34. Semplice

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Io e mia cognata siamo diventate come sorelle, ci diciamo tutto anche se ha sei anni più di me. A volte si scordava di questa differenza d'età e ricordo come si lasciava sfuggire parolacce e varie smancerie, se possiamo chiamarle così, che faceva con mio fratello. Ricordo anche come si scusava sempre, dicendo che ero troppo piccola per sapere certe cose, ma io le ricordavo solo che stava parlando di mio fratello, il che mi dava un po' di senso.

Oggi, ricordo come se fosse ieri il giorno in cui ho capito che avevo acquisito un'amica. I suoi genitori sono degli arroganti snob, definizione sua, che l'hanno cresciuta a modo loro, le imponevano tutto, anche chi frequentare. Mio fratello è di un anno e mezzo più piccolo di lei. Secondo i suoi genitori era alquanto immorale stare con un bambino.

Diciamo che non approvavano la sua relazione, ma avevano deciso di conoscerlo e io, in veste di aiuto morale, mi sono unita alla cena senza che loro lo sapessero. Ho usato una scusa al quanto stupida, dicendo che i miei non c'erano ed ero sola a casa. Erano anche troppo snob per presentarsi come si deve, ma immagino che a loro non interessassi. Di fatto non mi hanno rivolto parola per tutta la durata della cena, si sono limitati a mettere a disagio mio fratello con domande assurde, tra cui chiedergli se era vergine. E non si riferivano al segno zodiacale. Non so cosa si aspettassero da questa domanda, quale informazione utile potessero ricavarne, ad ogni modo mia cognata non si è lasciata intimidire e forse, dico forse, ha esagerato dicendo che avevano già fatto sesso in tutti i modi e in tutti i luoghi come canta Scanu.

È stato, come dice sempre Barney nella serie How meet your mother, Leg-gen-da-rio. Peccato non averlo ripreso per farlo rivedere a Giulia.

Ma dopo arriva la parte migliore, ha preso mio fratello per la camicia e l'ha baciato con tutta la passione che aveva. Di fronte ai suoi genitori, per poi girarsi con il rossetto sbavato, da cui è nato Joker, e andarsene chissà dove, anche se immaginavo cosa volessero fare.

Visto che io sono una persona educata e abbastanza timida, mi sono limitata a prendere una mela dal centro della tavola e complimentarmi per il cibo.

Dopo quella serata, i rapporti con i suoi genitori sono peggiorati ulteriormente, non si parlano e non sono mai andati a trovare Rebecca neanche nei mesi della gravidanza. Solo al parto si sono fatti vivi, per vedere la nipote e lei non l'ha presa bene inveendo su di loro per il fatto che si interessavo solo della bambina.

Solo adesso mi accorgo di come si è aperta con me, sono diventata il suo punto di riferimento, ho aspettato il risultato del test di gravidanza la prima volta, la seconda e nel caso uno se lo chiedesse, ho accudito la bambina come meglio potevo quando stava male, ma non le ho mai fatto pesare il fatto che non volesse vederla.

Alla fine le ho fatto un discorso coi fiocchi insieme a mio fratello, sapendo che ogni notte andava a sbirciare la culla della bambina e che stava male.

Quando torno a casa mi accorgo di quanto ho sottovalutato il fatto che oramai siamo noi la sua famiglia e lei mi tratta veramente come una sorella a differenza mia che tendo a tenermi tante cose per me.

<< ciao >> mormoro all'entrata mentre mi chiudo la porta alle spalle.

<< ciao >> risponde Rebecca, con la bocca aperta intenta a mangiare le fette biscottate con marmellata. Ho detto che siamo sorelle, facciamo le stesse cose.

<< dov'è Giulia? >> chiedo immaginando la risposta

<< dorme >> dice scrollando le spalle e abbassando il volume della tv ancora di qualche tacca.

<< allora, uhm..mi devi raccontare qualche cosa? >> chiede con un sorriso arrogante e a dire poco malizioso.

<< non c'è molto da dire >> lascio la borsa a terra e il cappotto su una sedia per sedermi insieme a lei. Mi metto sotto la coperta e addento un pezzo dalla fetta che ha in mano.

Se sei come sei (Marco Mengoni)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora