//Kogan//Divergent// Capitolo 20

212 32 2
                                    

La mattina dopo, ci rechiamo alla mensa come al solito, per fare colazione.
Vedo Will al tavolo di fronte al mio.
Mi rivolge sorridi sadici mentre gioca con il coltello tra le dita.
È lo stesso che ha usato ieri per torturarmi.
Mi sento di chiamarla tortura, perché non avevo mai provato dolore peggiore.
Le mie urla mi riecheggiano ancora nella mente, e vedo la mia immagine che lo implora di smettere, e lui che continua ancora più ferocemente.
Abbasso lo sguardo.
Dopo colazione ci rechiamo in palestra.
Ci sono sempre i soliti bersagli, ma questa volta, anziché delle pistole, ci sono dei coltelli sul tavolo.
Rabbrividisco.
La faccenda di ieri mi ha sconvolto, non voglio più toccare un coltello in tutta la mia vita.
Ma ovviamente dovrò farlo.
Sto lottando per diventare un Intrepido, e dovrò superare le mie paure.
"Dunque" inizia Peter "Oggi vi allenerete con i coltelli. Dovrete cercare di far conficcare la punta della lama al centro del bersaglio. Ovviamente non è un'impresa facile, e non riuscirete subito a farlo. Per il momento, sarebbe considerato un buon risultato anche solo colpire il centro con il coltello, senza farlo cadere a terra. Tirate indietro il braccio, afferrate il manico del coltello, prendete la mira e scagliatelo con tutta la vostra forza contro il bersaglio"
Lui ci fa un esempio e ovviamente il coltello finisce esattamente nel centro e vi permane. La lama si è conficcata.
Come la scorsa volta ci mettiamo ognuno davanti a un bersaglio.
Peter ci distribuisce i coltelli.
Quando sta per passarlo a me io esito a prenderlo e mi limito a fissarlo.
"Beh, che c'è?" dice lui "Non hai mai visto un coltello?"
Dai Pacifici c'erano dei coltelli, ma erano molto poco affilati e servivano solo per potare le piante o sminuzzare le foglie di insalata.
Io afferro delicatamente il coltello.
Peter prosegue.
Guardo la lama e vedo il mio riflesso.
Chiudo gli occhi e avverto la stessa sensazione di quando sentivo la lama del coltello di Will penetrarmi nel ginocchio.
È come se non fosse cambiato niente.
Riapro gli occhi e faccio cadere con un sussulto il coltello.
Non voglio riprenderlo. Però devo farlo, gli altri hanno già iniziato a lanciarli.
"Tutto bene?" Mi chiede Logan.
Io sospiro un attimo poi rispondo "Si si, non preoccuparti"
"Ehi Pacifico" mi stuzzica Will "Non dirmi che hai paura anche dei coltelli...in effetti non mi stupirei. Non di te"
Logan gli rivolge una smorfia, io invece lo ignoro e cerco di concentrarmi sul bersaglio.
Per ora non lancio ancora il coltello, preferisco esercitare la mia mira, senza lasciarlo andare, ma muovendo solo il braccio.
Logan lancia il suo coltello per la prima volta.
Si è conficcato al centro del bersaglio.
Rimangono tutti sbalorditi, persino Peter.
"Bel lavoro, Henderson"
Lui si limita a fare un cenno con il capo.
Non è mai stato una persona egocentrica o vanitosa.
Se fa qualcosa bene lo riconosce, ma non se ne vanta, e questa è una caratteristica che mi è sempre piaciuta di lui.
Ora provo a lanciare anche il mio coltello.
Ma cade a terra con un tintinnio, senza neanche sfiorare il bersaglio.
"Ma hai idea almeno di cosa sia un coltello?" mi dice Will con una risata diabolica.
Ovviamente, anche se dai Pacifici non ce ne fossero stati, ora lo saprei comunque cosa sia un coltello. Grazie a Will.
E lui lo sa bene, è per questo che mi ha provocato con queste parole.
Vuole ricordarmi che è pronto a ripetere la cosa, se lo troverà necessario.
Provo a concentrarmi di nuovo, ma anche il secondo coltello non sfiora il bersaglio.
"Ehi" interviene Logan "prova a piegare di più il braccio quando carichi il colpo. E piega di più le gambe"
Mentre me lo dice, mi prende il braccio per mostrarmi come si piega e mi preme le spalle per farmi piegare le ginocchia.
Quando lo fa avverto un dolore al ginocchio, lo stesso dove si trova la ferita.
Logan se ne accorge e dice "Cercherò di medicarlo meglio, la prossima volta. Se ce ne sarà bisogno"
Sorride.
Purtroppo non è a causa della sua medicazione che avverto il dolore.
Sto per lanciare il terzo coltello, ma lui mi ferma il polso e mi sussurra all'orecchio.
"Il segreto è prenderlo per la lama. Provaci e vedrai che sarà più facile"
Si allontana e ricomincia a lanciare.
Provo a seguire il suo consiglio.
Piego le gambe, carico di più il braccio e prendo il coltello per la lama.
Lancio.
Il coltello finisce esattamente al centro del bersaglio, non si conficca, ma è già un risultato!
Vorrei ringraziare Logan, ma lui è iper concentrato sul suo lavoro.
Già tre coltelli sono conficcati nel suo bersaglio.
Incredibile.
Will osserva Logan con disprezzo e una punta di invidia gli invade lo sguardo.
Mi piace vederlo così.
Ora è consapevole che non è il migliore del gruppo.
Will lascia un coltello, che cade a terra.
Si vede che tutti desidererebbero di ridere, ma nessuno lo fa, perché lo temono.
Logan invece ride abbastanza fragorosamente da farsi sentire.
"Ma almeno sai cos'è un bersaglio?" Gli dice Logan.
Tutti sorridono, ma di nascosto per non farsi notare da Will, che lo guarda con odio intenso.
Io non riesco a trattenere una risata.
Non avrei dovuto farlo.
Will sposta il suo sguardo da me a Logan, e inizia ad avvicinarsi.
Quando è abbastanza vicino mi sussurra
"Lo sai cosa ti aspetta per questo vero?"
Un brivido mi percorre la schiena.
Lui tira fuori il coltellino che porta sempre in tasca e me lo passa delicatamente sulla pelle, accarezzandomela, per ricordarmi quale punizione mi affliggerà.
Si allontana senza perdermi di vista.
Devo cercare di non stare da solo, neanche un minuto.
Però è impossibile.
Logan se ne accorgerebbe se lo seguissi dappertutto e inizierebbe a insospettirsi.
L'allenamento finisce.
Andiamo in mensa e mangiamo.
Ovvero, gli altri mangiano, perché io ho perso l'appetito da quando Will mi ha detto quelle parole.
"Beh? Non mangi?" Chiede Logan
"Ehm no, non ho molta fame"
Anche se sono magro, di solito mangio di gusto, e Logan lo sa, quindi mi rivolge uno sguardo di diffidenza.
Cerco di ignorarlo.
Durante l'allenamento pomeridiano continuiamo quello che abbiamo iniziato la mattina, e tutto va liscio.
Non ci sono neanche provocazioni da parte di Will, e questo per un attimo mi fa pensare che si sia dimenticato della battuta di Logan e della punizione che vorrà farmi subire.
Sto persino migliorando, e sono riuscito a far conficcare al centro del bersaglio ben due coltelli.
Al termine del l'esercizio, torno nel dormitorio per cambiarmi.
Sono abbastanza lento a farlo, anche se si tratta solo di infilarsi una maglietta e un paio di pantaloni.
E questo è un male, perché tutti si avviano verso la mensa prima di me.
Logan si è dovuto trattenere a parlare con Peter in palestra, perché l'istruttore voleva parlargli.
Finisco di infilarmi le scarpe e corro verso la porta.
Voglio arrivare in mensa il più in fretta possibile.
Proprio mentre sto per spingere la porta, sento due mani che mi afferrano per il colletto della T-shirt, e che la stringono coi pugni.
La voce di Will mi rimbomba nella testa.
"Dove credi andare?" Sussurra lui.
"I-io..."
Prima che possa finire la frase tira fuori il solito coltello dalla tasca.
Me lo porta davanti agli occhi.
"Dovresti conoscerlo ormai" dice lui mentre mi fa scintillare la lama davanti agli occhi.
Mi afferra per i capelli e mi tira indietro la testa.
Mi trascina la lama sul mento e poi sul collo.
Non mi sta ferendo.
Non ancora.
Poi però inizia a puntare la punta del coltello verso il mio collo.
Prima che possa affondarlo, mi scappa una frase
"Perché? P-perchè mi fai questo? Cosa ... cosa ti ho fatto io?"
Lui allontana la lama e mi lascia i capelli all'improvviso.
Ora siamo uno di fronte all'altro.
"P-perché te la prendi con me?" Continuo io.
Lui sorride.
Il solito sorriso malato, folle, inquietante.
"Perché sei debole. E io i deboli li schiaccio"
Questa risposta mi innervosisce.
Se non voglio farmi troppo male devo stare zitto.
Invece lo guardo negli occhi e dico "Non sono debole".
Si che lo sono. Ma voglio convincermi del contrario.
Non volevo dirlo, però l'ho fatto.
Lui scoppia in una risata fragorosa.
"Ah no? Guardati un attimo"
Indica uno specchio alle mie spalle poggiato a terra, abbastanza lungo per vedere l'intera figura di un uomo.
Mi avvicino allo specchio.
Lui mi segue a ruota.
Tutto quello che vedo nel riflesso è un ragazzo biondo e insignificante.
Troppo debole per lottare.
Troppo magro per combattere.
Vedo il mio naso gonfio per le percosse dell'altro giorno.
Le mie labbra morsicate.
I miei occhi spenti.
Le mie braccia gracili.
È vero. Non è l'immagine di un uomo forte quella che vedo.
Scorgo anche Will nel mio riflesso.
"Allora?"dice lui "Vuoi ancora affermare che non sei debole?"
Una parte di me vorrebbe.
Ma so che non è possibile.
Sono debole e indifeso.
Lo sanno tutti.

//Kogan//Divergent//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora