Avete presente quando senti il bisogno di mettere le cuffie nelle orecchie e far partire la musica al massimo? Così tanto alta da farti concentrare soltanto su di essa e farti vibrare la testa? Quando scegli la canzone giusta per quel preciso istante e la rimetti a ripetizione a tutto volume, perché dice esattamente quello che stai provando. Quando ti viene voglia di cantare insieme al cantante e provi a buttare tutto fuori. O semplicemente a sorridere e a dargli ragione. Perché spesso la scelta di una canzone da ascoltare e da cantare in un preciso istante ha un significato enorme. Un suo senso.
Il bisogno che sentivo io in quel momento era più o meno analogo. Forse più da cantante professionista, nonostante non lo fossi ancora. Ma sentivo quell'eccessivo bisogno di esternare tutto. E insieme quell'eccessivo bisogno di sorridere e sentirmi finalmente bene.
Perché un gesto, un'azione può cambiarti la giornata in pochissimi secondi.
Ciò che sto dicendo sembra quasi una farneticazione, ma erano quei pensieri che mi spinsero a farlo.
Avevo appena finito di scrivere la canzone che papà mi aveva richiesto. Tutti quei mesi di angoscia avevano dato vita ad una canzone triste e con parole taglienti, distruttive. E come Mya mi aveva già proposto di fare tempo addietro, avevo unito a quelle parole tristi, la melodia che avevo realizzato con la chitarra. Quella melodia di cui Mya si era interessata e che io dopo il suo commento ero andato subito ad appuntare.
Sarei potuto andare direttamente da papà e sbattergli sul tavolo quella canzone, in modo che potessi tornare a lavorare con lui, ma il mio lavoro non era ancora finito. Prima di mostrargli il mio lavoro, dovevo fare assolutamente un'altra cosa. Perché dentro quella canzone che mi era venuta fuori, mancava qualcosa. Mancava qualcuno.
Mancavano i sentimenti che stavo provando per quella ragazza che avevo conosciuto da pochi mesi.E così, avrei sbattuto in faccia a papà due canzoni. E non una. Quella triste, già pronta e finita, e quella d'amore, non ancora iniziata.
Era anche per quello che dovevo fare ciò che avevo in mente di fare. Dovevo gettare fuori tutte quelle onde negative che mi avevano attraversato durante la realizzazione della prima canzone, per poter mettere tutto me stesso nella realizzazione della seconda, senza particolari influenze.
Poggiai le mani sulla doppia porta e l'aprii, gettando un occhio alla scrivania disordinata di papà e soffermandomi su tutti gli strumenti che ci stavano all'interno.
Andai spedito verso la mia chitarra elettrica celeste e la impugnai. Dio, sentivo già l'adrenalina iniziare a girarmi in circolo. Presi il cavo della chitarra e lo attaccai all'amplificatore. Girai la manovella, mettendo il volume al massimo. Il sorriso che mi si formò sulle labbra era impagabile.
Accessi tutto ciò che c'era da accendere e impugnai il plettro che avevo tirato fuori dalla tasca. Ero pronto.
Pizzicai solo una corda e la vibrazione che emise mi rimbombò nel petto.
Sapevo già con quale canzone sfogarmi, nonostante fosse decisamente vecchia.
E poi iniziai a suonare, facendo riempire l'aria di note potenti e vibranti.
Papà mi avrebbe ucciso, ma in quel momento mi importava davvero poco.
Sentivo il mio petto tremare insieme alle pareti della stanza.
"Simmer down, Simmer down. They say we're too young now to amount to anything else. But look around, we work too damn hard for this just to give it up now. If you don't swim, you'll drown. But don't move, honey" iniziai a cantare e a buttare tutto fuori, guardando come i mobili intorno a me si muovessero appena, assorbendo tutte le onde sonore che la mia chitarra stava rilasciando.
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Avrò Cura Di Te 2
FanfictionTutti pensano che essere un Horan è facile. Beh, quando tuo padre è un cantate di fama mondiale e non ti fa mancare nulla, potrebbe sembrarlo. Ma la mia famiglia non è mai stata fortunata. Non quando quel dannato incidente ha distrutto ogni cosa. La...