-I wanted you to fight for me-

197 17 13
                                    

*Allora, questa volta me ne sono fregata delle lingue, tanto è ovvio che se qualcuno parla, Alex risponde in francese, ma solo lui perchè gli altri sono delle mezze seghe come me e il francese non lo sanno*

11:00am

Quel giorno faceva inaspettatamente freddo, Alex camminava su un marciapiede che dava sulla Senna, in una zona abbastanza isolata di Parigi. Non voleva stare in centro, con gli altri suoi compagni, non voleva andare a trovare Abigail, in ospedale, e non poteva starsene in camera con Lottie visto che il prof l'aveva rinchiusa in una specie di isolamento temporaneo fino al loro ritorno in America. Dove Alex sospettava avrebbe dovuto affrontare diversi guai. Alex si frugò nelle tasche della felpa, alla ricerca di un pacchetto di sigarette e di un accendino, ma ovviamente era uscito senza portarsi dietro niente se non il cellulare, inutile. Ad un certo punto vide alcuni ragazzi, appoggiati a un muro di un vicolo oscurato. Chiacchieravano e fumavano, tenendo in mano diverse bottiglie di birra. Sapeva che avvicinarsi non sarebbe stata una buona idea, anzi sarebbe stato meglio se si fosse allontanato subito. Ma ormai il suo corpo aveva già iniziato a muoversi verso il gruppo di ragazzi. Per qualche inspiegabile motivo mettersi in pericolo era appena diventato il suo nuovo hobby.

-Hey ragazzi, avete una sigaretta?- chiese con il suo bel francese americanato.

I ragazzi risero, e si guardarono tra loro. Erano in tre, più una ragazza. Sembravano più grandi di lui, ma non poteva dirlo con certezza, visto che tutti sembravano più grandi di lui.

Uno dei ragazzi gli porse un pacchetto, dal quale Alex estrasse una sigaretta, che accese poi con l'accendino che gli porgeva la ragazza. Stava per allontanarsi, mentre i ragazzi bisbigliavano tra loro, quando uno di loro lo chiamò.

-Ti va di venire a divertirti con noi ?- gli chiese, in inglese.

Questo passare da una lingua all'altra lo infastidiva altamente, comunque annuì, e seguì i ragazzi, che intanto si erano avviati verso non si sa dove.

Si fermarono davanti a un palazzo malmesso, dove, da ciò che aveva capito dalle conversazioni in francese, viveva uno di loro.

L'appartamento non era messo troppo male, era un bilocale, arredato con un divano-letto in pelle molto grande, una cucinetta elettrica, un tavolo e la porta che conduceva al bagno.

I ragazzi si sparsero per la stanza, iniziando a tirare fuori dalle credenze diverse bottiglie di alcool, qualche bong e qualche altro pacchetto di droghe non ben identificate.

Alex si sedette sul divano, non aveva voglia di ubriacarsi o di drogarsi l'ultimo giorno della gita, anche perché alle 3pm avrebbe dovuto ritrovarsi in aeroporto, insieme a tutti gli altri suoi compagni, ma aveva anche deciso che non avrebbe rifiutato le proposte dei ragazzi.

-Vuoi un tiro?-

-Ti va un sorso?-

-Prova questo-

-Guarda che questa roba è buonissima, dovresti provare-

E così, alle 12:30pm, Alex era completamente andato.

-Sai- diceva alla ragazza, che ormai era abbracciata a lui da venti minuti -il mio ragazzo mi ha lasciato...per una troiah-

La ragazza abbassava le labbra, in una smorfia triste -Povero tesoro- ripeteva, continuando a stringergli il braccio.

-Margot, smettila di provarci con lui- disse a un tratto un tipo, uno da prendere molto seriamente, che in quel preciso momento era a testa in giù sul divano intento a farsi versare in bocca una bottiglia di vodka alla pesca.

-Sta zitto Félix- lo fulminò la ragazza -Guarda che a lui piaccio-

-Come no- rideva Félix, tra un sorso e un altro di vodka.

Goodbye Agony -COMPLETO-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora