei conti non siamo così lontani dalla città, anzi, e qualcuno sarebbe potuto venire sul serio
<< forse. Ma solo noi siamo così matti da venire qui a novembre >> ribatte divertito dalla mia osservazione.
Con piacere scopro che è Davide quello che ci viene a prendere e ne sono felice mentre mi accompagnano a casa perché non fa altro che raccontarmi di Marco in tour.
<< grazie per la serata. Mi sono divertita un mondo >> dico a Marco. Ha insistito per venire dietro con me in macchina quindi sta scendendo per entrare avanti. Ha detto che non voleva rischiare che mi addormentassi perché gli sarebbe dispiaciuto svegliarmi. E io che sorridevo come una bambina che assaggia per la prima volta il gelato.
Li do un bacio sulla guancia prima di staccarmi e chinarmi per salutare a Davide che mi fa un occhiolino.
<< buonanotte >> mi dice Marco mentre io dico << a domani >>. Mentre mi giro per rivederlo, lo noto in macchina che ride a qualcosa che dice Davide e sono sicura che dormirò benissimo.

Se sei come sei (Marco Mengoni)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora