Odiavo quei venerdì sera. Avevo sempre amato la mia famiglia, ma quei venerdì sera li odiavo da morire.
Quella volta eravamo a casa di zio Liam e zia Jane. Non eravamo tantissimi, ma dal caos che c'era sembravamo quasi il doppio. Perché ovviamente eravamo tutti nella stessa stanza, in salotto.
I nostri genitori stavano facendo un gioco simile al taboo ma dei vip e ogni due per tre si fermavano per raccontare qualcosa o ridere per alcuni ricordi. Tra zio Louis e papà non si riusciva a capire nulla. Battibeccavano scherzosamente e ridevano come avevano sempre fatto da quando erano ragazzi, sovrastando le voci di tutti.
E poi c'eravamo noi figli: io e Lucas che stavamo sul divano davanti al loro tavolo. Giocavamo all'X-Box dello zio Liam, ma dovevamo mettere pausa ogni qualvolta la piccola Darcy e Cassie passavano davanti al televisore, tanto prese dal gioco che stavano facendo.
Era snervante, anche se non riuscivo a non sorridere quando la bambina di sei anni dalla pelle più scura della nostra faceva ballare i suoi enormi ricci, rincorrendo Cassie. Lucas, sistemato sulle mie gambe e con la schiena sul mio petto, però non era dello stesso mio parere e sbuffava ogni volta che ci dovevamo interrompere."Non possono smettere?" mi chiese posando il joystick sul divano e accoccolandosi a me, aggrappandosi con le braccia al mio collo. Ultimamente Lucas sembrava essere così appiccicoso con me e ogni volta che stavo a casa da solo, beh e in effetti quel tempo diventava sempre meno, voleva starmi vicino a tutti i costi. Non che gli avrei negato mai delle coccole, ma stava diventando esagerato. Avevo anche notato che aveva perso quella simpatia che provava per Mya e quando la mia ragazza era nei paraggi lui diventava più scorbutico del solito e le rivolgeva a malapena la parola. Pensavo proprio che fosse geloso di lei.
"Lu, stanno solo giocando" dissi, guardando il messaggio che Mya mi aveva appena mandato.
"Anche noi stavamo giocando... chi è?" mi chiese sbirciando sullo schermo del mio cellulare.
"Non stiamo giocando più?" continuai, senza rispondere alla sua domanda e mettendo via il telefono.
Lucas sbuffò. "No. Non mi va più" mi rispose prima di imbronciarsi.
"Perché?".
"Perché no" disse deciso, spingendo la fronte contro la mia guancia.
"Cosa fanno?" chiese la piccola Darcy all'orecchio di Cassie, ma noi potemmo sentire lo stesso.
"Le coccole. Come quelle che fai con i tuoi papà" spiegò la bambina mora con il solito tono da sapientina.
"Ma Thomas non è il suo papà" disse Darcy e io sorrisi divertito.
"Ma sono suo fratello" risposi io, facendola voltare verso di me. Darcy si mise le mani sulla bocca e ridacchiò. "E sono anche tuo cugino. Se vuoi posso farle anche a te".
Non lo avessi mai detto. Lucas cambiò faccia: da rilassato e noncurante del resto, si trasformò in contrariato e quasi sconvolto. "No! Thomas è mio!" protestò con le lacrime agli occhi, stritolando il mio bicipite con la mano.
"Tranquillo, Lu. Non te lo ruba nessuno" si intromise Cassie. "Darcy, torniamo a giocare".
"Lu, ma cosa c'è?" chiesi a mio fratello, sistemandomelo meglio addosso.
"Niente".
Nello stesso momento il mio telefono mi avvisò con un trillo che Mya mi aveva risposto.
"Chi è?" mi chiese ancora con voce lamentosa.
Sospirai. "È Mya, Lu".
"Voglio andare a casa" piagnucolò, tirando su con il naso.
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Avrò Cura Di Te 2
ФанфикTutti pensano che essere un Horan è facile. Beh, quando tuo padre è un cantate di fama mondiale e non ti fa mancare nulla, potrebbe sembrarlo. Ma la mia famiglia non è mai stata fortunata. Non quando quel dannato incidente ha distrutto ogni cosa. La...