32. Paura

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Continuiamo a mangiare osservando il parco che ci circonda. Si cono alcuni ragazzi che parlano, ridono e si, fumano. Le foglie diminuiscono sempre più dalle chiome degli alberi e gli uccelli ormai hanno lasciato il loro nido per cercare il caldo.

<< un giorno dobbiamo andare al parco Sempione. È enorme e c'è anche una torre dove riesci a vedere tutto il parco e buona parte di Milano. Beh, diciamo >> parla con l'entusiasmo di un bambino

<< tutti posti scoperti perdendoti? >> lo prendo in giro e continuo a masticare incamerando aria. Lo so che sembra esagerato, ma non sopporto proprio il piccante

<< me lo ricorderai a vita vero? >> domanda in un certo modo serio

<< oh, assolutamente. È così divertente >> rido leggermente in colpa

<< però non mi perdo più >> replica in tono dolce

<< è un bene o un male? >>

<< non lo so. Com'è che dicono? Bisogna perdersi per poi ritrovarsi no? >> parla prendendo un altro pezzo di pizza

<< oddio no. Ti proibisco di pronunciare questa frase >> rido

<< perché mai? È vero >> scrolla le spalle prima di dare un morso. Mi piace il modo che ha di mangiare. Lento e meditato. Si gusta con la bocca e la mente ogni cibo, non so perché mi piace, ma lo trovo adorabile.

<< è vero ok. Però sapevo che te ne saresti uscito con questa cosa >> replico in tono ovvio

<< sono così prevedibile? >> domanda fingendosi offeso

<< per niente proprio >> lo prendo in giro e li accarezzo una guancia, solo che ho la mano sporca di olio e farina così rido, ma senza staccarmi

<< hai un po' di farina qui >>

<< forse anche un po' di sugo qui >> continuo scendendo con le dita alla sua bocca. Li non è colpa mia di certo

<< ti stai divertendo vero? >> chiede ironico

<< un mondo. Mi piace la tua barba >> dico dolcemente mentre torno ad addentare la pizza. Lui sorride cercando di non arrossire, ma inutilmente.

<< sai cosa? A me piacciono i tuoi capelli >> allunga la mano verso il mio viso ma mi sposto

<< oh no. Non esiste >>

<< ma così non vale >> dice sfiorando il mio viso

<< no >>

<< si dai >> mi ritrovo a correre per scappare da lui che come un bambino mi segue. E si, corsa sia.

<< non vale neanche così. Tu sei più veloce e io faccio schifo a correre >> urlo tra le risate. Almeno fa finta di non riuscire a prendermi o a questo punto avrei i capelli che puzzano di funghi.

Quando vedo una piccola fontanella, accelero e mi affianco ad essa

<< giuro che ti bagno Marco >> lo sfido con una mano sull'acqua.

<< ok. Ok. Antipatica >> alza le mani in segno di resa e lentamente si avvicina. Lavo le mani giusto per non sentirle unte e lui mi copia strofinando anche la bocca

<< posso? >> chiedo titubante, mentre avvicino un dito sulla guancia. Mi guarda un po' scettico, ma annuisce così inizio a pulirlo con gesti lenti e concisi.

Se sei come sei (Marco Mengoni)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora