2. Imitazione di un Horan

5.2K 317 29
                                    

Eravamo fermi sul marciapiede, davanti all'enorme e antico edificio qual era la nostra scuola privata.

Papà era appena andato via e io e Lucas non avevamo molta voglia di muoverci. Continuavamo a stare lì a fissare da lontano il portone della scuola dalla quale i ragazzi erano già iniziati ad entrare. Noi lì immobili con la mano di mio fratello stretta nella mia.

Guardai l'orologio e sospirai. "So che non è piacevole, piccolo. Ma dobbiamo entrare anche noi" dissi, lanciando uno sguardo a Lucas, che stava fissando per terra senza darmi alcun segno di star ascoltando.

Iniziai a camminare e sentii la presa della sua mano stringersi ancora di più, colto improvvisamente dall'ansia. Ci muovemmo tra la folla di ragazzi e bambini e mi fermai solo quando arrivai al corridoio che ci avrebbe divisi. La scuola primaria stava lì ai piani inferiori, mentre la mia terziaria era agli ultimi piani dell'istituto.

"Ci vediamo alla fine della giornata, ok?" chiesi e gli occhi verdi di mio fratello incrociarono i miei. Il suo cenno d'assenso appena percettibile. "Buona giornata, Lucas" lasciai la mano di mio fratello, che immediatamente si incupì più di quanto non fosse già e piantò lo sguardo per terra. Gli passai una mano tra i capelli biondo scuro come quelli di nostro padre e poi presi le scale, mentre mio fratello proseguiva lungo il corridoio.

Mi tirai il cappuccio sulla testa e salii i gradini a due a due, nonostante mi importasse poco di arrivare in ritardo. Non che i miei professori mi dicessero qualcosa dopotutto.

Ero all'ultima rampa quando qualcuno mi spinse da dietro. Ringraziai i miei riflessi e afferrai il corrimano prima di finire con la faccia per terra. "Buongiorno a te, Horan". La risata di Angus, seguita da quella di Brian, mi fece sospirare.

Li ignorai palesemente e proseguii oltre. Sapevo che non mi avrebbero detto altro. Perché come lo ero io, anche loro erano in ritardo. E con loro, al contrario mio, i professori avrebbero preso facilmente provvedimenti.

Entrai in classe di matematica che il professor Connor non era ancora arrivato. Stranamente.

Attraversai l'aula piena di ragazzi che chiacchieravano tra di loro e mi lasciai cadere pesantemente sulla sedia, senza guardare nessuno intorno a me.

Non ebbi neanche il tempo di sospirare che qualcuno mi bussò con il dito sulla spalla. Mi voltai per incontrare gli occhi scuri di Miley e il suo sorriso dolce.

"Ciao, Thomas" mi salutò.

"Ehi" ricambiai, sforzandomi di farle un piccolo sorriso indietro.

Miley Trent era la cosa più simile ad un'amica che avessi in quella scuola. Anche se il reale motivo per cui lei si era avvicinata a me il primo giorno della scuola secondaria era stato: "ma il tuo papà è Niall Horan?".

E non stavo dicendo affatto che fosse una cattiva persona o solo una scialba fan dei One Direction, nonostante l'età media dei loro fan fosse più o meno quella di papà. O ragazze con almeno dieci anni in più di noi. Ma c'erano sempre le eccezioni alla regola che amavano anche la vecchia musica e le famose band mondiali non più tanto giovani. Miley era una di quelle. Ma oltre a quel particolare era una ragazza carina e a modo e spesso non mi dispiaceva trascorrere il tempo con lei. Soprattutto quando nessun altro ragazzo di quella scuola di merda voleva stare in mia compagnia, perché mio padre era Niall Horan dei One Direction e io solo una stupida imitazione di quello che era mio padre alle sue prime armi.

"Come va?" mi chiese e io scrollai le spalle. Vidi perfettamente il suo sguardo compassionevole e sapevo che stava per dire qualcos'altro a cui non avrei voluto rispondere, ma fui salvato dalla comparsa del nostro insegnante con il fiatone. Mi voltai senza aggiungere altro.

Avrò Cura Di Te 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora