Albertito Paulazo era uno dei primi «laureati» della Fondazione BB, e discepolo prediletto di Bartolomeo. Era arrivato alla Fondazione ancora molto piccolo e fin dal primo giorno fu preparato nelle arti criminali dal direttore e dalla governante. Dovette lasciare la casa a diciotto anni, età in cui il giudice minorile disponeva il trasferimento in un'altra istituzione o, nel caso che il minore fosse stato addestrato, passava in un altro sistema esterno, assistito. Ma Albertito continuava ad essere legato a Bartolomeo, che lo aveva messo in contatto con il commissario Luisito Blanco, lo stesso che forniva protezione e zone liberate per i bambini della Fondazione, in cambio di una percentuale che Barto pagava puntualmente ogni mese. Albertito ora lavorava per il commissario Blanco, ma non dimenticava la gratitudine che provava nei confronti di Barto, che gli aveva insegnato tutto quello che sapeva, e quest'ultimo, eventualmente, gli incaricava qualche altro compito speciale quando ne aveva bisogno.
E questa era una di quelle occasioni. Justina e Bartolomeo lo ricevettero con molta allegria: Albertito Paulazo aveva portato loro un nuovo moccioso che prometteva molto.
-Si chiama Mateo, ma tutti lo chiamano Monito°- lo presentò.
Bartolomeo e Justina guardarono con un sorriso il piccolo e capirono perfettamente perchè lo chiamavano così: era di statura bassa, aveva i capelli scuri e lunghi, che gli coprivano tutta la fronte, e degli occhi grandi e rotondi, con un'espressione scimmiesca e birichina. Secondo Albertito, era un prodigio come «ladro», poteva rubare qualunque cosa a chiunque.
-Ciao, Monito!- salutò Bartolomeo con un grande sorriso.
-Ciao, amico- disse Monito con completa indifferenza -Avete qualcosa da mangiare?
Il commento provocò una gran risata a Bartolomeo, che ordinò a Justina che desse a Monito "All he could eat". Justina lo condusse alla cucina dove vide, con stupore, come Monito divorò in pochi secondi mezza dozzina di sandwich. Aveva sempre fame.
-E' da molto che vivi per strada tu?- indagò Justina, mentre Monito prendeva un altro sandwich.
-Ho sempre vissuto per strada. Prima vivevo con mio nonno, ma è morto. Posso mangiare quella?- disse Monito indicando una torta che aveva preparato Cielo.
-All you can eat! Tutto quello che puoi mangiarrrre, come ha detto il signore- disse Justina con appena un accenno di sorriso. Lei aveva un grande olfatto nel riconoscere i talenti e Monito, senza dubbio, aveva un gran talento per il furto.
In quel momento entrò Tacho per la porta posteriore della cucina e guardò, sorpreso, Monito, che manteneva un sandwich al prosciutto e formaggio in una mano e una fetta di torta nell'altra.
-Lui è Tacho- disse Justina
-Ciao, amico... Io sono Monito- si presentò facendogli un occhiolino confidenzialmente.
-Che fai, capo?- rispose Tacho con immediata simpatia.
-Monito vivrà nella Fondazione. Tachito ti spiegherà tutto...- disse lei guardando Tacho intenzionalmente -Raccontagli bene come sono le cose qui- completò la frase mentre se ne andava.
Tacho guardò Monito, che lo osservava in attesa, e in lui rivide se stesso a quell'età, quando era arrivato alla Fondazione, e pensò come le cose sarebbero state diverse se avesse avuto qualcuno più grande che si fosse preso cura di lui. Con un istinto di protezione sconosciuto per lui, decise che sarebbe stato il protettore di Monito.
Bartolomeo ricevette da Albertito i fogli per gestire la tutela del nuovo orfano. In cambio gli diede un assegno con la succulenta commissione per Luisito Blanco.
In pochi minuti si aggiornarono e celebrarono il fatto che al suo bambino preferito gli stesse andando così bene sotto l'ala del commissario. Quando Justina tornò, portò come informazione che Monito si era già integrato, allora Bartolomeo si decise ad affrontare direttamente la questione. Come sempre, Justina rimase in piedi, pochi centimetri dietro e alla destra di Barto.
