:Rose rosse:

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Premetto che non sono mai stata alla reggia di Versailles e  quindi i particolari architettonici sono descritti un po' a caso in base a quello che mi serve per la storia e a quello che mi ricordo dalle lezioni di storia dell'arte.


Una volta scesi dal pullman il prof lasciò tutti gli studenti liberi di fare un giro per la reggia, purché si ritrovassero tutti nel parcheggio alle sei precise, non un minuto un più non uno in meno. O almeno questo era ciò che aveva capito Alex per il poco francese che conosceva. 

La reggia era enorme e riccamente decorata. Immediatamente la classe si divise in gruppetti di due o tre persone, e Alex si ritrovò a girare per quegli immensi corridoi insieme a Lottie che si lamentava di come nel XVII non avessero ancora inventato l'ascensore, costringendola a fare tutte quelle scale a piedi.

-Voglio dire, anche quelle vecchie galline imparruccate indossavano i corpetti stretti e i tacchi, ed erano anche grasse come dei montoni, come facevano a non morire per le scale?- chiese la ragazza con tono estremamente tragico.

-Non ne ho idea- rispose Alex sovrappensiero.

-Oppure sudavano come degli scaldabagni e nessuno se ne accorgeva? Pensa a tutto quel trucco che cascava giù da quel viso rugoso- disse Lottie indicando un quadro che ritraeva una nobildonna dell'epoca -Probabilmente quel corpetto la sta facendo morir dentro-

-Certo che sei fine, Lottie-

-Io? molto- rispose la ragazza -ora devo andare al bagno, dici che ci sono i bagni in Francia?-

-Credo di sì- rispose Alex.

Girarono mezza reggia prima di trovarli, ma appena ne trovarono uno la ragazza vi si infilò velocemente, annunciando che non avrebbe fatto in fretta perché doveva rimettersi a posto tutto il trucco.

Alex allora decise di farsi un giro per l'interessantissimo secondo piano della reggia, ma appena voltò l'angolo si trovò davanti a  due persone intente a baciarsi appassionatamente e con foga. Non gli ci volle molto a capire che si trattava di Dorian e Abigail. Fortunatamente loro non lo videro, così Alex ebbe il tempo di correre da tutt'altra parte prima che le lacrime iniziassero a bruciargli gli occhi e scendergli sul volto. 

Quando si fermò si ritrovò su un balcone che dava sul giardino. Chiuse gli occhi, lasciando che le lacrime calde gli bagnassero le guance, scendendoli poi sul mento e sulla gola. Quella stessa gola che un tempo era perennemente ricoperta di succhiotti e lividi, segno di un amore possessivo e travolgente. Un amore ormai bruciato, finito.

Perché Dorian l'aveva lasciato così? Cosa diavolo gli aveva fatto? Città dell'amore il cazzo. Non c'era nessun tipo d'amore da nessuna parte. E si dava detto stupido per aver creduto a tutte quelle cose. Per aver creduto che sarebbe davvero andato tutto bene, che la loro stupida storia d'amore da adolescenti sarebbe potuta durare più di qualche scarso mese. Alla fine la gente se ne andava sempre con le troie. Ma non poteva neanche biasimarlo, a Dorian, infondo se non era innamorato non poteva mica costringerlo a restare con lui.

Quando riaprì gli occhi, Alex, si trovava in piedi sul cornicione. Non sapeva quando ci era salito. Ma non voleva scendere. Non dalla parte sicura almeno. Guardò di sotto. Una siepe immensa, piena di fiori, soprattutto rose e spine. Non sarebbe morto. Forse. Ma probabilmente un paio di mesi in convalescenza se li sarebbe guadagnati. Giusto il tempo di finire la scuola. Senza Dorian, senza i suoi genitori e senza il peso di dover sopportare gli sguardi da vipera deficiente di Abigail. Non sarebbe stato male. Pensò a cos'aveva da perdere in quel momento. Forse Daphne, che comunque si sarebbe trovata qualcun'altro con cui parlare, là a NY, sempre se non l'aveva già fatto. Lottie, ma lei sicuramente ce l'avrebbe fatta. Aveva ucciso delle persone, anzi no, aveva collaborato all'uccisione di alcune persone, a 14 anni. E sicuramente sarebbe riuscita a rinsanire il rapporto con Dorian, oppure l'avrebbe ucciso, grazie all'apparente amicizia con la mafia tedesca. Era triste vedere quanto la lista delle persone che se ne fregavano di lui era corta. Non aveva mai reputato un problema avere pochi amici. Ma avere solo due persone che avrebbero eventualmente pianto la sua morte, era davvero deprimente. Sopratutto a 16 anni. Ad ogni modo la vita sarebbe continuata per tutti, con o senza di lui. 

Comunque, stava lì in piedi, avvolto in questi pensieri, quando sentì la voce di Lottie urlare il suo nome e corrergli incontro. Il ragazzo si voltò, ma voltandosi perse l'equilibrio, cadendo. Lottie accorse al balcone e si sporse, cercando di afferrarlo, arrivando però troppo tardi. Mentre cadeva il ragazzo teneva gli occhi chiusi, mentre gli urli disperati di Lottie lo accompagnavano. Tutto ciò a cui gli riuscì di pensare furono le rose su cui sarebbe caduto. Rose rosse. Si ricordò di quando Dorian gli aveva regalato delle rose rosse per il suo compleanno, o meglio, le aveva sparse per tutta la camera da letto. Assicurandosi però che fossero tutte private delle spine, in modo da impedire ad Alex di farsi male. Cercò di rimuovere in fretta quel ricordo dalla sua testa, ma fu tutto inutile. Il suo ultimo pensiero fu rivolto a Dorian, a Dorian, al suo sorriso e alle rose. Poi tutto si fece buio.


***Allora, questo capitolo è corto, lo so, ma dovevo per forza farlo finire così, in suspense. So che non è un gran capitolo, ma dovete considerare che sono le 11:41pm e non sono più certa di saper veramente l'italiano. Comunque, spero vi sia piaciuto. Ditemi cosa ne pensate e se c'è qualcosa che non vi convince. Buona notte cari❤***

-Sebastian caro, questo capitolo te lo dedico ❤


Goodbye Agony -COMPLETO-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora