7. Ho bisogno di te

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Due mesi.

Bip. Bip. Bip. Bip.

"Il danno cerebrale sta guarendo".

Bip. Bip. Bip. Bip.

"Allora perché non si sveglia?".

"Deve aspettare ancora, signor Horan. Deve avere pazienza".

Bip. Bip. Bip. Bip.

"Potrebbe non svegliarsi?".

"Non possiamo dirlo con certezza".

Mi passai una mano tra i capelli e sospirai. "Svegliati, ti prego" sussurrai, afferrando la mano inerme di Spencer. "Ho bisogno di te. Lucas e Thomas hanno bisogno di te".

Guardai il suo viso: le labbra di un colore quasi innaturale, molto più pallide del solito, a formare una linea sottile; il suo zigomo, dove un taglio le aveva lasciato una piccola cicatrice; i suoi occhi chiusi.

Voglio vedere quegli occhi verdi di nuovo. Quelli di Lucas non mi bastano. Ti prego, svegliati.

"E se si svegliasse potrebbero esserci conseguenze?".

Bip. Bip. Bip. Bip.

"Non possiamo dire neanche questo. Potrebbe, come non potrebbe. Dobbiamo aspettare che si svegli".

"Se lo farà...".

Bip. Bip. Bip. Bip.

"Abbi fede, signor Horan".

Non ero mai stato un uomo di fede. Non mi ero mai affidato ad essa. Avrei dovuto iniziare adesso?

"Ti prego, Spence. Pensa ai nostri bambini".

Sospirai un'ulteriore volta e mi passai le mani sul viso, ripensando all'episodio di sue sere prima. Ormai la notte non era più un momento rilassante, produttivo e rigenerante. Era solo ansia mista ad incubi. Incubi che non colpivano soltanto Lucas. Colpivano anche me, che mi svegliavo sudato nel cuore della notte, con il battito velocizzato e il respiro frenetico.
Colpivano anche Thomas. E ne avevo avuto la conferma proprio due sere prima. Il grido che mi aveva fatto svegliare di colpo, mi aveva gelato il sangue. Ero uscito dal letto il più velocemente possibile e mi ero fiondato in camera di Thomas, che era in preda ad una crisi isterica.

Lo avevo afferrato e avevo cercato di trattenerlo, bloccandolo con le braccia e spingendolo contro al mio corpo. Le sue mani si erano artigliate automaticamente alle mie braccia.

"Tom! Thomas! Sono qui. Ssh. Calma, babe. Va tutto bene. Va tutto bene".

Lui si era lasciato andare su di me e aveva iniziato a ripetere una sfilza di 'no' e 'mamma' tra le lacrime che mi avevano fatto dannatamente male.

"Ssh, è tutto ok. Era solo un incubo. È tutto ok". Gli avevo baciato la testa e passato le mani sulle braccia, fino a quando era tornato a dormire, abbattuto dalla stanchezza.

Quando ero tornato in camera mia avevo trovato un Lucas tremante e avevo dovuto stringere a me anche lui.

Sapevo che il giorno dopo saremmo rimasti tutti a casa, perché Thomas non sarebbe stato né mentalmente né fisicamente bene. E di conseguenza non potevo abbandonare Lucas a scuola da solo. Non in quel periodo e in quelle condizioni.

E per quella sera angosciante, invece, chi aveva dormito più? Perché se anche Thomas mi stava crollando in quel modo, mi ritrovavo a pensare che non ce l'avrei fatta da solo ancora per molto.

"Oh, Lucas dorme" dissi, alzandomi in piedi dal divano su cui ero seduto. Avevo sistemato il telefono tra la spalla e l'orecchio per afferrare meglio mio figlio e poterlo portare a letto.

Avrò Cura Di Te 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora