Thomas non era più il nostro Thomas.
Era come se si fosse spento di colpo, chiudendo fuori tutto e tutti. E quando provava ad interagire era eccessivamente scontroso.
"Che cos'ha Thomas?". Anche Lucas era preoccupato per suo fratello.
"Non lo so, tesoro. Ma lo scoprirò".
Sapevo che c'entrava la ragazza mora, Mya, ma non avevo idea di cosa fosse successo. Temevo che si fossero lasciati. E Thomas stava reagendo decisamente male. Non voleva neanche parlare con suo padre e quella era una delle cose che mi preoccupava di più.
Inoltre mancava davvero poco all'inizio della scuola. Giorni, ormai. E io volevo aiutare mio figlio prima che essa iniziasse.
Bussai alla porta, ma non aspettai neanche che Thomas mi desse il permesso per entrare. Mio figlio stava dormendo e nella penombra potevo vederlo a malapena. Erano le tre del pomeriggio e lui aveva oscurato completamente tutta la stanza, abbassando le tapparelle. Era da prima di pranzo, dopo essere tornato dalla sua corsa mattutina, che stava chiuso lì dentro. Non aveva neanche mangiato.
Aprii le finestre, prima di andarmi a sedere sul bordo del letto e accarezzargli i capelli. "Tommy" dissi, cercando di svegliarlo.
Lui grugnì e si voltò dall'altra parte, borbottando: "Vattene".
"Thomas" ripetei, non essendo intenzionata ad andarmene.
Lui si sollevò un po'. "Cosa?" chiese in modo scontroso, con la voce ancora impastata dal sonno.
Io sospirai. "Posso parlare con te, tesoro?" chiesi allora dolcemente.
Mi guardò sconvolto. "Mi hai svegliato solo per parlare? Davvero?" disse, prima di rimettersi disteso e dichiarare in quel modo la nostra conversazione finita.
"Thomas, non me ne andrò da qui fino a quando non mi dirai che ti sta succedendo" continuai imperterrita.
"Bene, puoi restare qui a guardarmi dormire" borbottò, mettendosi un cuscino sulla faccia.
Glielo tolsi. "Credi davvero che ti lascerò dormire?".
Thomas sospirò. "Non sta succedendo niente, okay? Adesso va via da qui".
"Ti conosco come le mie tasche. Pensi davvero che me la beva? Rivoglio mio figlio, quello dolce e solare come suo padre, hai presente? Non questo ragazzo imbronciato e arrabbiato con il mondo" dissi.
"Mamma, ti prego" sibilò tra i denti, con la mascella serrata.
"No, Thomas. Adesso parli con me per cinque minuti e mi spieghi che cavolo è successo con Mya. Perché è stata lei a farti questo, lo so".
Vidi improvvisamente la sua espressione cambiare. Si alzò in piedi, facendo alzare anche me e mi guardò in un modo che non avevo mai visto prima. Potevo leggere chiaramente il disprezzo verso di me. "Tu non dovresti neanche nominarla. Lei è esattamente come te". La sua voce era così bassa e tagliente che mi chiesi chi avessi davanti. Neanche quando litigavamo si era mai rivolto a me in quel modo. Mi sentii improvvisamente mancare la terra sotto ai piedi e catapultata a quindici anni prima, quando Niall aveva scoperto dell'esistenza di suo figlio. Era lo stesso sguardo e lo stesso tono di voce che lui aveva usato allora.
Io non riuscii a dire nulla. Non ero neanche riuscita a fermare la lacrima solitaria che era scesa lungo la mia guancia. Continuavo a guardarlo, mentre il mio cuore si stava lacerando lentamente.
E poi il suo viso si distese. Forse anche lui si era reso conto delle parole che aveva appena pronunciato a me, sua madre. Sembrava quasi stupito e confuso. "Oh mio dio" sussurrò, mentre gli occhi gli si riempivano di lacrime, che non lasciò cadere a tutti i costi. "Oh dio, mi... mi dispiace" balbettò, mentre il suo respiro iniziava a velocizzarsi. "No, no, no" iniziò a ripetere con gli occhi sbarrati, mentre le sue mani si poggiavano sui suoi capelli biondi, tirandoli con forza.
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Avrò Cura Di Te 2
FanfictionTutti pensano che essere un Horan è facile. Beh, quando tuo padre è un cantate di fama mondiale e non ti fa mancare nulla, potrebbe sembrarlo. Ma la mia famiglia non è mai stata fortunata. Non quando quel dannato incidente ha distrutto ogni cosa. La...