29. Puro

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Fortunatamente gli instore sono di pomeriggio, ma ci vuole il tempo per arrivare a Bologna, quindi quando sento il letto muoversi apro anch'io gli occhi.
Marco si sta cambiando, di fronte all'armadio, ignaro di due occhi che lo fissano. Ok, forse dovrei distogliere lo sguardo. Si, devo farlo. Però è colpa sua che si sveste qui. Voglio dire, non si fanno queste cose.
Continuo a guardare il soffitto, mi impongo di farlo, ma visto che è difficile, prendo il telefono per tenermi occupata. Mancano si e no venti minuti al suono della sveglia, ma ormai il sonno mi ha lasciato.
- non me la racconti giusta signorina - leggo il messaggio di Lori incerta se risponderle o meno.
<< ehi, ti ho svegliata? >> chiede in un sussurro, sedendosi sull'altro lato del letto.
<< no, è arrivata l'ora di alzarmi >> rispondo, ma mi copro di più. Lui si alza dirigendosi alla porta
<< sei una dormigliona >> dice lasciandomi con un sorriso sulle labbra. Prendo il suo cuscino e lo stringo nei miei dieci minuti di riflessione. Che poi non sto riflettendo dato il suo profumo addosso.
Decido di uscire dal mondo dei sogni quando sento una porta chiudersi. Penso proprio che sia la porta d'ingresso.
<< guarda qua cosa ti ha portato la tua manager preferita >> sento parlare quella che deduco essere Marta. Mi vesto velocemente e  mi lego i capelli in modo disordinato, così da correre in bagno a darmi una rifrescata.
<< guarda chi abbiamo qui. Avete fatto le ore piccole eh? >> appena entro in cucina, trovo Marta che mi aspetta dietro la porta.
<< ehm, ciao >> le dico balbettando.
<< ho portato dei croissant caldi, visto che dice che sono cattiva, ogni tanto lo illudo con questi >> dice offrendone uno anche a me.
<< ehm, grazie >> sembro un disco rotto. Marco mi guarda con la fronte aggrottata, mentre stuzzica la sua brioches.
<< allora, che avete fatto ieri? >> mi prende per un braccio e mi fa sedere.
<< Dio, ma come fai a essere così entusiasta alle sette di mattina? Io sono ancora in stato vegetativo >> le chiedo ridendo, ma non risponde dato che Marco la interrompe
<< stai bene? >> mi chiede porgendomi un po' d'acqua e li sorrido grata
<< no, veramente. Avete delle facce strane. Non me la raccontate giusta >> continua Marta incurante di questo sguardo insistente tra me e lui. Non so perché mi fissa, ma io ho sognato lui vestito da Guerriero e non posso che ridere.
<< che c'è? >> chiede Marta, che a quanto pare come secondo lavoro fa l'investigatrice
<< ti ho sognato vestito da Guerriero mentre tiravi all'erba >> dico ridendo in faccia a Marco.
<< anch'io ti ho sognata >> dice leggermente rosso in viso
<< ok, ho capito che sono invisibile. Addio >> sento dire da Marta, ma aspetto di sapere che sogno ha fatto Marco, però rimane in silenzio e poi si gira di scatto dirigendosi alla macchinetta del caffè. Non me lo vuole dire, ho capito.
<< invisibile tu? Con questi capelli ti vedo anche su Giove. Sono così morbidi >> li prendo in una mano e li accarezzo. Decido di dedicarmi su di lei dato che Marco si è chiuso in se stesso.
<< sono ingestibili >> dice scuotendo la testa
<< immagino >> dico perdendomi nel mio caffè. Vorrei sapere cosa sta pensando Marco, ma lo vedo parecchio fuso oggi.
Finiamo la nostra colazione e poi metto la mia maglia verde che avevo lasciato l'ultima volta qui.
È una giornata strana, Marco non ha parlato molto  mentre mi accompagnavano al lavoro e questo mi lascia confusa e anche delusa.
Non so cosa mi aspettavo, ma decisamente non questo.
'Ho un po' di febbre, ma la cosa più odiosa è la tosse. Credo che la giornata di martedì mi abbia fregata.
Ma poi chissenefrega se Marco mi manda certi video assurdi. Credo sia a Torino oggi e mi ha portato un video dove mi fa vedere le persone. Poi la sua faccia vicino al telefono come quella di uno spaventa passeri, giusto un po' più carino.
"Non credo la mano destra mi basterà" ha detto nel video. Ed il Marco taciturno e misterioso di quel giorno è sparito.
Poi a Venezia una bambina le ha regalato un pesce. Fin qui tutto normale direi.
Mi ha fatto promettere che andrò a Venezia per fare un giro in Gondola. Già, è difficile dirli di no.
Mi ha anche invitata da Fazio, di nuovo, ma non voglio approfittarne e con sta tosse rischierei di mandare all'aria il programma.
Decido di fare una bella torta con nutella e cocco. Fare i dolci mi rilassa sempre, sarà perché li amo, o perché sono precisi. Si misura tutto e in un certo modo sai che verrà buono.
O anche perché accendere il forno riscalda un po' di più. Ne mangio un bel pezzo mentre guardo Che tempo che fa.
Trema. Occhi ludici. Trema.
È trasparente, puro, fragile.
Dolce, emozionato, riconoscente.
Tira avanti l'intervista, trema ancora, ma tira fuori qualche battutaccia per mascherare questo crollo. Non so cosa l'abbia scosso oggi, ma viene voglia di abbracciarlo e lo farò. Li scrivo un messaggio veloce, chiedendomi se vuole passare da me dopo. Li mando anche la foto della torta come scusa, come oggetto di attrazione, ma spero venga per sua volontà.
Qualche lacrima scende sulle mie guance mentre canta ancora, mentre ama e rivela il suo animo. Perché Marco è questo mentre canta, emozione e energia. Piange e balla contemporaneamente. Trasforma ogni parola in qualcosa di unico e si fa trasportare dai sentimenti. Se è felice sorride, se è triste sta col muso e se è arrabbiato grida.
Nelle lacrime e nell'euforia del momento sento di dover essere sincera così da decidere di farmi avanti. Si, avete capito bene. Ho intenzione di svelare i sentimenti che provo per lui.
Il messaggio che mi dice che deve rimanere fino alla fine della puntata mi fa sospirare, ma poi chiede se lo aspetto fino a più tardi e quindi vuole venire, mi sembra ovvio che accetto.
Metto apposto il soggiorno e mi copro con il plaid. Continuo a guardare la tv, cercando di distrarmi dall'orologio.
Perché non passa il tempo?
Il suono del citofono mi fa gioire così mi accorro a rispondere.
<< chi è? >> chiedo euforica
<< Marco >> risponde semplicemente. A quanto pare non ha voglia di scherzare, o vuole solo entrare senza perdersi in sciocchezze, ma senza farlo sorridere non li apro
<< non ho capito. Marco chi? >> chiedo ancora e lo sento ridere
<< Marco l'assaggiatore di torte >> dice questa volta con più entusiasmo. Continuo a sorridere fin quando lo vedo salire le scale. A quel punto il mio sguardo si addolcisce e li vado incontro per abbracciarlo.
L'ho preso alla sprovvista, infatti rimane sorpreso, ma non indugia a stringermi a se.
<< ciao >> dico stringendolo più forte. Non so come riesco a staccarmi, ma lo faccio invitandolo ad entrare.
<< ciao >> mi sorride con gli occhi un po' rossi, così distolgo lo sguardo per non rischiare di piangere ancora.
Chiudo la porta e li prendo la mano per farmi seguire in cucina
<< non sei allergico al cocco vero? >> chiedo facendolo ridere.
<< assolutamente no >> risponde sedendosi su uno sgabello.
<< bene, perché è uscita perfetta. E non scherzo, Lori ne sarebbe invidiosa >> scherzo andando a prenderla dal forno.
Mi guarda, con il viso appoggiato alle mani e un sorriso che mi coinvolge. Fissa attentamente ogni mia mossa e io mi sento stranamente a mio agio. Di solito farei qualche catastrofe, ma sta volta mi fa piacere. Lo vedo in un certo modo cambiato. Voglio dire, è sempre il mio Marco ma è più sicuro. Strano dopo il crollo da Fazio, ma è così.
<< è buonissima, è vero >> dice dopo il primo morso. Mi limito a mangiare un piccolo pezzo solo per tenerlo in compagnia, ma mi concentro sul suo modo di mangiare.
Sta pensando, lo vedo che muove gli occhi e vega per la cucina, come se fosse la prima volta che viene qui.
Ci andiamo a sedere sul divano, uno accanto all'altro, forse più vicino del solito. La tv è ancora accesa, sintonizzata su Radio Italia che in via di questa giornata sta dando Io Ti Aspetto. Sorrido guardando Marco che mi lancia uno sguardo divertito.
Finiamo di vedere il video in silenzio, con me che canticchio leggermente.
<< sai, questo video è molto libero e diverso dai soliti. Non che i video che facevi all'inizio siano da meno, ma questo è diverso. È abbastanza trasgressivo diciamo. Di chi è stata l'idea? >> chiedo curiosa. Ricordo di come sono rimasta sorpresa quando l'ho visto. L'ho rivisto forse cinque volte per imprimermi il fatto che fosse realmente Marco.
<< è stata mia in parte >> ammette in un certo modo orgoglioso
<< non ci credo. Non ti ci vedo a proporre tutti quei baci >> replico girandomi verso di lui.
<< e invece si. C'è un video dei Citizens che mi è sempre piaciuto. Ci sono queste coppie che si baciano, ovunque, in posti improbabili ed è libero, senza restrizioni e quindi ho pensato di fare una cosa simile. Forse il mio è più censurato diciamo. Quindi si, l'ho proposto io >> mi spiega lentamente, con quella punta di insicurezza mista a orgoglio.
<< non l'avrei mai detto, ma mi piace un sacco. È molto divertente come video e anche come canzone. Sembra dire 'mi diverto finché posso' >>
<< è questo che vuol dire, nel senso. Vedo molta gente che si ferma ad aspettare cose anche impossibili. Poi si perdono le cose della giornata. Anche per i bambini per esempio, ho visto genitori che dicono sempre non vedo l'ora che crescono così da essere più liberi, ma ignorano la bellezza di quei piccoli momenti. Questo non toglie che anch'io mi perdo sempre qualcosa, ma sto cercando di non farlo >> dice con una serietà incredibile, ma ha una voce leggera. Vedo le mani che li tremano e non posso che fissarle.
La sua spiegazione non fa una piega. Ha le idee chiare su come vivere, anche se si perde un po' nel suo mondo matto.
<< tu perché non baci nessuna? >> chiedo in una domanda stupida, anche molto dato che la spiegazione è così semplice. Ma voglio sentirglielo dire.
<< rispondi tu per me >> dice con le guance rosse e un continuo spostare gli occhi sulla mia bocca.
<< beh, tu sei Marco. Non puoi baciare una ragazza a caso, senza sentimento. O semplicemente quelle che ti hanno proposto le hai fatte scappare dopo un minuto, così avete deciso che è meglio se stai solo >> scherzo. Il suo sorriso si trasforma in una risata leggera
<< direi più la prima. Non sono così terribile da far scappare le ragazze. Tu sei qui >> afferma in un modo serio, di uno che sa quel che dice
<< e in più hai ragione. I baci sono importanti, richiudono così tante parole e sentimenti che sarebbe un vero peccato sprecarli così. Non mi piace per niente l'idea di baciare una ragazza che non conosco, anche solo per un minuto. Non mi piace per niente >> dice con il viso vicino al mio. Il suo alito profuma di torta, cioccolato e Marco.
Sento come se potesse sentire ogni mio pensiero e ogni battito del mio cuore. Sento come se ci fossero cinquanta gradi dentro, ma non posso mentire dicendo che sia la febbre.
Non mi piace per niente questa vicinanza, questo momento di silenzio. Non mi piace per niente.
<< Marco..>> mormoro con la gola secca, senza fiato, incapace di proferire parola che non sia il suo nome. In verità non ci sono parole da dire, non c'è bisogno di dirli quello che provo. Lui lo sa, ovvio che lo sa, o non mi guarderebbe con questa intensità, quella certezza che leggo nei suoi occhi.
La mia mano trema mentre l'appoggio sulla sua spalla, prima che lui sporga il viso guardandomi negli occhi.
Posso solo dire che la nutella ha un sapore migliore con lui.
Le sue labbra sono leggermente ruvide, sottili e dolci, incredibilmente dolci. Non è un bacio passionale, non c'è un secondo fine, ma è dolce da farmi venire i brividi lo stesso.
Sono baci ricchi di promesse non dette e sorrisi velati. Non c'è nessuna fretta, anzi, è come se vivessi questo a rallentatore, ma con la consapevolezza di sapere dove sono.
A casa mia, con il ragazzo che probabilmente amo, molto probabilmente e non c'è niente che cambierei.
Forse se fosse successo a Trento sarebbe stato speciale sotto un punto di vista. Ma essere da sola con lui senza preoccuparsi di sguardi indiscreti è decisamente meglio.
La mia testa sta agendo per conto suo e prima che mi accorga di quanto sfrontato sia, mi siedo a cavalcioni su di lui. Le sue mani vagano sulla mia schiena per niente a disagio, della posizione o il fatto che sia la prima volta.
Al contrario le mie mani restano attorno al suo collo, dove ogni tanto accarezzo l'estremità dei capelli.
È un bacio lento, atteso da tempo e pieno di emozioni. Marco sorride, a ogni schiocco di labbra, per poi ritornare a baciarci.
Non smetterei mai. Adesso che ho provato cosa significa averlo in questo modo, sono sicura che non posso tornare indietro. Anche se fosse un sogno, probabilmente appena sveglia andrei da lui per prendermi tutto questo.
Ho le sue mani ai lati del viso che accarezzano le guance mentre si stacca da me.
<< volevo dirti una cosa, ma questo riassume tutto >> dico stupidamente, con il cuore ormai da ricovero e la mie mani che piegano il coletto della sua camicia in un gesto nervoso.
<< ah, si? Sono curioso di sapere cosa fosse allora perché a quanto pare è la stessa cosa che volevo dirti io >> dice dolce e pacato.
<< volevo dirti che non avrei mai immaginato  di ritrovarmi qui con te, ma sicuramente è la cosa più bella che potesse succedermi. Sono terribilmente felice e mi piaci, mi piaci un casino >>
<< un casino? >> chiede con lo sguardo che vaga nei miei occhi, sul mio viso. Le mani ormai incollate ai miei fianchi.
<< un enorme casino >> ripeto quasi in imbarazzo. Non so quale sia la sua risposta in merito alle mie parole, non sapevo quale sarebbe stato l'esito di questa serata. Mi sarei limitata ad essere sua amica perché ogni minuto in sua presenza migliorerebbe la giornata.
Non ho mai conosciuto un ragazzo a cui appropriare il termine 'un cuore d'ore', ma sono sicurissima che chiunque lo conosca la penserebbe così.
Certo anche lui ha i suoi difetti, ma quello che mi piace di più è la sua visione del mondo. Vede sempre positivo e non si lascia mai influenzare dai commenti negativi.
Crede nell'amore fino in fondo.
<< sono contento che questo casino ti piaccia almeno quanto tu piaccia al casino >> dice incespicando tra le parole.
<< ma che è? Un scioglilingua? >> rido per poi stringerlo ancora più forte, unendo le braccia dietro al suo collo e appoggio la testa sulla spalla.
Le sue mani passano sui miei capelli, accarezzano la testa per poi infilarsi tra le ciocche scivolando fino alle punte.
Chiudo gli occhi respirando il suo profumo e imprimendo nei miei ricordi più protetti l'immagine di noi due così.
<< domani devo essere a Firenze e sono quasi le dodici ormai. Grazie per essere rimasta sveglia ad aspettarmi, ma credo sua meglio che vada adesso >> mormora facendomi sospirare. Non voglio lasciarlo andare, proprio non voglio.
Scuoto freneticamente la testa e inizio a darli tanti baci leggeri, mentre le sue labbra si curvano in un sorriso divertito.
<< vuoi stare qui? >> chiedo senza esitazione. Il mio letto non è granché, ma abbiamo dormito insieme già due volte. Dopo questa enorme svolta direi che dormire più stretti non sarà un problema.
<< cosa? >> chiede sorpreso
<< beh, pensavo potessi dormire con me. Non voglio che te ne vai adesso >> mi siedo sopra le sue ginocchia con le gambe al lato e accarezzo il suo viso come se fosse la lampada di Aladino dove il mio desiderio è un suo consenso.
<< mi piacerebbe molto restare >> dice per poi alzarsi con me in braccio.
<< adesso che ci penso. Non credo di avere qualcosa con cui farti dormire. Forse Ivan ha lasciato qualcosa >> dico sovrappensiero. Ricordo di aver piegato una maglia nera, ma non sono sicura sia sua.
<< oh, ma posso dormire nudo >> dice scoppiando a ridere, anche se leggermente rosso in viso, ma l'ha detto
<< dormire e nudo nella stessa frase non ci stanno >> dico poggiando i piedi sul pavimento.
Lui ride e poco dopo si siede sul letto iniziando a togliere le scarpe.
<< vado a cercare una maglia, se c'è >> dico correndo nella stanza di Lori. Frugo prima nei cassetti, ma non trovo niente di utile. Poi vado all'armadio e ne trovo subito una appesa.
Quella che ho lavato.
Sto ringraziando Dio, Budda e tutti i dei messi insieme.
<< non ci sono pantaloni, solo questa. Vedi se ti sta >> dico porgendogliela. Decido di cambiarmi anch'io, anche se lui è davanti a me, ma non importa perché sono a mio agio e poi è troppo educato per spiarmi.
<< si, mi sta decisamente. Forse è un po' stretta >> dice in tono sommesso
<< ma che fai? >> chiede sorpreso, poi scoppia a ridere quindi deduco che si sia girato proprio mentre mi tolgo il reggiseno da sotto la canottiera.
<< vuoi passare alla fase successiva? >> si avvicina con un sorriso malizioso sul volto, gli occhi semichiusi che formano quelle rughette attorno gli occhi e a passo lento.
<< cosa? >> balbetto in imbarazzo
<< dico. Già ti spogli quindi..>> mi afferra e ride mentre pronuncia quelle parole facendomi arrossire
<< deficiente >> faccio per spingerlo, ma la sua presa purché leggera, mi tiene salda a lui.
<< è scomodo dormire con il reggiseno, lascia i segni >> dico appoggiando la testa sul suo petto. Li circondo la schiena sentendo tutti i muscoli attaccati alla maglia. Il calore del suo corpo mi rilassa.
<< lo immagino. Vado in bagno >> dice mentre mi lascia andare. Annuisco entrando nel letto dopo che è uscito di camera.
Mi sembra un po' strano dormire con lui adesso, anche se ormai sono due volte che lo facciamo, ma adesso..non so, sarà perché il letto è più stretto e comunque è un gesto abbastanza intimo. Per non contare che le altre volte ero mezza assonata, ma oggi sono più che sveglia anche solo per guardarlo tutta la notte convincendomi che è reale.
Marco appare sulla soglia della porta, con un sorriso stupendo che mi fa ridacchiare.
Ha ancora i pantaloni addosso, quindi inizia a slacciarli, ma io non sono così educata come lui da non spiare. Anzi, io non spio, guardo e basta.
<< che sono quei boxer a pallini? >> rido girandomi da un lato mentre si avvicina al letto.
<< non ho mai pensato che qualcuno li potesse vedete >> scherza entrando accanto a me, e mi rendo effettivamente conto di quanto sia piccolo il mio letto, anche perché Marco non si può proprio definire un uomo di piccola portata.
<< beh, io li ho visti. Molto carini >> dico per prenderlo un po' in giro. Lui ride, ma col lo sguardo fermo nel mio. In effetti resta a fissarmi per un po'.
Alza le coperte sopra le spalle e ho l'impressione che voglia dire qualcosa, ma per uno strano motivo non lo fa. So per certo che ormai più dirmi tutto, ma la sua insicurezza prevale ogni tanto.
<< che c'è? >> li accarezzo la barba e lui mi lascia fare socchiudendo gli occhi
<< sono solo felice. Posso? >> dice spostando il braccio sul mio fianco. Annuisco e lui in un movimento lento, mi circonda la schiena stringendomi a lui.
Tolgo la mano dal suo viso e l'appoggio all'altezza del suo cuore godendomi la melodia che lo distingue. Sposto la testa nell'incavo del suo collo lasciandoli un bacio lieve.
Non ci posso credere che sono qui con lui. È Marco, il ragazzo migliore che ogni ragazza possa conoscere, l'artista pieno di amore per il suo lavoro, per i suoi fan. La persona più sincera che conosco e ricco di bontà d'animo. Gentile e premuroso, pronto a farti ridere per piccole cose.
Probabilmente è una delle poche volte in cui innamorarsi, anche nell'ipotesi che non dovesse ricambiare, sarebbe stupendo comunque.
Ma Marco mi vuole, ha scelto me e io sono così felice da farmi venire le lacrime agli occhi.
Dopo Luca pensavo mi servisse più tempo, ma ho scoperto che non è così. Devo scriverli, chiederli come sta, congratularmi per il matrimonio e dirli che non c'è l'ho con lui. È un bravo ragazzo anche lui. Sono contenta abbia trovato l'amore.
<< ehi, che succede? >> chiede Marco accarezzandomi il viso per togliere le lacrime di gioia sul mio viso.
<< io..sono davvero felice, tutto qui >> dico alzando la testa per guardarlo. I suoi occhi diventano lucidi, si morde il labbro superiore e poi spinge il viso verso il suo.
<< è la cosa più bella che potessi dirmi. Voglio che tu sia felice più di ogni altra cosa >> sussurra a un centimetro da me.
Mi lascia un bacio su una guancia, uno sul naso e l'ultimo sulle labbra, ma non sono pronta a finire qui. Continuiamo a baciarci in questo modo finché Marco non schiude le labbra lasciandomi letteralmente senza fiato.
Ormai la sua testa è sopra la mia, si regge con l'altro braccio mentre col l'altra mano mi sfiora il collo.
È un bacio intenso, pieno di frenesia e passione. C'è anche un po' di rabbia, per aver aspettato così tanto immagino.
Poi lui, wow, mi ha morso il labbro inferiore. Questo non me l'aspettavo di certo.
<< fallo ancora >> il mio respiro spezzato lo fa ridere, ma corruga la fronte non capendo a cosa mi riferisca
<< mordere..mordermi.. >> balbetto indicandomi la bocca.
Ride forse sorpreso dalla mia richiesta o non so.. non capisco più niente adesso.
Cede alla mia richiesta e io mi lascio catturare dalla sua bocca.
<< è questo a cui era pensavo quando ho detto che hai il labbro superiore sottile >> mormoro con lo sguardo sulla sua bocca, mentre il mio pollice accarezza il labbro superiore. Non so cosa ha di diverso, ma mi piace troppo, anche il fatto che sia leggermente coperto dalla barba.
So che è un commento abbastanza imbarazzante, si renderà conto che è da molto che volevo questo e io sono un peperone rosso, sicuramente, ma dovevo dirlo. Ne vale data la sua espressione divertita e felice. Si, lo vedo che è felice.
Lui ride imbarazzato, con lo sguardo dietro di me, ma tenendomi stretta facendomi sentire il vibrare del suo petto.
<< ti avrei baciato martedì se solo non avesse piovuto >> dice piegando la testa vicino al mio collo. Non so come faccia a sembrare più tenero di quanto non sia già, ma ci riesce e il suo fiato mi solletica il collo facendomi venire i brividi.
<< ma la pioggia era perfetta >> replico col tono di una bambina.
<< si, in effetti la sera non facevo che pensare a quanto stupido fossi stato, ma pazienza. Siamo qui >> dice fissandomi in imbarazzo.
<< uhm, sapevo che fossi stupido >> lo prendo in giro pizzicandoli una guancia.
<< romanticismo zero punto zero proprio >> adesso scherza lui iniziando con quello che definisco tortura. Il solletico.
<< no..dai..fermo..ok..scusa >> sto urlando. I vicini penseranno che mi stanno squartando viva e lui ride come un pazzo.
Li blocco le mani sopra di noi. Ma chi voglio prendere in giro, è troppo preso dal ridere per opporre resistenza.
<< sembriamo la pubblicità di Borotalco. Alto là il sudore >> mima la voce di una ragazza e riprende a ridere.
È proprio lunatico.
<< ma che hai fumato? Gas esilarante? >> chiedo guardandolo con curiosità.
<< uhm..no. Ok, la smetto. Faccia seria >> dice fissandomi negli occhi, ma io guardo le sua labbra che si muovono nervosamente per trattenere un sorriso.
<< tu sei pazzo >> mormoro guardando poi il soffitto.
<< lo so. Spero non ti dispiaccia >> replica divertito
<< per niente >> commento con lo stesso sorriso sulle labbra.
<< però una cosa volevo dirtela >> mormora sovrappensiero, come se stesse riordinando le parole da dirmi.
Lo incito divisa se guardare lui o il soffitto per non renderlo più nervoso. Alla fine cedo ai suoi occhi.
<< hai detto che ci credi nel destino e te l'ho detto, anch'io. Ho capito che non dovevo lasciarmi scappare questa opportunità quando ti ho rivisto con Lori. Ero davvero contento di averti ritrovata, mi sono ricordato di te dal primo istante e un casino, un enorme casino non esprime del tutto quanto tu mi piaccia >> mormora accarezzando il mio viso. Alla fine si morde le labbra, imbarazzato, nervoso, ma so che non si pente di ogni singola parola. Credo più che non è sicuro di aver usato le parole giuste, ma su questo non si è mai sicuri, ma spero abbiamo tutto il tempo per trovare sempre parole nuove da dirci.
Mi ha fatto piangere, di nuovo e posso vedere i suoi occhi farsi lucidi.
Lo stringo a me, accorto di parole ma piena di sentimento per quest'uomo.
Tra piccoli baci e tanti commenti stupidi, ci addormentiamo insieme, mentre credo di sentire la porta aprirsi.
E chi si alza domani!

(Ed eccomi con questo capitolo, sicuramente non perfetto ma fa parte di quelli che rileggendoli cambierei sempre qualcosa. Ad ogni modo non so che dire sul capitolo. Spero solo realizzi un po' le vostre aspettative perché le mie le asseconda di certo. Volevo dirvi un'altra cosa, ma mi sono scordata quindi buona lettura 😅 )

Se sei come sei (Marco Mengoni)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora