26. Come prima

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Io e Mya eravamo sulla casa sull'albero come al solito. Stavamo studiando storia, ma in quel momento c'eravamo presi un attimo di pausa.

Continuavamo a baciarci sulla brandina, escludendo tutto e tutti dal nostro mondo. Mi sorreggevo con i gomiti per non schiacciarla sotto al mio peso.

Potevo sentire la sua mano farsi strada sulla mia schiena e poi dentro i miei pantaloni, fermandosi sopra ai miei boxer.

"Questa pausa sta diventando troppo lunga, amore" mi sussurrò Mya all'orecchio, facendomi rabbrividire. Mi baciò la mascella e poi si soffermò da quelle parti, prendendo il mio lobo dell'orecchio con la bocca. Non riuscii a fermare il piccolo gemito che mi sfuggì.

Eravamo talmente presi l'uno dalla'altra che nessuno dei due si accorse del rumore di passi lungo le scale di legno.

"Thomas... Oh" la voce di papà ci fece sollevare di colpo e ci mettemmo a sedere a debita distanza l'uno dall'altra.

Mio padre continuava a fissarci in silenzio e io iniziai a spazientirmi.

"Ti serve qualcosa, papà?" gli chiesi comunque dolcemente. Sapevo che dopotutto ero io ad essere nel torto. Noi non saremmo mai andati oltre, ma lui avrebbe potuto pensarlo. E io gli avevo promesso che la casa sarebbe dovuta essere vuota prima.

"Salve, signor Horan" salutò Mya con un sorriso e in effetti non si erano ancora incontrati da quando lei era arrivata.

"Ciao, Mya" ricambiò, prima di rivolgersi a me: "Thomas, ho bisogno di un favore".

"Favore?" ripetei. "E cosa ci guadagno?".

"Sapevo che mi avresti risposto così" borbottò. "Sei come tua madre. Sai che ci guadagni? Il prossimo fine settimana senza di noi. Eh?" mi disse con un sorrisino compiaciuto.

Io ci pensai su e sorrisi, nonostante Mya fosse lì accanto a me. Speravo che non leggesse tra le righe come mio padre stava facendo fare a me. "Può andare. E dove hai intenzione di portare mamma e Lucas?".

"Alla casa al mare, ovviamente" mi rispose e io mi sentii improvvisamente stupido. Perché non ci avevo pensato prima? Avrei potuto portare direttamente Mya lì. Ma ovviamente avevo perso l'occasione.

"Quale?".

"Quella sulla costa. Pensi che uscirei dall'Inghilterra senza di te?" mi chiese, sollevando un sopracciglio.

"Perché? Quante case avete?" si intromise Mya.

"Una sulla costa, una ad LA e una a Mullingar oltre a questa".

"Ah". Sembrava un po' sconvolta.

"D'accordo, dimmi qual è il favore" esortai mio padre, distogliendo lo sguardo da Mya.

"Domani verrai con noi al campetto che a Lucas piace tanto. Tutto il giorno, senza discutere. Verrò a prendervi dopo la scuola e andremo lì".

E quale sarebbe il favore? Mi trattenni dal dirlo. Probabilmente, sapendo che a me quel posto non piaceva affatto, stava cercando di convincermi senza sforzo e conseguenti lamentele. O probabilmente il favore lo stava facendo lui a me. E quello era solo un modo per agevolarmi. Sì, probabilmente era così e io avrei dovuto ringraziarlo.

"Va bene. Anche se il giorno dopo ho scuola" constatai e lui annuì.

"Appunto. Riesci a studiare stasera?" mi chiese.

"Non lo so, non potresti giustificarmi?" chiesi, sperando in un sì. Con la mamma senza memoria per papà sarebbe stato più facile, se non privo di difficoltà, vincere quella battaglia.

Avrò Cura Di Te 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora