Quando Bartolomeo entrò in cucina, Tacho e Lleca avevano appena finito di nascondere Malvina svenuta in un piccolo ripostiglio dietro al camino a legna in disuso, che regnava con signoria nella stanza. Loro, soliti a fingere, risposero con naturalezza ad ogni domanda. Bartolomeo si mostrava molto stressato.
-Avete visto Justina?- gli chiese.-No- risposero entrambi insieme.
-Avete visto Malvina?
-Per niente.
-Avete visto la sarta? Deve fare delle modifiche al vestito della stupidina!
-Credo che nel giardino si trovino quelli che organizzano la festa- rispose Tacho per togliersi da dosso Barto, che si incamminò affrettato verso la porta posteriore che comunicava con il giardino, ma, istintivamente, si fermò.
-Succede qualcosa?- Entrambi negarono con studiata naturalezza. Bartolomeo guardò prima uno e poi l'altro, e infine guardò gli stuzzichini collocati sul tavolo di legno in cucina -Avete rubato da mangiare, vero?- loro negarono, e Bartolomeo sorrise -Oggi stiamo in festa, ragazzini! Prendete uno stuzzichino ognuno! E poi andate via rapidamente che oggi è un buon giorno per fare i rumeni- disse senza dare spazio a nessun commento, e andò in giardino.
Lleca non si lasciò scappare l'autorizzazione per mangiare uno stuzzichino, che alla fine furono due. Tacho rientrò preoccupato nel ripostiglio, dove avevano nascosto Malvina. Aprì la porta, e lì c'era la futura promessa, svenuta tra prosciutti e prodotti in scatola, con un gonfiore rossastro sulla mascella.-E' viva?- domandò Lleca mentre ingoiava il secondo stuzzichino.
-Sì- rispose Tacho -Però quando si sveglierà ci castigheranno tutti- Lleca annuì, quello era un dato di fatto. La miglior cosa che potevano fare era fingere, e ritardare il più possibile la punizione. Senza molti dibattiti, decisero di chiudere a chiave il ripostiglio, mentre pregavano che pensassero a qualche buon alibi per eludere la sanzione obbligatoria. Nel giardino avevano posizionato un camper dove si sarebbero cambiati gli invitati della festa che non indossavano i loro costumi. Bartolomeo lasciò lì il vestito di Malvina in modo che gli facessero i ritocchi necessari e si incamminò verso la casa per radersi e farsi una doccia. Andava così veloce che non vide suo figlio,che, a pochi metri di distanza, parlava animatamente con Jasper, il vecchio giardiniere della casa, che cambiò espressione appena lo vide. Thiago si accorse che stava succedendo qualcosa, deviò lo sguardo e avvertì la presenza del padre. Ma non lo fermò, e Bartolomeo entrò in casa senza accorgersene.
-Suo padre non lo aspettava, vero, giovanotto?- domandò Jasper mentre non smetteva di osservarlo.
-No, ma sarà felice di vedermi, no?- rispose Thiago ironicamente. Il vecchio Jasper annuì, sorridendo appena. Era una specie di nonno per lui, conosceva bene il rapporto conflittuale che avevano padre e figlio, ed era l'unico che appoggiava il suo amore segreto per la musica.
Tacho, Lleca e Rama si trovavano al cancello posteriore della casa. I tre osservavano il movimento prima della festa di fidanzamento. Già erano abituati allo sfarzo e ai lussi in cui vivevano i Bedoya Aguero, sostenuti in gran parte dai lavori che ogni giorno uscivano a raffica a fare i ragazzi. Uno di quelli consisteva di far finta di essere bambini rumeni, suonare la fisarmonica e il tamburello, mentre, simulando l'accento rumeno, chiedevano elemosina. Rama continuava ad essere preoccupato per Alelì, che non era ancora rientrata, ma lo spettacolo dei rumeni aveva un'ora precisa: al termine delle lezioni nella scuola situata di fronte alla casa. I tre finirono di mettersi i vestiti speciali per la recitazione: dei completi sfilacciati di colore grigio, estivo, disegnati appositamente per commuovere le persone nei giorni con la temperatura bassa. Si diressero verso la piazzetta che stava di fronte alla scuola, e iniziarono la recitazione: Rama suonava la fisarmonica, Lleca il tamburello, mentre Tacho passava con un cappello e, dato che era l'attore della Fondazione, fingeva che aveva l'accento rumeno quando chiedeva l'elemosina. -Aiuta i bambini poverrri, per favorrre!- implorava in maniera monotona e pietosa.
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Casi Angeles - La Isla de Eudamon [ITALIANO]
Fiksi PenggemarTraduzione [mia] del libro "La Isla de Eudamon" - Leandro Calderone. Il libro narra i fatti successi nella prima serie di Casi Angeles. - - [twitter: mesrandjlaw | instagram: mesr_ ] - - Una notte di febbraio del 1854 tre...