Justina bloccò l'entrata nascosta dietro il muro di pietra simulato e si allontanò dirigendosi verso l'altro estremo del corridoio, aspettando che Bartolomeo la seguisse. Lui non riusciva a distogliersi dal suo stupore, e la sua mente confusa cercava di anticipare una spiegazione logica a ciò che stava accadendo. Vedendo che lui restava vicino alla porta, lo supplicò a bassa voce.
-Andiamo, signore, glielo chiedo per favore...
Lui la guardò con disprezzo e si avvicinò lentamente, a pochi centimetri da lei, che non poteva guardarlo in faccia.
-Lo ascolto, signore- disse lei con molto dolore.
-Lo ascolto, signore?!- rispose lui, indignato.
-Parli a bassa voce, per favore, che non la senti!
-Cos'è questo posto? Un teatro? Da quanto tempo hai qui questa topaia? Da dove hai preso quella ragazza?- E smise nel vedere le lacrime che iniziavano a correre giù per le guance della governante. Gli venne un'idea improvvisa ed inconcepibile. -E' per caso tua figlia? Hai una figlia rinchiusa lì? Sei più malata di quanto pensassi...
E la osservò, aspettando una risposta. Qualcosa di molto grave stava nascondendo, perché Justina non piangeva mai, e, tuttavia, lei era lì di fronte a lui, piangendo affranta.
-Parla, Justina! E' tua figlia? Perché la nascondi? Non capisco!
Justina cercò di parlare, ma non poté, altre lacrime uscirono dai suoi occhi; e con un'angoscia e paura. contenute da anni, scoppiò in singhiozzi. Di fronte a tale dolore, Bartolomeo iniziò a capire che il suo silenzio non era solo per ciò che nascondeva, ma a chi lo nascondeva: a lui!
Piangeva perché lui aveva scoperto un segreto che nascondeva a lui. L'idea, assurda, sconsiderata, prese forma:
-Non mi dire che è...- e restò in silenzio.
-Ci lasci andare, Don Barto- supplicò Justina, capendo che era l'unica soluzione.
-Lo è?- urlò furiosamente -Rispondimi! E' lei? E' la sorella di Angeles?!
E infine, Justina ratificò con il suo pianto, il suo tremore e il suo clamoroso silenzio quell'inconcepibile informazione. Bartolomeo si sentì come se gli avessero infilzato degli aghi nella testa, e capì che stava sul punto di subire una pressione di picco. Con le vertigini e un po' barcollante, cominciò a camminare lungo il buio e umido corridoio. Lei cercò di seguirlo, ma lui la fermò con un movimento della sua mano.
-Non mi seguire... Lasciami solo.
E se ne andò, stordito, camminando a zig-zag. Justina si tappò la bocca in modo che il suo pianto affranto non allarmasse Luz.
Quando Bartolomeo entrò nel suo studio, sentì che i migliaia e migliaia di libri della grande libreria che copriva le pareti della stanza, gli cadessero addosso. Spense la luce e rimase, per vari minuti, in silenzio, assorto nei suoi pensieri. Ripassò più e più volte quella notte nel bosco, quando Justina si offrì di occuparsi della bambina. Si rimproverò, severamente, di non essersi accorto dell'aberrazione che aveva fatto il suo braccio destro nel suo seminterrato. Lui aveva dormito, per anni, dieci metri al di sopra di Luz Inchausti. Sentiva il collo bruciare, dovrebbe prendersi una pillola per la pressione. Aprì la porta dello studio per andare a cercarla, e lì si ritrovò Justina. Non piangeva più, ma sembrava vent'anni più vecchia.
-Che vuoi, Medarda?- disse Bartolomeo con disprezzo.
Justina sapeva che quando lui la chiamava con il suo secondo nome c'era tra i due una distanza incolmabile.
![](https://img.wattpad.com/cover/69852367-288-k396998.jpg)
STAI LEGGENDO
Casi Angeles - La Isla de Eudamon [ITALIANO]
Fiksi PenggemarTraduzione [mia] del libro "La Isla de Eudamon" - Leandro Calderone. Il libro narra i fatti successi nella prima serie di Casi Angeles. - - [twitter: mesrandjlaw | instagram: mesr_ ] - - Una notte di febbraio del 1854 tre...