//Kogan//Divergent// Capitolo 34

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Guardo Will che si dimena mentre un suo "amico" lo aiuta ad alzarsi.
Non è un tipo che accetta volentieri gli aiuti altrui.
Vuole farcela da solo, sempre.
Spinge con una mano il suo tirapiedi, si asciuga il sangue sulle labbra con il braccio e poi mi guarda.
Questa volta la sua espressione è diversa.
Nel suo sguardo non c'è solo odio, come al solito, no.
Vedo sete di vendetta in lui.
Vedo disprezzo e...voglia di uccidere.
Tuttavia non scruto il suo sguardo a lungo, perché sento il nome di Logan e quello di una persona che non conosco, chiamati da Peter.
È il suo turno.
"Devo andare" dice lui sorridendomi.
L'incontro dura poco, e lui con poche, abili mosse riesce a mettere al tappeto il suo avversario dopo qualche minuto.
Il ragazzo che ha appena sconfitto non ha l'aspetto gracile, al contrario, ha la stessa massa muscolare di Logan.
Lui scende da vincitore dal ring e si dirige di nuovo verso di me.
Ci battiamo il cinque, gli vorrei fare le congratulazioni per aver vinto l'ennesimo assalto, ma lui mi interrompe.
"Cavolo, dovevi vederti sul ring, ti muovevi con un'abilità incredibile e poi non ti lamentavi mai quando ti colpiva e, e il modo con cui l'hai fatto crollare a terra e..."
Continua così per qualche minuto.
Ha un'espressione davvero euforica sul viso, talmente che non riesco a evitare di ridere di quando in quando.
È buffo in questo momento.
Sembra un bambino che descrive un giocattolo fantastico, visto in una vetrina, raccontando tutti minimi particolari, i dettagli, il colore, la forma, con gli occhi stracolmi di ammirazione e felicità.
Alla fine termina la "telecronaca" del mio incontro dicendo
"Aaah...davvero fantastico"
Mentre lo guardo, penso a quanto sarebbe diversa la situazione se sapesse che sono Divergente.
Parlerebbe ancora con così tanta ammirazione per me?
Mi guardò intorno e vedo che nessuno ci sta guardando, e penso che se sparissimo per qualche minuto, nessuno se ne accorgerebbe.
D'altra parte, è quasi sera ormai, e tra poco l'allenamento sarà finito.
"Logan" dico io richiamando la sua attenzione.
"Vieni. Ti devo parlare"
Lui annuisce e mi segue, mentre io mi dirigo verso il lungo e buio corridoio che conduce agli spogliatoi e alla mensa.
Mentre cammino penso alle parole che gli dirò.
Allora, il mio test è stato...indecifr...no, no no, non era questa la parola... inconcludente, ecco cosa era.
No, glielo devo dire in modo chiaro.
Allora, ecco...diciamo che ehm...sai...sarei stato anche portato per gli Eruditi, quindi non avresti dovuto separarti dalla tua famig...
No...divagherei troppo.
Logan...sai, non tutti sono portati per una sola fazione...alcuni non sono completamente coraggiosi, onesti, altruisti, intellig...
No.
Glielo dirò in modo chiaro.
Deve finire questa storia.
Mi fermo in un luogo del tunnel abbastanza lontano dalla palestra per evitare incontri o voci indiscrete.
Logan mi segue a ruota e si posiziona davanti a me con le braccia incrociate.
Continua a sorridere.
Non ha mai smesso da quando sono sceso dal ring.
Questo rende tutto più difficile.
Perché togliergli quel sorriso?
Non potremmo semplicemente, festeggiare la mia vittoria questa sera, e evitare di parlare del l'esito del mio test?
No.
Glielo dirò adesso.
È il momento perfetto.
"Allora?" Dice Logan.
Io deglutisco e inizio a tremare.
Due parole.
Sono Divergente.
Ecco cosa dirò.
Lui vedendomi in difficoltà mi scruta negli occhi e il sorriso che prima gli illuminava il volto sparisce.
"È una cosa importante. Davvero importante"
Dico io.
"Beh, dimmela allora"
Io annuisco, ma non trovo le parole.
Può sembrare facile rivelare qualcosa di così grande alla persona più importante per te, ma non è così.
Mi passa di nuovo per la mente l'idea di rimandare il momento della mia rivelazione.
No.
Basta con le bugie.
"Io..."
Mi mordo le labbra.
Rimango in silenzio per un po' di tempo, troppo tempo.
"Ehi" dice lui ponendo le sue mani sulle mie spalle, appoggiate al muro.
"Stai tranquillo, qualunque cosa sia, non devi avere paura di dirmela. Ci siamo sempre detti tutto, lo sai"
È vero, ci siamo sempre detti tutto, ma questo non fa parte di quel tutto e non è neanche qualcosa.
È come dover rivelare al proprio migliore amico di avere commesso un omicidio, di avere rubato qualcosa, di avere tradito la propria moglie.
Non è una cosa facile da ammettere.
Siamo da troppo tempo in questo tunnel.
E l'attesa mi sta corrodendo, quindi raccolgo il coraggio, strizzo gli occhi e stringo i pugni.
Poi due parole escono dalle mie labbra.
"Sono Divergente"


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