6. Meglio il suo pranzo

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L'acqua calda scorreva sul mio corpo. I miei occhi restavano chiusi, godendomi la sensazione.

Non avevo dormito affatto bene. Avevo sentito chiaramente l'urlo di Lucas durante la notte e papà che cercava di confortarlo dolcemente e farlo tornare a dormire.

Cosa che io ovviamente non ero più riuscito a fare.
Avevo continuato a fissare il soffitto, a rigirarmi nel letto e a pensare fino a quando le luci del mattino avevano iniziato a filtrare dalla finestra. Per ironia della sorte, ero riuscito ad addormentarmi solo allora, ma mi ero dovuto accontentare di un'ora scarsa.

E adesso l'acqua bollente mi stava sciogliendo le membra e stava migliorando un minino la mia mattina, annullando un po' la mia stanchezza.

E ovviamente la porta del bagno si aprì di colpo e la mia pace andò in frantumi.

"Ma..." iniziai a dire, ma non riuscii a continuare. Papà era entrato con Lucas in braccio, che aveva ancora gli occhi chiusi, e lo aveva messo in piedi.

"Thomas, è tardissimo. Sono dannatamente in ritardo. Stai ancora lì dentro? Anche Lucas deve fare la doccia. Muoviti" mi disse in modo frenetico, mentre iniziava a spogliare mio fratello, che era ancora decisamente addormentato e non stava aiutando affatto.

Sospirai pesantemente. In quella casa non c'era mai un attimo di privacy.

"Ci stanno otto bagni in questa casa. Ve ne siete accorti?" dissi in modo esagerato, dando loro le spalle.

"Sono due... Stai ancora lì dentro? O fai entrare tuo fratello con te o esci di lì".

"Papà! Sono tutto nudo!" protestai, spegnendo l'acqua e aprendo le ante in vetro della doccia.

"E allora?" mi chiese lui ingenuamente, passandomi l'accappatoio.

Non che mi vergognassi di loro, ma avevo diciassette anni, per l'amor di dio. E Lucas ne aveva soltanto otto.

"Lascia perdere" borbottai, mentre mio fratello veniva messo sotto la doccia da papà.

"Avanti, Lu. Amore di papà, fa la doccia mentre mi preparo anche io" disse, prima di voltarsi verso di me.

"Che freddo che fa. Chiudi la porta?" gli chiesi dato che la doccia stava accanto ad essa e papà era ancora lì.

"Freddo?" ripeté lui stranito.

"Sì papà, freddo. Sai com'è, ce l'ho al vento!".

"E vestiti!" mi disse, chiudendo comunque la porta e avviandosi verso il lavandino.

"Ti vuoi calmare?" gli chiesi, guardando i suoi occhi spalancati. "Sono solo le sette e trentacinque".

"Tra un quarto d'ora dobbiamo scendere di casa, non abbiamo fatto colazione e... Guardami! Dovrei farmi la barba! Non la faccio da giorni".

Io scrollai le spalle, mentre afferravo i vestiti che avevo portato lì dentro e li indossavo.

"Non farla. A mamma piace quando la lasci crescere".

Avevo detto quella frase senza neanche pensarci. Mi era venuta naturale e basta. Ma papà si incupì subito e annuì, dandomi le spalle.

Scossi la testa e feci per uscire dalla stanza. "Lu, apri gli occhi. O finirai per affogare lì dentro" dissi a mio fratello che stava dentro la doccia con gli occhi chiusi.

Lui li aprì e si passò le mani sul viso. "Lavati" terminai, prima di uscire dalla stanza e andare al piano di sotto.

Non c'era bisogno di fare colazione. Dovevo fare altro, mentre gli altri due stavano ancora di sopra.

Avrò Cura Di Te 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora