Happily Ever After

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Thanksgiving Day

-...E più o meno furono queste le parole che dissi quel giorno- disse Dorian sistemandosi i capelli in una coda di cavallo che lasciava alquanto a desiderare.

-Che vomantico che sei papà- commentò la ragazzina, di appena sei anni seduta davanti a lui, Dorian le carezzò i morbidi capelli castani, sistemandole alcune ciocche dietro le piccole orecchie.

-Sarà stato anche romantico ma due ore dopo era mezzo nudo che dormiva  su un canotto nella piscina- commentò Lottie, che gli passò accanto, facendo attenzione a non pestare le manine dei bambini, mentre teneva in mano una bottiglia di birra.

-Lottie, tu hai regalato il tuo reggiseno al prete- le disse il moro, scatenando le risatine dei bambini.

-E allora? Era carino, e poi queste non sono cose da dirsi davanti ai piccoli-

-Sorellona- disse Lindy, sistemandosi il piercing al labbro e prendendo in braccio il bambino che gattonava lì intorno -Sappiamo tutti che è una cosa di cui non ti sei pentita-

-Sì beh, come vuoi, all'epoca non ero ancora fidanzata con Daphne e se volevo regalare il mio reggiseno a un prete, che poi non era davvero un prete ma un semplice cerimoniere, beh, potevo farlo- rispose la ragazza facendole la linguaccia.

-Guarda che se vuoi regalare i tuoi reggiseni lo puoi fare ancora- disse una voce scherzosa proveniente dalla cucina.

Lottie alzò gli occhi al cielo ridendo.

Dall'altra camera comparve Daphne, con i pantaloni di una tuta neri e un'enorme felpa gialla con su scritto OPPAI, i piedi scalzi e i capelli biondi raccolti in due codini ai lati della testa la facevano sembrare la ragazzina ingenua di una volta.

Lottie, con una canottiera bianca che lasciava intravedere tutti i suoi tatuaggi, i pantaloncini da basket e i lunghi capelli neri arruffati lasciati cadere sulle spalle le sorrise, avvicinandosi alla bionda per lasciarle un leggero bacio sulle labbra.

-Ehhhm ragazzi?!?!- un urlo preoccupato provenne dalla cucina -Potreste venire qui un momento?-

-Di che hai bisogno Alec?- chiese Dorian dall'altra stanza, impegnato a tenere sulle ginocchia sua figlia che aveva spudoratamente deciso di fargli le treccine ai capelli.

-Il tacchino può resuscitare dall'Inferno?- chiese preoccupato il ragazzo.

-Ehm...no?-

-Uh...allora mi sa che la cucina sta andando a fuoco-

Il moro, seduto sul divano rise, immaginando il volto preoccupato del suo ragazzo, non era cambiato per niente dai tempi in cui non riusciva ad aprire un l'armadietto della scuola. In fretta Dorian si alzò, lasciando la bambina vicino alle gambe delle due zie troppo impegnate a chiacchierare tra loro per dar peso al fatto che Alex stava dando fuoco a tutto, e accorse in cucina.

Dopo una decina di minuti ne uscì, tenendo tra le mani il vassoio con sopra il tacchino, un po' bruciato ma non rovinato definitivamente, dirigendosi verso la sala da pranzo per appoggiarlo nel mezzo del tavolo.

Nel frattempo suonò il campanello e Alex, con i biondi capelli arruffati, un paio di jeans e una maglia dei Nirvana coperta da un grembiule bianco macchiato di tutto ciò che poteva trovarsi in cucina, corse alla porta.

Appena la aprì si trovò davanti ad Arianne, con dei lunghi rasta rosa, portava un vestito di jeans bianco e due stivali di cuoio alti fino al ginocchio. Il solito fisico minuto e pallido, con la cicatrice in rilievo sul viso. Non aveva mai dimostrato la sua vera età e non la dimostrava certo ora, anche se la sua pancia, essendo ormai al settimo mese, era davvero grossa. Teneva in una mano un sacchetto che molto probabilmente conteneva delle torte, mentre dall'altra parte teneva la mano di un ragazzo di circa quattordici anni, Carl, suo fratello. Alla sua destra c'era Jem, che per dire la verità non era cambiato granchè, solite braccia muscolose, soliti rasta, soliti tatuaggi e solita faccia da ragazzo di campagna, ovviamente teneva al guinzaglio il suo fedelissimo AlìBabà che portava con dignità i suoi 13 anni. Non che quel cane fosse diventato più intelligente col tempo.

Goodbye Agony -COMPLETO-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora