Guardavo quel programma sul golf senza neanche prestare attenzione. Le immagini di Lucas che in ospedale si era aggrappato alla mano di Spencer completamente distrutto, mi tormentavano da giorni.
Hai aggravato la situazione, Niall. La frase continuava a ripetersi nel mio cervello senza sosta. Lucas non aveva più detto una parola neanche a me da quella volta.
Sospirai, cercando di concentrarmi sul programma televisivo, ma era tutto inutile. Tanto che quando sentii dei passi che si avvicinavano, mi voltai subito verso il corridoio.
Era Lucas. Sapevo riconoscere perfettamente il loro modo di camminare. Quello di Thomas era più pesante e strascicato, come se avesse poca voglia di vivere. Quello di Lucas era più leggero e furtivo, come se non volesse essere notato da nessuno.
E quando i suoi passi si fermarono, prima di arrivare in salotto e quindi rendersi visibile a me, fui tentato di chiamarlo, di dire il suo nome. Ma alla fine non lo feci, perché sapevo che la voce mi sarebbe morta in gola. Continuai a fissare quel punto, sperando che Lucas si decidesse a venire da me.
Non lo farà. Tornerà di sopra, perché si è reso conto che sei tu a star guardando la televisione. Ne ero convinto.
Ma fui grato che questa mia convinzione venisse smontata quando Lucas era sbucato dal corridoio e mi aveva guardato, continuando ad afferrare il muro con la mano.
"Ehi" gli dissi, cercando di fargli un piccolo sorriso. Lui si morse il labbro e venne verso di me. "Hai finito di fare i compiti, amore?" continuai, cercando di farlo parlare, ma lui annuì soltanto, prima di salire sul divano e senza dirmi nulla sedersi a cavalcioni su di me.
Gli misi le braccia intorno e lo guardai in silenzio. Allungai la mano per scostargli la frangia e lui sospirò sotto al mio tocco, prima di sporgersi in avanti e fare scontrare il suo petto contro al mio. Con un braccio mi circondò il collo e la sua testa si poggiò sulla mia spalla.
Mi voltai per baciargli la guancia e con il cuore un po' più leggero cercai di tornare a guardare la televisione. Ma anche se mio figlio mi stava abbracciando e io continuavo ad accarezzargli la schiena dolcemente e in modo confortante, non riuscivo ugualmente a prestare attenzione. Anzi, la situazione sembrava essere peggiorata. Perché il modo in cui Lucas si era appena sistemato su di me, era una posizione che adorava anche sua madre. E ovviamente il pensiero di Spencer iniziò a lacerarmi più del solito in quei dannatissimi giorni.
"Sei ingrassata? Pesi più del solito". Il suo schiaffetto mi arrivò dritto sulla guancia, prima che me le afferrasse entrambe con le dita.
"No, non è vero" disse, per poi sporgersi in avanti e baciarmi.
Poggiai le mani sui fianchi di Spencer, che era comodamente seduta a cavalcioni su di me, sul divano.
"Stai invecchiando, dolcezza. Sono quasi quaranta" l'avevo presa in giro, alludendo al suo compleanno che si avvicinava. Omisi il fatto che per me restava una delle donne più sexy che esistessero.
"Col cavolo! Sono trenta".
Io mi misi a ridere. "Ti piacerebbe, Spence".
Lei fece il broncio e sbuffò divertita. "Trent...".
"...Otto" terminai.
"Ma uffa" disse, sporgendosi in avanti e premendo il viso contro al mio collo.
Ridacchiai, avvolgendola con le braccia.
"Fa meno lo spiritoso, Horan. Guarda che tu ne hai trentacinque. Mica sono tanti di meno".
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Avrò Cura Di Te 2
FanfictionTutti pensano che essere un Horan è facile. Beh, quando tuo padre è un cantate di fama mondiale e non ti fa mancare nulla, potrebbe sembrarlo. Ma la mia famiglia non è mai stata fortunata. Non quando quel dannato incidente ha distrutto ogni cosa. La...