55. No promises

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Mi è dispiaciuto mentire a Marco. Dirli che non potevo esserci alla prima data a Verona, ma tra le tante sorprese che ha fatto lui a me, ho pensato che dovevo cercare di pareggiare i conti così ho scritto a Marta ed eccomi qui fuori dall'Arena mentre aspetto che siano tutti dentro.

Sono ormai le otto passate quando Marta mi raggiunge fuori dal cancello per portarmi al camerino di Marco

<< grazie per essere venuta, vuol dire molto per lui >> dice mentre mi abbraccia. Penso che sotto la definizione di migliore amica ci sia la sua foto e se non c'è la dovrebbero mettere.

<< è qui che devo essere >> rispondo e lei mi sorride grata. Mi porge il Pass che metto subito al collo e la seguo in silenzio mentre racconta del viaggio per venire qui. Sento le voci delle persone che parlano tra di loro e sono così curiosa di vedere come sia pieno.

Quando raggiungiamo la porta con il nome di Marco, mi sorride e va via lasciandomi li davanti. È così strano, mi sento come se non lo vedessi da anni per quanto mi è mancato e oggi non abbiamo parlato perché so che avrei ceduto rovinando la sorpresa.

Scosto la porta lentamente per non farmi scoprire e lo trovo seduto sul divano contenta che sia con gli occhi chiusi. Ha un braccio poggiato sopra la testa mentre fischietta il motivetto malinconico della musica che circonda la stanza.

Penso che sia molto agitato e ne capisco il motivo. Io non avrei mai il coraggio di salire su quel palco o in qualunque altro palco in verità.

<< è così che ti prepari per una data così importante? >> chiedo ironica e rido quando apre gli occhi spaventato.

<< Sonia >> mormora confuso e un sorriso illumina il suo viso.

<< si, sono io. Tu sei Marco >> ribatto divertita e mi lascio avvolgere dal suo abbraccio anche perché mi ha immobilizzato.

<< avevi detto che non potevi venire, piccola stronza >> mormora ridendo. Capito l'accoglienza del ragazzo?

<< sorpresa >>

<< grazie di essere venuta >>

<< non mi devi ringraziare. Devo farlo io piuttosto per la tua pazienza nei miei confronti >>

<< non è pazienza, è amore >> risponde deciso e io scuoto la testa divertita da come trovi sempre il modo di rispondere con dolcezza per farmi sentire speciale.

<< è vero >> ribatte ancora e circonda il mio viso con le mani accarezzandomi le guance.

<< lo so. Ti amo Marco >> sussurro notando come il suo corpo si rilassa quando le parole escono dalle mie labbra.

Labbra che vengono catturate dalle sue, morbide e delicate ma decise come a voler lasciare un'impronta su di me.

<< siete così dolci ma devo interrompervi ragazzi >> sento la voce di sua cugina che ci fa staccare, ma comunque non mi giro perché non posso che guardare la bocca di Marco, leggermente arrossata che si muove mentre parla.

<< mi devo preparare lo so >> risponde e si allontana da me così che io possa salutare Claudia.

<< mi dai una mano? >> chiede Marco e io sono indecisa perché alla prima data ci abbiamo messo tipo mezz'ora per vestirlo. Non posso dire che non sia mia la colpa, ma non riuscivo a smettere di ridere quando mi ha fatto vedere le camice body. L'ho preso in giro per tutto il tempo sfornando battute come se non ci fosse un domani e lui da vero gentiluomo ha saputo come vendicarsi, dopo, tornati a casa sua.

Se sei come sei (Marco Mengoni)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora