La mia ragazza...Lottie

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Alex aprì gli occhi, assonato, si stiracchiò e si girò diverse volte prima di rendersi conto di non trovarsi nel suo letto. Si guardò intorno alla ricerca di Dorian che però non era da nessuna parte. Si mise a sedere e notò di star indossando una maglietta che non era sua.

-Buongiorno Alec caro- Dorian comparve sulla porta con un asciugamano legato in vita, i capelli sciolti bagnati gli ricadevano sulle spalle e formavano piccole goccioline che scendevano sul suo corpo muscoloso. Alex lo fissava a bocca aperta. Era davvero bello. Poi si ricordò che non era tornato a casa la notte prima, sua madre sarà stata in pensiero, o anche no. Comunque doveva tornare a casa. Scese dal letto e si guardò intorno alla ricerca dei suoi vestiti, che trovò appoggiati sulla sedia a dondolo ai piedi del letto, si infilò in fretta i jeans e si mise le scarpe.

-Vuoi una delle mie magliette?- gli chiese Dorian che non aveva mosso un passo da quando Alex si era alzato.

Il ragazzo lo guardò indeciso, non aveva voglia di mettersi la maglia che aveva in discoteca, puzzava di alcool e poi, pensò, sarebbe stato bello avere una maglia di Dorian.

-Uhm ok-

Dorian gli sorrise e entrò nel guardaroba, guardandolo di schiena notò che aveva tatuato un drago blu che andava dalla spalla al fondoschiena, ne uscì con una maglia dei Cleveland Cavaliers, che lanciò ad Alex.

-Grazie- Alex sorrise e la indossò, praticamente gli arrivava alle ginocchia, ma non ci fece troppo caso.

Fece per uscire dalla camera quando si ricordò che non aveva idea di dove si trovasse la casa di Dorian e di come tornare a casa sua.

-Aspetta, ti accompagno- disse Dorian che aveva letto le sue intenzioni. Entrò nella cabina armadio e ne uscì pochi minuti dopo con indosso una felpa nera degli Slayer, dei pantaloni e i suoi soliti anfibi, tutto rigorosamente nero.

-Vuoi mangiare qualcosa per colazione?- gli chiese mentre scendevano le scale.

-Uhm..ok-

Dorian sorrise e gli fece strada nella grande cucina in marmo. Alex si sedette al tavolo, mentre l'altro si diresse verso la macchina del caffè.

-Ti va bene un cappuccino?-

-Credo di sì-

Dorian preparò due cappuccini e gliene porse uno in una tazza blu. Alex ne prese un sorso. Poi rivolse lo sguardo verso Dorian che lo stava guardando trattenendo un sorriso.

-Che c'è?- chiese.

-Sei sporco di latte-

Alex si fece rosso in viso -Dove?-

-A sinistra-

Alex si porto la mano su un lato della bocca, senza pensare se fosse effettivamente la sinistra, e cercò di pulirsi. Dopodiché rivolse uno sguardo interrogativo a Dorian.

Il ragazzo rise di nuovo -L'altra sinistra*-

Alex diventò ancora più rosso, al ché Dorian si sporse sul tavolo e si avvicinò al suo viso, gli leccò il labbro sporco di latte e lo baciò. Alex ovviamente cambiò colore e si mise a fissare il tavolo in marmo come se non ne avesse mai visto uno.

Dopo la colazione Dorian lo riaccompagnò a casa in moto. Una volta davanti all'ingresso il ragazzo salutò Alex con un altro bacio.

Alex entrò in casa, ancora rosso in viso, sperando nell'assenza almeno di suo padre. Grazie a dio sembrava essere già uscito per andare a lavoro. Sua madre invece lo aspettava in cucina con aria arrabbiata.

-Dove sei stato a dormire?- gli chiese.

-Da un'amica- rispose lui in fretta senza pensare alle conseguenze di quel gesto.

-Hai già una ragazza?- per quanto la madre stesse usando un tono severo, la domanda aveva più un intonazione di speranza. La sua famiglia era sempre stata religiosa e tradizionalista, quindi probabilmente sua mamma sarebbe stata disposta a perdonarlo se avesse avuto una ricompensa.

-Ehm sì credo-

Lo sguardo di sua madre si illuminò.

-Come si chiama? Di dov'è? Viene a scuola con te?-

-No, mamma, lasciami in pace-

-Oh andiamo caro dimmi qualcosa, è una cosa bella, io e tuo padre stavamo iniziando a preoccuparci che potessi essere...-

Alex la guardò male. Poi fece per andare in camera.

-Aspetta caro, dimmi almeno come si chiama-

Alex indugiò un secondo -Lottie-

Poi si voltò e corse in camera.

 Aprì il computer: 10 nuovi messaggi da Daphne.

'Fanculo pensò Alex, chiuse il computer e prese il cellulare. Compose il numero che ormai conosceva a memoria. Dopo pochi squilli Daphne rispose.

"Hey Alex, iniziavo a pensare che fossi morto..."

-Deph, zitta, sono nei guai-



***Okkei, e con questo sono 5 capitoli in un giorno, spero la storia vi stia interessando e vi piaccia, siccome mi piace rendere le cose difficili ai miei personaggi ecco questo nuovo dilemma per il piccolo Alex. Al prossimo capitolo, che probabilmente mi metterò a scrivere ora.***

*Questa battuta è tratta da un episodio di Shameless, era troppo carina perciò ho pensato di metterla (dislessia time).

Goodbye Agony -COMPLETO-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora