30. Banale

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Sento il letto muoversi e qualcosa che si appoggia sulla vita. Il fiato caldo di Marco mi solletica il viso.
Ricordo ogni momento della scorsa notte, non potrei fare altrimenti. Le immagini scorrono nella mia mente facendomi sorridere con gli occhi chiusi.
Li apro trovando il colore bianco del soffitto, ma poi la mia attenzione viene catturata dalla mano che mi stringe a se.
<< buongiorno >> mormora con la voce sottile.
<< buongiorno >> rispondo girandomi verso di lui che tiene ancora gli occhi chiusi. La luce del sole illumina la stanza, la sveglia non è ancora suonata, ma credo manchi poco alle sette.
<< buongiorno >> continua facendomi ridere
<< l'hai detto una volta >> dico
<< lo so. Continuerò a dirlo finché mi sveglio del tutto >> dice chiudendo gli occhi e stringendomi con tutte e due le braccia.
<< e poi sarei io la dormigliona >> mormoro spostandoli i capelli dalla fronte per poi passare al viso. Con l'indice traccio il contorno delle sue labbra. Voglio baciarlo ancora, ma lui caccia la lingua leccandomi le dita.
<< che schifo >> urlo abbastanza divertita, poi lui ride in un modo strano dato che è ancora mezzo addormentato.
<< guarda che la mia lingua è pulita >> replica continuando a ridere. Mi perdo a guardare il suo viso contenta di come sia iniziata la giornata e poi lo metto a tacere con un rapido morso, come ha fatto ieri con me.
<< a che ora devi partire? >> li chiedo mentre la sua espressione diventa seria.
<< uhm, non lo so >> risponde vago mentre le sue mani si muovono sui miei fianchi.
<< non sai mai niente tu >> dico prenderlo in giro. Il suo sorriso si allarga in una strana smorfia.
Il rumore della porta che si apre mi spaventa per poi farmi ridere data l'espressione compiaciuta di Lori.
<< siete nudi? >> chiede con un sorriso malizioso. Vedo Marco trattenersi dal ridere con le guance rosse e lo sguardo su di me.
<< esci fuori >> le dico in tono di rimprovero, ma divertita anche per la sua mancanza di pudore.
<< dai, sono così entusiasta. Quando sta notte vi ho visti insieme ho ..>> parla tutta entusiasta, ma si blocca quando vede l'espressione sconvolta di Marco. Poverino, non ha idea di come sia stonata la mia amica.
<< sei una brutta persona, sappilo >> dico lanciandole un'occhiata per dirle esplicitamente che la mando a quel paese.
<< ho capito. Vi lascio alla vostra esplorazione. Quando finite potete trovare i pancake >> dice ridendo forse compiaciuta dalla sua battuta o forse per il fatto che aveva ragione. Ci lascia di nuovo soli, con Marco che ride stretto a me
<< esplorazione? >> chiede ironico
<< ma smettila >> lo rimprovero con una spinta mentre lui, incurante di tutto, continua a ridere.
Mi alzo col il sorriso sulle labbra e metto il pigiama lungo sopra quello che ho già. È una cosa che faccio ormai da quando avevo dieci anni. La sua espressione esageratamente sconvolta mi fa ridere.
Mi metto in ginocchio sul letto e lo fisso ancora incredula su ciò che è successo.
<< mi devo alzare vero? >> chiede facendo una faccia imbronciata.
<< fosse per me ti legherei qui, ma sono sicura che Marta ti troverebbe >> dico ironica mentre la suoneria del suo telefono irrompe.
<< è proprio lei. Dovrei fare la veggente >> dico quando lo prendo dal comò. Glielo passo e vado all'armadio per decidere come vestirmi.
<< Buongiorno colonello, il suo soldato è in forma e pr..non faccio tardi no...passate da me, ok. Si, sono da Sonia..stavolta glielo dico veramente..>> ride lanciandomi uno sguardo veloce e chiude il telefono
<< che mi devi dire? >> chiedo sedendomi ancora accanto a lui che a quanto pare non accenna ad alzarsi.
<< che era ora >> dice semplicemente come se riuscissi a leggerli nel pensiero.
<< che ora? >> chiedo per la seconda volta. Ho l'impressione che non voglia dirmelo
<< ci tengo a precisare che sono le esatte parole di Marta. Di a Sonia che era ora che tirassi fuori le palle >> lo dice velocemente, quasi a volermi confondere, ma capisco ogni singola parola e li rido in faccia.
<< stai ridendo di me? >> chiede facendo il broncio.
<< assolutamente si >> dico come se mi stessi vantando di una cosa bellissima che ho fatto.
<< ti faccio vedere io chi ride >> mi prende alla sprovvista per farmi il solletico e ride di me, di se o di noi due.
Mi lascia ansimante nel letto che cerco di riprendere aria. Va verso il comò, toglie la maglietta in modo tranquillo, come se la mia presenza non lo disturbasse affatto.
<< l'altra volta hai detto di avermi sognata. Che sogno era? >> chiedo cercando di non fare caso al modo in cui i suoi muscoli si contraggono a ogni movimento. Non faccio caso al modo lento di infilarsi la maglia. Scommetto che lo fa apposta. O semplicemente non vuole rispondermi. La sua risata nervosa mi da la conferma.
<< un sogno banale >> dice come se non li importasse, ma io lo vedo il suo sorriso, altro che banale.
<< bugiardo >> ribatto facendo un broncio.
Mentre finisce di abbottonarsi i pantaloni mi raggiunge sul letto e senza sforzo mi mette in piedi.
<< forza, non avremo tempo da passare insieme se Marta mi decapita prima >> dice in tono scherzoso, ma so che non deve fare tardi.
<< ok >> lo spingo in cucina dove Lori è intenta a cavarci gli occhi con dei balli osceni. Quando lavora sembra veramente un soldato in guerra, mentre a casa si scatena nei modi più assurdi mentre cucina. Certo anch'io lo faccio, ma lei è una pessima ballerina.
So cosa state pensando, sono sua amica perché almeno cucina da favola. È tutto vero.
<< avete fatto così veloce? >> commenta la mia amica per metterci un po' in imbarazzo o forse sente i miei pensieri e si vendica. Provabile.
<< antipatica >> le dico guardando Marco ormai seduto che mi attira a se, in un altro mondo dove non c'è Lori con le sue frecciatine. I miei fianchi vengono avvolti dalle sue mani, che amo, decisamente, forse per il modo in cui accarezzava il mio viso, il collo e la schiena ieri sera.
Vorrei poter ritornare nel letto, ma lui è già vestito per mia sfortuna. Cioè..voglio dire..si insomma, non è che mi dispiaccia vestito eh!
<< a che ora devi andare? Così ti accompagno io al lavoro >> mi chiede con un sorriso bellissimo e con le mani che si intrecciano tra i miei capelli
<< si >> mormoro sovrappensiero pensando alla sua vicinanza.
<< si cosa? >> ridacchia con lo sguardo confuso
<< ormai è fuori orbita Marco. L'abbiamo persa >> commenta Lori e so che sembra strano, ma sono contenta si fermi qui perché so può andare molto oltre. Non c'è limite alla sua sfacciataggine a volte. Ok, la maggior parte delle volte. In effetti è molto controllata in pubblico, però ama prendermi in giro e non si trattiene di certo.
Adesso poi, dopo aver avuto ragione su me e Marco non la ferma più nessuno.
<< intendo dire: Si, mi accompagni se non ti crea problemi >> parlo senza fare caso alle battute
<< ma che problemi, t'ho proposto io >> replica lasciando la presa su di me.
<< perfetto. Pancake >> urlo prendendo i piatti che ci offre Lori, tutta sorridente, soddisfatta e con un'idea in testa che non so se mi piace.
Mangio in silenzio, sentendo la conversazione di Lori e Marco su una partita di tennis. Ho la sensazione di essere in un convegno di chimica dove si usano formule strane che mai lontanamente proverò a capire.
Poi Lori se ne esce dicendo che ha visto l'intervista da Fazio e che non poteva essere più carino.
Marco, il mio Marco come sempre si imbarazza e io voglio dare una padella in testa alla mia amica.
Ma poi dice che è facile volerli bene e mi indica continuando a dire che è felice di vederci insieme.
Nonostante lei sia una delle persone con cui non ho vergogna, mi sento un po' in imbarazzo alle sue parole che mi fanno realizzare di quanto i miei sentimenti siano reali. I nostri sentimenti, mi viene da piangere e ridere insieme se penso che lui prova le stesse cose, se non di più. Posso dire che non sia facile per lui fare nuove amicizie, aprirsi e fidarsi, ma se lo fa, lo fa con tutto il cuore. Parlando poi di una possibile relazione, non so cosa siamo adesso effettivamente, non sento neanche il bisogno di saperlo, mi basta il battere del suo cuore per me, ma non ho mai dubitato di ogni sua singola parola, di uno sguardo o di una carezza.
Certo, tranne quando mi prende in giro, la bisogna dubitarne eccome. Marco è pericoloso.
Lui mi stringe la mano, per destarmi dai pensieri e io li bacio l'angolo della bocca senza spingermi oltre perché Lori ci osserva senza pudore, come se si aspettasse che iniziamo a sparare farsi diabetiche come fa lei con Ivan.
Ivan.
<< vado in bagno poi andiamo ok? >> mi chiede prima di alzarsi, così lo imito andando in camera a cambiarmi.
Ah, c'è bisogno di dire che Lori mi segue? Non direi.
<< guardati. Sei la felicità in persona >> dice lanciandosi sul mio letto ancora in disordine.
Io sorrido incapace di esprimere le mie emozioni, ma se lo faccio finirei col dirle qualche cazzata da adolescente.
<< hai il tuo Marco adesso >> dice mettendomi davvero in imbarazzo. Non l'ho mai chiamato così perché pensavo potesse essere mio, ma per abbreviare e mi piace pensare che comunque un piccolo pezzo di se lo da ad ogni fan.
<< ehi, non ti azzardare a chiamare Ivan. Devo farlo io >> dico ricordandomi di quello che mi ha detto prima di partire.
<< cosa? Noo, è il mio fidanzato, anzi futuro marito. Spetta a me dirglielo >> ribatte imbronciandosi.
<< non ho mai sentito di una legge simile, quindi spetta a me >> aggiungo mentre infilo l mia maglia.
Lei sbuffa mentre se ne torna in cucina, ma so che non è arrabbiata. Come potrebbe esserlo?
Quando torno con la mia borsa e il capotto, trovo Marco intento a soffiare sul suo caffè così corro in bagno per darmi una rinfrescata e lavare i denti. Mi unisco a bere il caffè e alla fine do un bacio a Lori per salutarla.
Marco mi tiene la mano per le scale, mi apre la porta e anche la portiera della macchina. È proprio perfetto. Non lo fa per sembrare educato o roba simile, ma credo gli piaccia e basta.
Marco pov's
<< quanto tempo ci metti ad arrivare? >> chiede mentre osserva il sole illuminare la porta del suo ufficio.
<< due ore circa >> rispondo con una mano tra i suoi capelli.
<< c'è una cosa che ho sempre voluto dirti >> mormoro piano come un bambino indeciso se chiedere una cosa alla madre.
<< cosa? >> mi incita con la curiosità alle stelle. Ogni volta che le dico una cosa mi osserva attenta come se le svelassi qualche magia e non posso essere più felice. Quando canto voglio  essere importante per te è questo che intendo.
<< i capelli lunghi ti stavano na meraviglia >> dico puntano gli occhi proprio sulle sue ciocche leggere tra le mie dita. Mi piace un sacco giocare con i suoi capelli, come quando gliel'ho asciugati. Ricordo la sua espressione sorpresa e la mia gioia nel fare quel gesto banale.
<< infatti li farò crescere. È stato un gesto irrazionale, anche se non me ne sono pentita tanto cresceranno >> dice mentre si slaccia la cintura per girarsi verso di me.
<< dimmi che sogno hai fatto dai.. >> mi supplica saltellando sul posto
<< ecco..lo sapevo >> mormoro sconfortato, ma con un sorriso divertito e con lo sguardo vago sulla macchina.
 << ok. Beh, era un viaggio che facevamo insieme. Era scomposto, che passavamo da un continente all'altro, sempre con la macchina e dietro c'ero sempre io da piccolo >> parlo con la mente che ricorda ogni particolare di quel sogno. Come posso scordare me stesso che mi chiama papà?
<< oh >> mormora senza dare una risposta vera. Beh, non mi aspetto nessuna reazione in verità. So solo che non voglio spaventarla con le mie idee. Sogni in questo caso.
L'ho sognato prima che la nostra amicizia si capovolgesse, quindi non voglio essere frettoloso o altro, ma non posso non collegare i viaggi con i miei genitori con il sogno. Era tutto così limpido.
<< altro che sogno banale >> replica sorridendo. La sua risposta mi fa ridere, mentre poi mi abbraccia.
Servono più abbracci come questi nel mondo.
Come ieri sera, che appena mi ha visto si è precipitata da me, a come mi faceva sorridere senza nominare il crollo da Fazio. L'allineamento dei pianeti.
Ho sempre saputo di avere dei fan stupendi, ma ieri più cantavo e più mi accorgevo di come fosse vero l'affetto che provano queste persone per me.
Quando alza il viso, ma con le mani ancora unite dietro il mio collo so che è arrivata l'ora di andare, così mi espongo per baciarla.
<< non voglio andare a Firenze >> mormoro sulle sue labbra, incapace di smettere di sfiorarle.
<< ricorda che sono una tua fan, quindi capirei se volessero prenderti a schiaffi se non ti presenti >> dice in un modo serio che mi fa ridere.
<< wow, grazie >> mi fingo offeso, ma lei ride e inizia ad accarezzarmi la barba, poi alla fine del collo, dove un po' di solletico lo soffro.
<< ohh, qualcuno qui si fa il solletico. Buono a sapersi >> dice entusiasta. Oh cavolo.
<< non so quando potremmo vederci, ma..>> inizio a parlare, ma mi mette la mano sopra e sorride, perfida.
<< non cambiare discorso, non ci casco. Sappi che mi vendicherò quando meno te l'aspetti >> sorride prima di lasciarmi un lungo bacio. Cerco di trattenerla un po' di più, ma è troppo entusiasta per aver scoperto questo mio punto debole. Infatti se ne va sorridendo, senza poterla salutare per bene, ma solo con un movimento di mano.

Se sei come sei (Marco Mengoni)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora