4. Escluso

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"Dai, Thomas. Non fare quella faccia".

Continuai a guardare fuori dal finestrino mentre zio Liam stava alla guida verso lo studio di registrazione.

"Non sto facendo nessuna faccia" risposi, mentre osservavo la macchina che si era fermata accanto a noi nel traffico e la donna all'interno che non si curava affatto della batmobile - era così che la chiamavamo ormai tutti - di Liam e continuava a guardare il cellulare con un sorrisino sul viso, messaggiando chissà con chi. Beata lei.

"E invece stai facendo quella faccia, eccome" continuò imperterrito.

Mi voltai a guardarlo. "Perché non sei rimasto a casa con Jane e Cassie?".

"Perché sto andando a lavorare?" disse confuso, dando un tono di domanda a quella frase.

"Ma non ne avresti bisogno. È sabato e potresti stare perfettamente con tua moglie e tua figlia".

"E invece vado a lavoro con mio nipote. Cosa ti cambia, Thomas?" mi chiese esasperato, senza staccare gli occhi dalla strada.

"Cambia che dovremmo stare con le nostre famiglie".

"Tu fai parte della mia famiglia".

Io sospirai e mi voltai di nuovo verso il finestrino. Non mancava molto per arrivare in studio.

"Guarda che tuo padre non ti ha escluso".

Ok, aveva appena colpito nel segno. Zio Liam era sempre stato colui che capiva perfettamente le persone, soprattutto quando si trattava di quelle che amava.

Io sbuffai e nonostante avesse ragione sul fatto che il mio problema fosse quello, risposi in modo negativo: "Lo so che non mi ha escluso. E non mi importa, comunque".

"Mmh". Liam fece un sorriso divertito e parcheggiò davanti allo studio. Spense l'auto, ma non tolse le sicure agli sportelli che erano ormai fisse nel veicolo per la sua piccola peste Cassie.

"Possiamo scendere?" chiesi, ma lui mi guardò in silenzio. "Che c'è?" stavo iniziando ad infastidirmi.

"Thomas, tuo padre sta solo cercando di aiutare tuo fratello".

"Lo so" sospirai. "Ma avrei potuto aiutarlo anche io. So come ragiona Lucas. E sarei potuto essere d'aiuto. E invece papà mi ha mandato qui con te. Mi ha..." mi fermai, mordendomi il labbro e guardando le mani che mi stavo torturando.

"Escluso?" terminò lui, facendomi sospirare. Non dissi altro e lui decise di approfittarne per tornare a parlare: "Thomas, sai di cosa ha paura tuo padre?".

Di perdere la mamma? Fu la prima domanda che mi si formò nel cervello, ma era una cosa abbastanza ovvia e sapevo che zio Liam non si riferiva a quello. Così scossi la testa e tornai a guardarlo. "Te lo ha detto lui?".

"No, ma conosco Niall come le mie tasche. E so perfettamente che ti ha mandato qui in studio con me perché pensa che oggi con Lucas fallirà. E non vuole renderti partecipe di altra delusione. O sofferenza".

E perché la musica aiuta. Zio Liam non me lo aveva detto, ma ero consapevole del fatto che papà stesse cercando di aiutare anche me. Mandandomi in studio in modo che mi immergessi nella mia musica e potessi distrarmi per un po'.

Sospirai un'ulteriore volta. "Adesso possiamo andare?" chiesi e lui fece scattare la sicura, per permetterci di scendere.

"Sì, certo".

Non appena misi piede fuori dall'auto, il rumore dei flash iniziò a riempirmi le orecchie. Quei dannati paparazzi non si stancavano mai? Sinceramente era da un mese esatto che non guardavo nessun giornale né informativo né di gossip, per paura di ciò che avrei potuto trovarci. E soprattutto non entravo nei miei social network. Non avevo idea di come avessero divulgato la notizia e come l'avessero presa i fan di papà. E sapevo che lui, al contrario mio, lo aveva fatto. Aveva guardato i social, ma non aveva mai aperto quel tipo di conversazione. E io non glielo avevo chiesto.

Avrò Cura Di Te 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora