"Mi ami, vero?" la sua voce era così dolce. Più del solito. Voleva sentirsi dire quelle parole che ancora non ero mai stato in grado di pronunciare.
"Sì, Mya. Penso di amarti".
Le sue labbra vicino al mio orecchio e il suo respiro caldo mi fecero rabbrividire. "Pensi, Thomas?".
Deglutii, mentre la sua mano sbottonava i miei pantaloni. "Non lo penso. Lo so. Mya, io ti amo". La sua mano mi accarezzò il basso ventre, ma io la fermai. "Aspetta".
"Cosa?".
"Io voglio sapere. Io non so niente".
"Cosa vuoi sapere?" solo un sussurro. "Te lo dirò dopo. Adesso lasciati anda...".
Due colpi sulla porta della mia camera e la voce di papà mi fecero aprire gli occhi di colpo, facendo sgretolare il mio sogno in tantissimi pezzettini insignificanti.
"Andiamo, Thomas! Alzati. Sei in ritardo".Sospirai. "Mmh, dannazione" borbottai con la voce ancora impastata dal sonno. Non volevo alzarmi. Volevo solo tornare a dormire e continuare a sognare. Ero così vicino a delle risposte. E anche ad altro.
"Thomas!" papà tornò a chiamarmi. "Non costringermi a buttarti giù dal letto".
Sospirai di nuovo, calciando via le coperte e mettendomi a sedere sul letto. Poggiai i gomiti sulle ginocchia e lasciai cadere la mia testa tra le mani. Dopotutto era inutile sperare di poter continuare quel sogno. Perché era soltanto un'invenzione della mia testa e così sarebbero state le risposte che lei mi avrebbe dato. Sarebbe stato solo ciò che avrei voluto sentirmi dire.
Mi lasciai alle spalle quel vagheggiamento inconsistente della mia testa e mi alzai in piedi, afferrando i primi vestiti che mi erano capitati in mano e dirigendomi in bagno.
Speravo che non ci fosse nessuno, considerata l'eccessiva reazione del mio corpo a quel dannato sogno. Sembrava quasi peggio di ogni mattina, ma non potevo farci nulla. Dovevo muovermi.
E fortunatamente il bagno era vuoto, ma mentre camminavo lungo il corridoio, oltre a papà, si aggiunse anche la mamma. "Thomas, sei ancora in mutande? Muoviti!".
"Sì, sì" borbottai, infilandomi in bagno prima che si potesse accorgere di qualcosa di imbarazzante.
E una volta pronto per la scuola, scesi le scale in fretta.
"Oh, allora ce l'hai fatta" mi disse papà, mentre io mi sedevo al tavolo per fare colazione.
Borbottai qualcosa di simile ad un buongiorno e lui mi passò una mano tra i capelli sbrigativamente. "Hai solo cinque minuti".
Da quando la mamma era di nuovo con noi, la mattina sembrava essere tornata alla normalità, con la colazione pronta e i nostri pranzi già imbustati. L'unica differenza era Lucas, che era stato costretto a cambiare routine, a causa della perdita di memoria della mamma. E la mattina quel particolare lo rendeva scontroso. Assonnato e decisamente scontroso. Solo il fatto di essere svegliato da papà, lo disturbava. Ma ormai, dato quanto stava crescendo ultimamente, mamma faceva fatica a sollevarlo ed era papà che lo portava giù di peso, nonostante le sue lamentele e i suoi piagnistei generali.
Mangiai in fretta e andai velocemente a lavarmi i denti. Quando raggiunsi l'ingresso papà e Lucas mi stavano già aspettando per raggiungere la scuola.
"Buona giornata" ci augurò papà una volta arrivati a destinazione e io e Lucas scendemmo dalla macchina con un sospiro.
Mio fratello mi afferrò la mano e io gli sorrisi. Per una volta fu lui a trascinarmi all'interno dell'edificio scolastico.
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Avrò Cura Di Te 2
FanfictionTutti pensano che essere un Horan è facile. Beh, quando tuo padre è un cantate di fama mondiale e non ti fa mancare nulla, potrebbe sembrarlo. Ma la mia famiglia non è mai stata fortunata. Non quando quel dannato incidente ha distrutto ogni cosa. La...