35. Epilogo

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*Sei anni dopo*

Tum, tum, tum. Continuavo a sbattere il tappo della penna sulla scrivania, cercando di concentrarmi. Ero in uno di quei momenti d'ispirazione che ti fa prendere un foglio e una penna e ti fa scrivere senza riuscire a fermarti. O almeno, se lo ero stato venti minuti fa, adesso sicuramente non lo ero più. Il foglio davanti a me era ancora bianco.

Sbuffai, tappandomi le orecchie con le mani. Era da quando avevo messo piede nella stanza di musica che continuavo solo e soltanto a sentire i versi compiaciuti che arrivavano dalla camera accanto. E anche quando le mie mani non riuscirono a placare quei rumori che mi stavano deconcentrando, mi tirai indietro con la sedia, creando un suono fastidioso e fregandomene dei segnali che avrei potuto procurare sul parquet. Mi alzai in piedi e uscii dalla stanza. La porta della camera di Lucas era chiusa e io afferrai la maniglia e la abbassai, aprendo la porta. Anzi, la spalancai, prima di allontanarmi e camminare lungo il corridoio, in modo da evitarmi eventuali scene raccapriccianti.

Sentii mio fratello che sbuffava mentre io urlavo: "Le porte di questa casa devono stare aperte!".

"Giusto, Tom" mi fece eco papà, anche se non avevo idea da dove stesse parlando. Forse dal piccolo ufficio accanto alla nostra sala di musica.

"Possiamo anche continuare con la porta aperta!" sentii Lucas rispondere, ma sia io che papà lo ignorammo.

Scesi di sotto e andai a gettarmi direttamente sul divano. Afferrai il telecomando, ma non riuscii neanche ad accendere la televisione, dato che Lucas e Derek avevano appena sceso le scale e io mi ero voltato verso di loro.

"Mi spiegate perché in questa casa vengo sempre bullizzato?" mi chiese Lucas, lanciandomi un'occhiataccia.

"Stronzate" risposi, prima di voltarmi e accendere il televisore. Sentii Derek ridacchiare e io tornai a parlare, rivolgendomi proprio a lui: "Tu non dovresti farti convincere da Lucas in questo modo, Der. Le regole le conosci anche tu".

"Ma è troppo bravo a farlo" mi rispose e io mi chiesi se si stesse riferendo alla bravura eccezionale di mio fratello nell'andare contro le regole o al saper convincere.

"A fare cosa?" chiese ovviamente Lucas con tono malizioso. Derek gli diede un colpo sul petto, ma il colosso di mio fratello non si mosse di un millimetro e ghignò divertito.

Sollevai gli occhi al cielo, perché tutti noi ci saremmo dovuti aspettare una battuta di quel tipo da lui.

"Cretino" lo insultò Derek, che dopo tutti quegli anni continuava ad imbarazzarsi davanti a noi per colpa di Lucas. "Io devo andare adesso".

"Va bene, amore. Mandami un messaggio appena arrivi a casa" rispose Lucas e Derek allungò il braccio per mettere una mano tra la massa disordinata dei capelli del ragazzo più alto e gettarglieli indietro, scoprendo il suo viso.

"Sì" disse, con un tono che sembrava dire 'ovviamente, come sempre, rompiscatole iperprotettivo'. Ah, dovevo smetterla di guardare quei due. "Ciao, Tom" disse poi rivolgendosi a me. "E scusa per prima".

Io sollevai una mano in un gesto di saluto. "Tanto lo so che non cambierete mai. Non quando è Lucas a comandare". Ovviamente tutti e tre la pensavamo allo stesso modo e non c'era alcun bisogno di replicare alle mie parole.

Derek fece per uscire, dando così le spalle a Lucas, che allungò il braccio e diede una pacca sul culo al fidanzato, facendolo sobbalzare di conseguenza e girare a lanciargli un'occhiataccia.

Io sollevai gli occhi al cielo e tornai a guardare la televisione, solo per voltarmi a fissarlo di nuovo una volta che la porta di casa era chiusa.

"Cosa?" mi chiese con un sorrisino.

"Sei incredibile" borbottai, roteando gli occhi e provando finalmente a concentrarmi su qualche canale spazzatura.

Lucas però non era intenzionato a farmi fare niente oggi. Si avvicinò e si gettò praticamente sopra di me, lasciando parte delle gambe fuori dal divano.

Mugugnai di dolore. "Guarda che pesi, idiota" gli dissi senza però provare neanche ad allontanarlo.

Dopotutto negli ultimi anni era cresciuto tantissimo. Aveva già raggiunto il metro e ottantacinque, superando di brutto me e papà, ma sapevo che presto sarebbe arrivato anche al metro e novanta.

Lui si mise a ridere. "Comunque Tom, hai ventitre anni. Non pensi che sia ora di trovarti la ragazza?" mi chiese e io continuai a fissare il televisore.

Risposi senza guardarlo: "E tu hai quindici anni. Non pensi che sia ora di farti i cazzi tuoi?".

"Cacchio, quanto sei scorbutico!" esclamò, sbattendo la testa contro la mia coscia.

"È colpa tua se lo sono. Ho perso l'ispirazione a causa tua. Avrei potuto scrivere solo le parole raccapriccianti che vi dicevate tu e Derek nella stanza accanto".

"Uh, mi dispiace, fratello". E lo era davvero. Si trattava del mio lavoro e quindi di una delle cose a cui tenevo di più e lui lo sapeva bene.

Scrollai le spalle. In ogni caso, come avevo detto poco prima, ero consapevole del fatto che scene di quel tipo si sarebbero ripetute. Perché Lucas trovava un piacere particolare nel trasgredire alle regole. Soprattutto a quelle che imponeva nostro padre. Pure quelle più stupide. E godeva anche ad essere in disaccordo praticamente con ogni cosa che papà diceva. Come il pensiero sui suoi capelli. Papà odiava che li tenesse in quel modo. Erano solo una massa informe e disordinata che gli arrivava quasi oltre la mascella.

"Quando vai a tagliare quei capelli?" gli chiedeva papà continuamente.

Ma la risposta restava sempre la stessa. "Devo farli diventare più lunghi di quelli che aveva lo zio Harry negli anni d'oro".

E papà faceva una smorfia contrariato.

In quel momento la porta si aprì e la mamma, stanca dalla giornata di lavoro, provò a sorriderci.

"Ehi, mam..." stavo dicendo io, ma mi interruppi di colpo quando l'urlo di papà riecheggiò per tutto la casa.

"LUCAS!".

Mio fratello sobbalzò al sentire la voce di nostro padre così arrabbiata. "Oh no" disse allontanandosi da me e mettendosi a sedere.

La mamma sospirò soltanto, mentre io guardavo mio fratello, cercando di capire qualcosa dal suo sguardo, ma con poco successo.

Che diavolo aveva combinato quella volta?


- Fine -

(...To be continued)




Angolo dell'autrice: Buona domenica a tutti!!

Ecco l'ultimo capitolo di questo sequel. Devo dire che sono davvero commossa, perché mi sono affezionata troppo a queste due storie e da autrice ho creato un rapporto davvero speciale con i miei personaggi haha.

Alloraa, vi dico subito - come vi sarete accorti - che ho confermato il terzo di questa "serie" dove affronteremo un Thomas nel mondo dei vip e un Lucas adolescente. Da questo capitolo abbiamo già avuto un assaggio e spero che vi sia piaciuto eheh.

Per il resto, devo ringraziare immensamente chiunque abbia letto, recensito e votato la mia storia. Senza di voi non so neanche se avrei la voglia di scrivere e fare tutto ciò.

Un ringraziamento speciale alle mie amiche Fabi, Miry e Sarah, che mi aiutano sempre e mi consigliano per rendere questa storia migliore. In particolar modo, in questo caso, a Sarah SarahJHoran che spesso e volentieri mi ha fermata dai disastri che avrei potuto creare o mi ha aiutata a fare delle scelte.

Detto questo, spero che ci risentiremo presto (sempre se vi andasse di continuare) con il sequel, che avrà un nome differente dai primi due (anche lo stile, la trama, sarà un po' diverso. Meno sulla lunghezza d'onda di questi due).

E niente, tanto amore dalla vostra Manu!




















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