-Di cosa ha bisogno, don Barto?- chiese Albertito, dimostrandogli con il suo tono che poteva chiedergli qualsiasi favore.
-Ho bisogno qualcosa per la stupidina.
-Come sta Malvina?
-Eh, stupida come sempre. Andiamo al grano, Albertito. Sai che ho l'eredità bloccata per ancora alcuni anni, ma una parte si libererà il giorno che la stupidina si sposa.
-Lei mi ha chiamato per...?- riuscì a chiedere Albertito.
Per un secondo ebbe il timore che il suo mentore avesse pensato a lui come il possibile marito di sua sorella. Non è che Malvina non le sembrasse una donna bella, ma avrebbe avuto problemi con Sandra, la sua fidanzata.
-No, no!- si anticipò Bartolomeo, guardando Justina e si sorrisero entrambi -Non ti ho chiamato per quello! Neanche ti avrei chiesto di sposarti con lei! Ha già un fidanzato, ma abbiamo saputo che lui vuole lasciarla. E tu la conosci, sarà molto difficile trovarle un altro candidato, e poi lei dice che ama a questo... In sintesi, c'è da evitare che Bauer lasci Malvina.
-Vuole che faccia quattro "chiacchiere" con lui?
-No, no!- disse Barto -Quello non funzionerebbe in questo caso.
-Ha già un piano, no?- disse Albertito sorridendo. Ammirava i piani fantasiosi del suo mentore.
-E' certo che ho un piano, ho il piano!- si vantò Bartolomeo -Un piano che faccia sì che la mia stupidina diventi un'eroina, che vinca il cuore del suo amato e che mi firmano il libretto il prima possibile!
Una volta finito di discutere dei dettagli della manovra che avrebbe avuto luogo il lunedì seguente, Justina aprì la porta per salutare Albertito e fece entrare Rama, che anch'egli era stato chiamato da Barto. Il ragazzo rimase in piedi, come dovevano sempre fare tutti, ma questa volta Barto lo invitò a sedersi, e vedendo la faccia di perversa soddisfazione di Justina, in piedi, dietro Barto, Rama capì che finalmente padrone e governante si erano risvegliati dal loro apparente letargo.
-Siete contenti dello show, Ramitis?- iniziò Barto con il suo sorriso più falso.
-Si, è stato molto bello- rispose Rama con sommissione, davanti all'imminente contrattacco di don Barto.
-E il lunedì iniziano le lezioni al Rockland, eh! Chi li ha visti e chi li vede!- disse con uno sguardo sinistro, al quale si aggiunse anche Justina.
Rama non rispose; capì che dopo averli lasciati sognare per alcuni giorni, finalmente Barto avrebbe dimostrato chi comandava lì.
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NB: Monito vuol dire "Scimmia" in spagnolo. Se avete guardato la serie "Casi Angeles" (Teen Angels in italiano) sapete che il suo nome resta Monito, quindi l'ho lasciato anch'io così.
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Mi piacerebbe sapere cosa pensate del capitolo. Alla prossima! :)
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Non so se può interessare a qualcuno, ma ho tantissime foto, che una volta "collezionavo" [fino a qualche tempo fa la gente, anche io, scambiava queste foto con altre; alcune erano introvabili e non si potevano scambiare lol], dei Teen Angels|Casi Angeles. Devo eliminarle e liberare delle chiavi usb e invece di gettarle come se niente fosse, sto creando dei pack per regalarle. Se andate nel mio profilo, la storia si chiama "Foto Teen Angels". Se vi interessano potete scaricare il pack contenente delle foto.Ah, se vi interessa qualche foto in particolare, potete dirmelo.
Come ad esempio, potreste farvi un giro dal mio vecchio profilo facebook: Chììna Suarez LoveDedicado•Premetto che molte foto le regalai tempo fa in una pagina, e una ragazza l'ha eliminata e quindi queste foto non posso più recuperarle.
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Casi Angeles - La Isla de Eudamon [ITALIANO]
FanfictionTraduzione [mia] del libro "La Isla de Eudamon" - Leandro Calderone. Il libro narra i fatti successi nella prima serie di Casi Angeles. - - [twitter: mesrandjlaw | instagram: mesr_ ] - - Una notte di febbraio del 1854 tre...