-Intermissione-

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Friday, 13.01

Cleveland, Ohio.

4:10am

-Ne sei sicuro Dorian?- chiese Lottie, seduta sui gradini della veranda di quella grande casa, intenta a fumare una sigaretta. Era mattina presto e Gennaio era un brutto momento per stare all'aperto a Cleveland.

La neve copriva tutto ciò che era intorno a loro, sigillando la città in un immenso silenzio ghiacciato.

Dorian annuì, rigirandosi l'accendino tra le mani -Non ti preoccupare Lo-

-Non sono preoccupata- mentì la ragazza.

Non che l'ansia le stesse divorando lo stomaco, ma non si sentiva del tutto sicura di quello che stavano facendo.

Dorian sorrise e si sedette accanto a lei, rubandole la sigaretta dalle mani.

Lottie lo guardò male.

Dorian sorrise, con quel suo solito sorriso obliquo inquietante.

Dopo una decina di minuti la porta della casa si aprì e ne uscì una ragazza, con i capelli blu stinti che lasciavano intravedere il biondo dei suoi capelli naturali. Gli occhi azzurro cielo, la pelle pallida e i lineamenti soliti degli europei. Sul lato sinistro del volto aveva un occhio nero, un graffio sulla guancia e un livido che le percorreva il collo.

Era una visione inquietante, ma ormai erano abituati a vederla in quelle condizioni e non ci facevano più caso.

Ma presto sarebbe finito tutto.

-Ciao Arianne- la salutarono i due ragazzi mettendosi in piedi, ed entrando nella casa.

La ragazza gli fece strada nel corridoio, addentrandosi poi nel enorme salone.

Lì, su due poltrone in velluto rosso stavano legati, con dello scotch argentato, un uomo e una donna, fermi, con gli occhi semichiusi.

Dorian e Lottie rimasero, almeno esteriormente, indifferenti a quella vista.

-Ma che gli hai fatto?- chiese Dorian.

-Ho messo un paio di dosi di tranquillante nel loro caffè- rispose la ragazza con tono fiero -Sono svegli e coscienti, ma non abbastanza da liberarsi o crearmi problemi-

-Cosa vuoi farne Ari?- chiese Lottie, anche se era già a conoscenza della risposta.

La ragazza sorrise, un sorriso che non prometteva nulla di buono -Voglio ucciderli- disse come se fosse una cosa normale -dopodichè brucerò questo posto-

-E dove andrai allora?- chiese la mora, più preoccupata per il futuro dell'amica che per il suo piano omicida.

-Da mio zio, Bill- rispose.

-Tu hai uno zio? E allora perchè cavolo...?- iniziò Dorian

-Diciamo che mio zio non è proprio una persona affidabile..-lo interruppe la ragazza -Così quelli stronzi dei servizi sociali hanno pensato bene di darci in adozione a questi due tipi qua- disse con tono di disprezzo.

Arianne nutriva un profondo e fondato odio nei confronti della coppia, e ne aveva anche tutte le ragioni.

-Allora, avete portato quello che vi ho chiesto?- chiese la ragazza.

Lottie annuì, aprendo lo zaino nero che teneva sulle spalle ed estraendone una pistola avvolta in un panno bianco.

Arianne sorrise, prendendo la pistola tra le mani. Era una beretta nera, una pistola automatica.

-Dove l'hai trovata?- chiese.

Lottie scosse le spalle, sorridendo con finta modestia. Non era la prima arma che comprava e non sarebbe stata l'ultima, il mercato nero delle armi non era più un segreto per lei dalla seconda media.

Goodbye Agony -COMPLETO-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora