//Kogan//Divergent// Capitolo 28

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Ci cambiamo nel dormitorio, poi andiamo in mensa.
Ci sediamo al tavolo, dov'è questa volta c'è anche Will.
Logan inizia a innervosirsi alla sua vista, ma io gli sussurro di stare calmo.
Per quanto possa imparare a difendermi, Logan non perdonerà mai Will per ciò che ha fatto. Neanche io lo farò.
Ma per un Erudito è più facile ricordare i torti subiti o visti subire, per me no.
Essendo di origine Pacifica, mi hanno sempre insegnato a perdonare gli altri, a dimenticare, ad andare avanti.
Non è nella mia natura perdonare, come si è visto dal test attitudinale infatti non avrei mai potuto essere un Pacifico, ma le vecchie abitudini sono dure a morire.
Will ha già finito di mangiare, quindi si alza.
Nonostante ora sappia qualcosa in più sulla lotta, continuano a venirmi i brividi quando lo vedo.
Non credo che sia dovuto alla paura questa mia reazione, quanto al ricordo del suo coltello, dei suoi calci, dei suoi pugni, delle ustioni da lui provocate.
Non posso lasciare che questi ricordi diano luogo a un trauma.
Sto lottando per diventare un Intrepido. Devo saper controllare le mie paure.
Will sembra sorpreso di vedermi, probabilmente pensava che sarei rimasto in infermeria per molto più tempo, pensava di avermi provocato dolori irrimediabili.
Sembra deluso della mia guarigione.
Tuttavia, si allontana da noi senza dire una parola.
Avrei preferito lo avesse fatto.
Se non mi provoca, vuol dire che sta pensando, e se sta pensando, vuol dire che sta bramando un attacco, e se sta bramando un attacco, vuol dire che mi farà del male.
Questi pensieri si manifestano sul mio viso con un espressione di paura.
Logan se ne accorge.
"Ehi, sta tranquillo" mi esorta lui "Non riproverà a farti del male"
"Come fai a dirlo?"
"Si è accorto che ti sto molto più vicino del solito. Questo potrebbe avergli fatto sospettare qualcosa...magari ha capito che mi hai rivelato tutto, ma se stiamo sempre vicini, non troverà occasione per assalirti. E anche lo facesse, sai come difenderti."
Non mi sento sicuro comunque.
Lo so che ho passato le ultime 8 ore ad allenarmi, ma non sono sicuro di riuscire a mettere in pratica ciò che ho imparato in un assalto vero e proprio.
Posso farlo sul ring, certo, ma se lui mi attaccasse in un corridoio, nel dormitorio, sullo strapiombo...potrebbe essere armato, e non riuscirei a cavarmela.
Quando penso allo strapiombo mi vengono i brividi.
I ribelli Divergenti scoperti dagli Intrepidi sono tutti finiti lì in fondo.
Potrebbe succedere anche a me?
Posso imparare a difendermi da Will, ma se gli istruttori scoprissero la mia natura...cosa potrei fare?
Mi accorgo solo adesso che non ho ancora detto a Logan di questa faccenda.
Gli ho rivelato tutto, ma non questo.
Questo è troppo grande per essere rivelato.
Mentre mi corrono questi pensieri in mente mordo una pagnotta.
È da molto che non mangio.
Le paure, le ansie e la mia permanenza in infermeria mi hanno impedito di mangiare.
Questa giornata scorre relativamente tranquilla.
Questa volta combatto con John, un ragazzo muscoloso, ma non molto sveglio.
Lui mi sconfigge, ma non mi reca dolore.
Inoltre sono riuscito a schivare molti colpi, e questo mi rende felice.
Prima di cena, tutti vanno nel dormitorio.
I combattimenti sul ring hanno spiazzato gli Iniziati, sono tutti molto stanchi.
Io però, non posso permettermi di riposare.
Io e Logan ci troviamo davanti al ring alle 19:00.
Mi aspetto di allenarmi lì, ma lui mi prende per il braccio quando tento di avvicinarmici.
"Oggi non ci alleneremo qui" spiega lui.
Lo guardo con aria interrogativa e lui si affretta ad affermare "Prima di imparare ad attaccare, devi sviluppare i tuoi muscoli. Non riuscirai mai a colpire l'avversario in modo deciso e sicuro se non avrai un corpo ben sviluppato"
Non lo dice per offendermi, è un dato di fatto che sono troppo magro per combattere, quindi prendo questa frase come un consiglio, non come un insulto.
Ci rechiamo fuori dalla sede.
Per la prima volta dopo tanto tempo, i raggi del sole ci accarezzano la pelle.
Peter ci ha permesso di uscire, ma dobbiamo stare nei paraggi.
Non ci allontaniamo molto, rimaniamo in zona.
È una strana sensazione vedere una luce diversa da quelle delle lampade che illuminano il dormitorio, ma naturale.
Tuttavia il sole tramonta in fretta.
Logan assapora un attimo la sensazione dei raggi del sole che gli avvolgono il corpo, poi mi guarda e dice "Prima di tutto alleneremo le gambe."
Io annuisco, davanti a noi c'è una strada, la stessa dove avevamo corso qualche tempo fa, la stessa dove Will mi aveva fatto inciampare, la stessa dove Logan aveva cercato di aiutarmi ma Peter glielo aveva impedito.
"Iniziamo a correre" sentenzia lui.
"Iniziamo? Tu vieni con me?" Sono sorpreso, perché Logan ha i muscoli molto sviluppati, non ha bisogno di un ulteriore allenamento.
"Si può sempre migliorare. E poi credo ti farebbe piacere la presenza di qualcuno che ti sproni, no?" Dice lui sorridendo.
Io annuisco con un sorriso.
In questo momento pensò che lui abbia ragione, si può sempre migliorare e mi serve che qualcuno mi stia vicino. Ma non una persona qualunque.
Se invece di Logan ci fossero i miei fratelli, o mio padre, o Peter, non sarebbe la stessa cosa.
Non mi darebbero la stessa energia che mi dà lui.
Iniziamo a correre.
All'inizio rimaniamo compatti, uno accanto all'altro.
Dopo poco inizia a mancarmi il fiato.
Non ho una grande resistenza. Per niente direi.
Quando ero piccolo, i bambini Pacifici correvano per i prati anche per qualche ora, invece io mi isolavo e smettevo dopo poco, un po' per stanchezza, un po' per il disagio che provavo a stare con loro, sempre sorridenti e felici, senza un motivo.
Rallento dopo venti minuti.
Logan se ne accorge e si mette dietro di me.
"Vai Kendall, non mollare" inizia a spronarmi lui.
I polpacci mi bruciano, e sento il sangue salirmi alla gola.
Sono trenta minuti che corriamo.
"Fermati" esordisce alla fine Logan.
Io obbedisco e mi fermo improvvisamente, tanto che lui rischia di venirmi addosso.
Mi stringo le braccia sulla pancia e mi piego verso il basso.
"Tutto ok?" Chiede lui dandomi una pacca sulla schiena.
Logan non sembra affatto stanco, non ha il fiatone, e sta perfettamente in piedi, senza neanche appoggiarsi al muro.
Io faccio segno di sì con la testa.
Non so dove ci troviamo, ma di sicuro poco lontano dalla sede.
Continuo a respirare in modo irregolare.
Lui tira fuori dalla tasca una bottiglia d'acqua che prima non avevo notato.
"Bevi" esorta lui.
Io afferro la bottiglia in modo davvero maldestro, senza neanche guardarla, poi mi alzo in piedi.
"Grazie"
Quando sento l'acqua bagnarmi la gola, sento una sensazione piacevole che mi invade il corpo.
"Non bere troppo" dice Logan "torneremo di corsa alla sede"
Io smetto immediatamente di bere.
"Cosa?"
Sento che potrei morire se ricominciassi a correre.
"Torneremo di corsa" ripete lui.
"Ma, ma, ma" balbetto io "Non riuscirò mai a continuare a correre."
"Sì che ce la fai"
"Ma Logan, non sono pronto! È solo il secondo allenamento che facciamo, non sono abbastanza forte"
"Non è vero." Nega lui calmo.
"Acquisti sempre più resistenza mentre corri."
Io scuoto la testa.
Non sarò mai capace di correre un'ora, per me è già un traguardo riuscire a correre 10 minuti di seguito senza inciampare.
"Fidati" esordisce lui.
"In più hai un ottimo motivo per riuscirci"
"Sarebbe?" Chiedo io guardandolo negli occhi.
Lui tace per qualche secondo poi sorride e dice
"Chi arriva primo si mangia la porzione dell'altro a cena"
Finisce la frase poi scatta verso la sede.
"Ehi, non vale" dico io ridendo.
Inizio a correre.
Riesco a raggiungerlo dopo qualche secondo.
Non amo molto il cibo, però non voglio permettere che si prenda la mia porzione di riso e fagioli.
Questa sera voglio vincere.
Non c'è un motivo preciso, però ad un tratto sento le gambe divenire più leggere, il corpo più agile e sento che sto accelerando.
"Non vincerai mai" dice lui ridendo
"Aha ne sei sicuro?" Dico io con una risata fragorosa.
Siamo praticamente attaccati in questo momento e iniziamo a giocare spintonandoci mentre corriamo sempre più veloce.
Continuiamo a ridere, senza un motivo preciso.
Ci sentiamo liberi.
Siamo solo noi due, che corriamo e facciamo gli stupidi in mezzo alla strada.
Non ci sono occhi che ci fissano o ci giudicano.
Siamo solo io, lui e la nostra pazzia.
Lui inizia a superarmi, e io gli salto sulla schiena cercando di ostacolarlo.
Lui non cerca di disarcionarmi, anzi sembra ancora più divertito.
Non smettiamo di ridere, e questo è strano perché stiamo sprecando molte energie in questo modo buffo.
Ora sono seduto sulla sua schiena e cerco di non cadere, ma è difficile perché lui accelera sempre di più.
Sento il vento sferzarmi la faccia, entrarmi nel naso, invadermi il corpo con una sensazione di pace, agitazione, felicità, libertà e leggerezza insieme.
Le nostre risate si fanno sempre più fragorose, poi mi ricordo che questa è una gara, è solo uno può vincere.
Scendo dalla sua schiena e scatto in avanti il più velocemente possibile.
Lui se ne accorge e accelera, continuando a ridere.
L'edificio della sede degli Intrepidi si fa sempre più vicino.
Logan mi raggiunge.
Riesco a toccare il muro qualche decimo di secondo prima di lui, tanto che se ci fosse uno spettatore a guardarci, direbbe che siamo arrivati insieme.
Ci appoggiamo al muro e ci guardiamo, sempre ridendo.
"Beh, complimenti Pacifico" dice lui scherzando.
Per la prima volta nella mia vita, riesco a vincere una sfida.
Non sono mai stato un vincitore, e non sapevo che sapore avesse la vittoria fino a questo momento.
Lo so che è solo una stupida sfida tra due stupidi amici, ma significa molto per me.
Inizio a saltellare in modo infantile, troppo in effetti, ma non mi importa.
Alla vista della mia immagine ridicola Logan scoppia in una risata fragorosa, e anche io non riesco a farne a meno.
Abbiamo entrambi il fiato lungo adesso, ma la fatica è neutralizzata dalle nostre risate.
Sembriamo due folli in questo momento.
Probabilmente lo siamo.

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